Musica online, troppo download illegale in Europa

Enzo Mazza presenta il mercato del web al convegno sulla Comunicazione Content Online


Negli Stati Uniti la musica digitale è ormai in media il 30 % del mercato mentre in Europa supera di poco il 6 % e questo deve far riflettere sulle opportune misure da adottare per facilitare lo sviluppo del content online. Con la presenza di milioni di titoli su centinaia di piattaforme legali è necessario colpire senza esitazione l’offerta illecita, se necessario anche con misure drastiche, come il taglio delle connessioni o le cause legali ai service provider che sono un pezzo essenziale della filiera e devono fornire una vera collaborazione”. Sono parole forti e decisive quelle pronunciate da Enzo Mazza, presidente di F.I.M.I., nel corso dello scorso convegno sulla Comunicazione Content Online, organizzato da Isimm e Fondazione Ugo Bordoni. Affermazioni sulle quali, come lui stesso ha specificato, è necessario riflettere, con il dichiarato intento di provare a mutare l’attuale mercato musicale su internet. Secondo Mazza, i rallentamenti più significativi nello sviluppo del settore della musica liquida sarebbero da attribuire sia a ragioni tipicamente culturali, le cui vittime sono i consumatori finali, sia a ragioni economiche, legate soprattutto alla difficoltà, per le imprese, di immettersi nel mercato di riferimento. Considerando i consumatori, sembra che la diffusione di musica ottenuta illegalmente da internet sia un fenomeno apparentemente irreversibile, e la cui infiltrazione è rimasta così profonda da aver spronato Mazza a suggerire addirittura cause legali ai Service Provider. Nel caso delle imprese invece, il presidente della Federazione, ha sottolineato che è necessario, in Italia più che in altri paesi, trovare delle soluzioni tali da consentire l’ingresso nel mercato anche da parte di nuovi soggetti e con nuove riforme: “va definita – ha sottolineato Mazza – un’opportuna politica di incentivazione dei contenuti digitali: le imprese che investono in nuovi modelli di business nella musica, vanno incentivate con sconti sulle tasse di almeno il 20% per le spese sostenute in ricerca e sviluppo e per quanto riguarda l’Europa, va stabilito con urgenza un modello di accesso alle licenze delle società dei diritti d’autore che non rallenti lo sviluppo del mercato come avviene invece oggi con società degli autori locali che fanno di tutto per rendere complicato l’accesso ai contenuti”. (Marco Menoncello per NL)

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