Niente scontro Veltroni-Berlusconi in tv

La Commissione di Vigilanza ha deciso: grande circo con tutti i candidati


Anche quest’anno, come in ogni campagna elettorale che si rispetti, esiste un vincitore semi-annunciato (in questo caso Berlusconi) ed un inseguitore che si fa in quattro per ridurre il suo svantaggio (Veltroni). E come in ogni campagna elettorale che si rispetti, colui che è in testa nei sondaggi non ha nessuna intenzione di scontrarsi in tv con l’avversario perché, lo sanno anche i bambini, l’eco televisivo è forte, è pervasivo, e potrebbe persino rischiare di sovvertire le parti in causa. Perché rischiare, allora?
Nel 1996 era Prodi a non volere l’uno contro uno televisivo, mentre Berlusconi, uscito distrutto dalla breve esperienza di governo, aveva smania di recuperare qualche punticino. Di scontri se ne fecero due: uno lo arbitrò Lucia Annunziata, l’altro Mentana. Nel 2001 le parti si invertirono: dopo la debacle della sinistra al governo, infatti, Rutelli premeva per scontrarsi in tv contro il premier in pectore, il quale, giustamente, non ne voleva sapere proprio di rischiare di mettere a repentaglio una vittoria annunciata. Lo scontro non ci fu, i risultati sono ben noti. Nel 2006, infine, come da copione, il vincitore annunciato, Prodi, titubava circa l’opportunità o meno di andare in tv contro Berlusconi, il quale premette così tanto, accusando l’avversario di codardia (mostrando chiari limiti di memoria storica), che alla fine ottenne botte piena e moglie ubriaca: lo scontro si fece ed a presentarlo fu Clemente Mimun.
Anche quest’anno la querelle è iniziata, anche se la situazione è assolutamente diversa dalle precedenti. Candidati premier, infatti, non ve ne sono due, ma molti di più (non è ancora definitivo il numero, fino alla consegna delle liste elettorali). Che fare, allora? C’è chi ragionevolmente vorrebbe il “classico” Berlusconi-Veltroni, specie il leader del Pd, impaziente di mettere in difficoltà un Berlusconi sonnecchiante, in forma meno smagliante rispetto a come ci aveva abituato nelle altre campagne elettorali. C’è a chi, come Berlusconi, dello scontro in tv non interessa nulla, già certo (almeno a parole) della propria vittoria. C’è chi, infine, vorrebbe vederli tutti lì, in una sorta di circo, a discutere, chissà con quale ordine, chissà con quali tempi. I promotori dell’ultima soluzione hanno avuto la meglio, dal momento che ieri la Commissione di Vigilanza si è pronunciata sull’argomento, votando a maggioranza il testo del documento presentato dal presidente Mario Landolfi (del Pdl), sancendo, quindi, un nuovo schema da campagna elettorale: lo scontro televisivo incrociato. Chissà, poi, come si riuscirà a far chiarezza tra Berlusconi e Veltroni che, magari dicendo le stesse cose, non faranno altro che attaccarsi; la Santanchè che rigetterà tutto il suo astio nei confronti degli ex alleati; Boselli che lancerà il suo “j’accuse” per essere stato oscurato dai media durante la campagna; e poi Casini, Ferrando e chissà quanti altri. L’incontro-scontro, comunque, si terrà sulla Rai, questo è certo e durerà un’ora e mezza (21.00-22.30). Molto critico lo staff di Veltroni, che non vede utilità nel mettere a confronto “candidati destinati allo 0,5% e candidati davvero destinati alla leadership”. Bonaiuti, portavoce di Berlusconi, ha invece detto che questa decisione è il “frutto di una par condicio nata solo per mettere il bavaglio a Berlusconi e che mostra tutta la sua inattualità nell’era della comunicazione globale”. La campagna elettorale è già iniziata, e la sincerità è, come sempre, la prima vittima illustre. (Giuseppe Colucci per NL)

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