Internet Explorer 8, il browser che costerà caro a Google

La caratteristica “InPrivate” del nuovo browser di Microsoft minaccia l’infiltrazione pubblicitaria della grande G perché responsabile dell’oscuramento delle visite online di ogni utente


L’ultima versione del browser Internet Explorer, per la precisione la numero 8, include una caratteristica che farà la fortuna di Microsoft, ma che potrebbe costare davvero cara a Google. Si tratta di un opzione chiamata InPrivate che consente a qualunque utente di oscurare i siti visitati, eliminando ogni traccia dalla cronologia della navigazione web del proprio browser (operazione alla quale prima si poteva ricorrere solo manualmente). Così, nel momento in cui più utenti dovessero connettersi alla rete dallo stesso pc, sarà possibile per ognuno di loro garantirsi un importante momento di privacy, sicuri di non dover condividere con alcuno le informazioni relative ai propri movimenti online. Una volta attivata questa opzione, infatti, il browser cancella automaticamente qualunque sito sia presente nella cronologia delle visite effettuate. Questa particolare funzione di Internet Explorer 8 – negli Stati Uniti, per ovvie ragioni, soprannominata “porn-mode” – non è sicuramente una novità (Firefox 3 e precedenti adottano già un sistema analogo), ma considerando la maggiore diffusione sul pianeta del software di Microsoft, è forse il caso di ragionare sulle conseguenze che tale sistema potrebbe causare, soprattutto alla strategia pubblicitaria di Google. E’ cosa nota infatti che la grande G utilizzi i percorsi delle ricerche dei propri internauti per conoscerne hobby e interessi, in modo tale da personalizzare la pubblicità nella speranza di raggiungere i propri utenti con ad più focalizzati. Questo metodo, che ogni anno assicura a Google introiti per milioni di dollari, potrebbe ora essere minacciato dalla diffusione di Explorer 8. Infatti, se InPrivate elimina ogni traccia della navigazione online dei propri utenti, sarà più difficile per la coppia di Mountain Wiev garantire ai propri sponsor che la loro presenza sul motore di ricerca possa rimanere efficace quanto in passato, proprio perché potenzialmente incapaci di recuperare informazioni personali sui propri utenti. Ecco spiegato il motivo di tanta preoccupazione da parte di Google e di altrettanta sicurezza da parte di Microsoft. Il mercato vuole che la lotta per il predominio di internet prosegua a colpi bassissimi e la società di Redmond sembra aver trovato un’arma davvero tagliente per sconfiggere uno dei suoi più grandi rivali. Come spiegano oggi le pagine del Times Online, è importante ricordare che il mercato pubblicitario ha un giro d’affari di circa 40 miliardi di dollari, che si presume possa duplicare entro il vicinissimo 2010. Ognuno quindi ci mette del suo per cercare di ottenere la fetta più grande. Ma rimane anche evidente che, sebbene i tentativi siano tanti, Google mantiene ancora un incontestabile predominio. (Marco Menoncello per NL).

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