La sconcertante vicenda di Primaradio

L’impianto più importante di Primaradio di Pozzuoli ieri doveva essere abbattuto, quale conseguenza di una complessa vicenda locale che rischiava di ridurre al silenzio la storica emittente campana


da Millecanali

Poi, per fortuna, non è andata proprio così…

Rischia di scomparire anche l’ultima emittente radiofonica dei Campi Flegrei: Primaradio. In attività dal 1984, erede di precedenti esperienze radiofoniche iniziate a metà degli anni 70, rischia di chiudere i battenti a causa di un’ordinanza di demolizione emessa dal Comune di Monte di Procida, ove è ubicato il principale impianto dell’emittente, e che doveva essere eseguita in modo forzato ieri, lunedì 5 febbraio.
Il Comune, infatti, ha ritenuto abusive le antenne ubicate da quasi trenta anni in località Montegrillo. Insieme all’antenna di Primaradio dovevano essere abbattute anche quelle delle tre reti Mediaset, quelle di Canale 8, Tele A, Canale 10 e Video Italia (anche se si tratta di impianti secondari per queste Tv, mentre per Primaradio la questione è assolutamente ‘vitale’).
I cittadini di Monte di Procida, quindi, potrebbero essere oscurati dal punto di vista televisivo, mentre quelli dei Campi Flegrei rischiano di perdere l’ultima emittente radiofonica sopravvissuta alla Legge Mammì del ’90 ed una fra le prime emittenti ad aver ottenuto in Campania la Concessione del Ministero delle Comunicazioni e ad essere testata giornalistica, dal 1990.

“Sono tristemente deluso per questa vicenda – ha detto Gino Conte editore di Primaradio – . A nulla sono valse le ragioni per far comprendere a funzionari e politici del Comune che stavano commettendo un grave errore. A nulla sono valse le interlocuzioni e la concertazione rivelatesi, di fatto, falsa disponibilità.
Nel 1986 abbiamo rilevato un impianto della storica Radio Montegrillo che lo installò nel 1978, nel 1988 abbiamo fatto richiesta di autorizzazione al Comune che ci ha ignorati, non degnandosi nemmeno di una risposta per un decennio, nonostante gli inviti prima e le diffide poi.

Agli inizi del 2005 fummo invitati a presentare un nuovo progetto, che fu incomprensibilmente bocciato in meno di 60 giorni. Un vero trabocchetto. La verità, secondo me, è che ci sono sotto altre motivazioni: lo stabile dove è situato l’impianto da qualche anno ha cambiato proprietario e quest’ultimo legittimamente vorrebbe ristrutturarlo. Proprio nei pressi del nostro impianto stalle, piccoli casolari, ricoveri per attrezzi di campagna, sono stati recentemente trasformati in lussuose ville a tre piani probabilmente in barba ai vincoli ed alla normativa vigente. Una consistente parte del comune è abusiva. Non a caso quest’area è tristemente nota per l’abusivismo diffuso, tanto che sono stati nominati dei commissari ad Acta dalla Regione.

Frattanto la nostra antenna, un palo di circa 8 metri, dovrebbe essere abbattuta, nonostante la normativa nazionale (Testo Unico della Radiotelevisione Italiana) che autorizza i nostri impianti anche sotto il profilo urbanistico se antecedenti al ’90, superando vincoli e normativa locale. Poi non capisco perché gli impianti della telefonia e quelli Rai non vengono toccati: sono esattamente a fianco di quelli nostri, installati molto recentemente con autorizzazioni provvisorie di sei mesi e chissà perché tacitamente rinnovate dal Comune. Un inspiegabile paradosso! Ad ogni modo ritengo che la vicenda sia un’assoluta ingiustizia, ho dato mandato ai miei avvocati di mettere organicamente insieme la documentazione per inviarla alla Procura della Repubblica. Nell’immediato la mia azienda, che conta alcuni dipendenti e decine di collaborazioni, rischia di subire serie ripercussioni che si rifletteranno inevitabilmente sul personale”.

Fin qui la situazione alla data di ieri, che poteva dunque avere una immediata conclusione “drammatica”. Invece, alla fine, non è andata così, perché, informa l’ultimo comunicato stampa emesso da Primaradio, “la demolizione delle antenne radiotelevisive di Montegrillo, tra cui quella di Primaradio, è stata rinviata a data da destinarsi (ma potrebbe ugualmente anche avvenire a breve; Ndr.).
Il Comune di Monte di Procida (erano presenti l’ing. Capo ed un vigile) (ieri) ha soprasseduto, rinviando a data da destinarsi. Presenti anche legali e rappresentanti delle televisioni cointeressate: Mediaset, Canale 8, Tele A, Canale 10 e Video Italia, oltre ad un gruppo di residenti.
L’Enel e la ditta incaricata dall’Ente montese hanno ritenuto di non poter procedere in assenza di un provvedimento della Magistratura”.

A quel punto il proprietario dello stabile, sempre secondo Primaradio, sarebbe entrato nell’area degli impianti, tranciando alcuni cavi e distruggendo alcune apparecchiature. A parte questo, il commento di Gino Conte è abbastanza positivo:
“È stato un rinvio giudizioso. Evidentemente il Comune si è reso conto di non avere la presunta legittimità per un simile provvedimento… La nostra strada è più che mai delineata. Riteniamo che l’obiettivo del Comune di Monte di Procida di abbattere indiscriminatamente impianti legittimamente eserciti da soggetti concessionari sia un abuso, che, come annunciato, stiamo provvedendo a denunciare alla Magistratura, sempreché l’Ente, così come previsto dalla normativa, si faccia carico delle proprie responsabilità proponendo una eventuale delocalizzazione in altro sito che rientri nel Piano di Assegnazione delle Frequenze. Sito che peraltro è stato già individuato e per il quale già esiste un nulla osta”.

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