Lecco: il giudice caccia dall’aula i cronisti! Per il presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Milano si tratta di decisione abnorme e anticostituzionale

Abruzzo: “Un episodio gravissimo. Il pubblico è rimasto in aula, i cronisti buttati fuori. Chiedo al Csm, al presidente della Corte d’Appello e al Procuratore generale di intervenire. La decisione è un attentato alle libertà costituzionali”


dalla newsletter di OdG.mi.It il portale dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia

di Franco Abruzzo (foto)

Lecco è accaduto un episodio intollerabile, abnorme, in violazione dei principi costituzionali (art. 21, commi 1 e 2) in tema di libertà di stampa e dell’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che sancisce il diritto dei cittadini comunitari a ricevere e a dare notizie. Il pubblico è rimasto in aula, i cronisti sono stati buttati fuori, perché l’imputato (di truffa) non voleva i giornalisti presenti. Chiedo al Csm, al presidente della Corte d’Appello e al Procuratore generale di intervenire. La decisione è un attentato alle libertà costituzionali e al diritto dei cittadini all’informazione! Il giudice monocratico Laura De Dominicis ha commesso un abuso indefinibile nella sua gravità. Che farà l’Anm? Scrivo queste poche righe con angoscia, preoccupazione e allarme, ma con il rispetto che porto da sempre alla magistratura italiana. Sono un vecchio cronista giudiziario, che negli anni 60 e 70 ha vissuto ore tremende nel Palazzo di Giustizia di Milano, quando la follia omicida dei terroristi stroncava vite di magistrati e giornalisti, carabinieri, poliziotti e agenti di custodia. I giornalisti vivono oggi momenti crepuscolari stretti tra editori, che negano diritti costituzionali elementari (come il diritto alla contrattazione sindacale), e spezzoni del mondo politico, che, mettendo in gioco l’esistenza dell’Ordine, vogliono toglierci, con la deontologia che è norma e, quindi, scudo della nostra autonomia, lo status di professionisti, riducendoci a impiegati di redazione tenuti a rispettare gli ordini degli editori e delle banche (padrone dirette e indirette dei mass media). Vivo la vicenda di Lecco come una umiliazione inflitta a colleghi, che rappresento, e ai quali esprimo la mia fraterna solidarietà e assicuro l’impegno di combattere con determinazione un gesto, che è semplicemente deprecabile e infelice.

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