Internet e privacy, il Garante lancia l’allarme: ”Troppo potere ai colossi del web”

‘I colossi di Internet diventano sempre più intermediari esclusivi tra produttori e consumatori. Il potere di questi soggetti, che trattano da pari con Stati ed organismi sovranazionali, non può essere ignorato’‘.

A lanciare l’allarme è il Garante per la privacy Antonello Soro, nella relazione annuale presentata nella Sala della Regina a palazzo Montecitorio. ”Non sono più accettabili le asimmetrie normative rispetto alle imprese europee che producono contenuti o veicolano servizi – continua -. Per tali ragioni non dovremmo permettere che i dati personali, che hanno assunto un valore enorme in chiave predittiva e strategica, diventino di proprietà di chi li raccoglie e dobbiamo anche per tale ragione continuare a pretendere la trasparenza dei trattamenti”. "Gli algoritmi non sono neutrali", avverte Soro. "L’utente – spiega – può essere inconsapevolmente guidato nelle scelte, nel momento in cui la possibilità di fruizione o di accesso al web si realizza entro perimetri definiti dai maggiori operatori della Rete, che possono liberamente decidere la gerarchia delle notizie e cosa è degno di essere riportato". Allora, "è difficile parlare di libertà della Rete – spiega – fino a quando non saranno pienamente conosciuti e condivisi i criteri utilizzati per indicizzare i contenuti e dunque condizionare i risultati delle ricerche". Il Garante sottolinea poi: "Non possiamo più essere indulgenti con la violenza verbale presente su Internet". "Il mondo ‘online’, che indebolisce le remore morali – osserva -, amplifica gli effetti di fenomeni quali il bullismo mediatico, reso purtroppo di attualità da recenti vicende di cronaca". "La protezione dei dati è fondamentale – sottolinea – ed è un impegno ancora più necessario in una stagione di sfiducia diffusa, non solo nei confronti delle istituzioni ma nello stesso valore dei diritti, spesso percepiti come sacrificabili rispetto alle diverse emergenze generate dalla crisi economica e sociale". Parlando di intercettazioni, il Garante osserva: ”Sono una risorsa investigativa fondamentale e insostituibile, che andrebbe gestita con molta cautela, per evitare fughe di notizie che danneggiano le indagini e rischiano di violare la dignità degli interessati; e per evitare quel ‘giornalismo di trascrizione’ che finisce per far scadere la qualità dell’informazione". In particolare, sul versante della cronaca giudiziaria, "la tendenza sempre crescente alla ‘mediatizzazione’ dei processi rafforza l’esigenza di un’adeguata selezione delle notizie di rilevanza pubblica, da rendere con modalità rispettose dell’altrui riservatezza e della presunzione d’innocenza. La pubblicazione di atti d’indagine – avverte il Garante – deve rispondere a finalità di interesse pubblico e non a tensioni voyeuristiche, nella consapevolezza che non tutto ciò che è di interesse del pubblico è necessariamente di pubblico interesse". ”Nelle prossime settimane – annuncia – adotteremo un provvedimento generale per indicare soluzioni idonee ad elevare lo standard di protezione dei dati trattati ed evitarne indebite divulgazioni”. Nel campo fiscale, nota il Garante, "l’enorme concentrazione di dati, per quanto giustificata da forti motivazioni sociali, deve consentire soltanto accertamenti selettivi e non forme di controllo generalizzato". "Protezione dati e trasparenza – prosegue – non sono e non devono essere viste come antagoniste, ma strettamente complementari" e dunque "è imprescindibile la ricerca di un equilibrio fra trasparenza dell’azione amministrativa e privacy dei cittadini". "Le notizie provenienti dagli Usa accrescono i nostri timori", confessa il Garante commentando i fatti che stanno coinvolgendo l’amministrazione del presidente americano Barack Obama. Osserva Soro: "Sempre più pressanti sono le istanze delle autorità di polizia ad accedere ai dati raccolti per ben altre finalità. Ma se è vero che il rapporto tra sicurezza e privacy rappresenta una cifra non eludibile della nostra modernità, la pretesa di proteggere la democrazia attraverso la compressione delle libertà dei cittadini rischia di mettere in discussione l’essenza stessa del bene che si vuole difendere". Il Garante sottolinea a questo proposito la necessità di difendere "l’idea che il rispetto dei diritti fondamentali debba essere ancora una delle principali discriminanti tra i regimi democratici e quelli illiberali" e proprio su questa base riferisce di aver avviato contatti con le altre Autorità della Privacy europee, con l’obiettivo di promuovere un’azione congiunta in campo Ue. Soro, fornendo i numeri che riassumono l’attività dell’Autorità nell’ultimo anno, riferisce: "Abbiamo risposto a oltre 35.000 quesiti, trattato circa 4.500 ricorsi, reclami e segnalazioni, adottato oltre 460 provvedimenti collegiali inclusi i pareri su atti normativi, decise 578 sanzioni e disposte 395 attività ispettive e di accertamento". La presidente della Camera Laura Boldrini, intervenendo nella Sala della Regina durante la presentazione della relazione, afferma: "Il tema della protezione dei dati personali è diventato uno degli argomenti cruciali dell’epoca moderna" come dimostra anche "l’accesa discussione in corso proprio in questi giorni negli Usa sui limiti da porre all’acquisizione di informazioni finalizzate alla tutela della sicurezza nazionale". (Adnkronos)

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