Microsoft: schiaffo da 497 milioni di euro

La Corte di Giustizia europea conferma la condanna del 2004 da parte della Commissione europea per “abuso di posizione dominante”


Dovrà pagare la cifra decisa dalla Corte di Giustizia, il patron della Microsoft, Bill Gates (foto). Oppure decidere per un appello di terzo grado, entro e non oltre 2 mesi e 10 giorni da oggi. La Corte di Giustizia europea, infatti, ha confermato in data odierna la condanna precedentemente emessa dalla Commissione europea, secondo la quale la multinazionale statunitense, leader nel mercato mondiale dei software, avrebbe abusato della propria posizione dominante. Maxi multa da 497 milioni di euro, quindi, ma non solo: la Commissione, infatti, ha imposto alla Microsoft di rivelare tutte le informazioni tecniche necessarie affinchè produttori di software concorrenti possano realizzare prodotti in grado di dialogare con questi computer. Ora, nel caso in cui la Microsoft decidesse di non ricorrere in appello, dovrebbe, oltre a pagare la salata sanzione, iniziare a vendere in tutti i Paesi della Ue, i suoi sistemi operativi Windows senza il Media Player. Sull’altra faccia della medaglia, fanno festa i fan del software libero: “È un gran bel giorno per l’Europa. E ne e beneficeranno milioni di utenti in tutto il mondo”, osservano i rappresentanti della Fondazione europea per il software libero e del progetto Samba, un programma di software gratuito per i sistemi operativi Microsoft Windows. “Microsoft non si può più considerare al di sopra della legge”, afferma Georg Greve, presidente di Fsfe, “l’azienda è riuscita a rinviare questa giornata per quasi un anno, usando le stesse tattiche che hanno fatto deragliare le indagini antitrust in altre parti del mondo, inclusi gli Stati Uniti. Ma grazie alla perseveranza e all’eccellente lavoro della Commissione Europea, in Europa queste tattiche hanno fallito”. Tale sentenza, sostanzialmente, obbliga la Microsoft a rimboccarsi le maniche per tornare a competere sul terreno della tecnologia software. Terreno sul quale, in questi anni, molti nuovi attori hanno acquisito una certa esperienza. (Giuseppe Colucci per NL)

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