O digitale, o morte. Secondo Jean-Michel Kandin, del gruppo Lagardère (circuito radio Europe 1), che ha partecipato al Forum sul sonoro multicanale a Parigi (ne avevo dato notizia nei giorni scorsi), la radio deve trovare un posto sui futuri “ricevitori della convergenza”. Altrimenti rischia di sparire.
Siamo alle solite, ma con le visioni estremistiche, che piacciono tanto ai titolisti delle agenzie di stampa, non si va da nessuna parte. Che qualcuno dica a Kandin che niente impedisce ai “ricevitori della convergenza” di ricevere anche una modulazione analogica. Il mio lettore MP3 da quattro lire riceve benissimo l’FM e la trasforma all’istante in un file digitale. Che cosa c’è di sbagliato, o di non convergente? Che le modulazioni digitali possano offrire molti vantaggi è chiaro, l’integrazione nel contesto dei nuovi pacchetti di offerta, l’interazione con gli altri media, sarabbero ancora piĂą strette. Ma per favore, non facciamo proclami catastrofistici su un mezzo che nel bene e nel male continua a svolgere un suo preciso servizio. Non se l’obiettivo è quello di far passare questo o quel sistema di trasmissione. Dopo di me il diluvio non è mai stato uno slogan efficace sul piano del marketing: i consumatori sanno perfettamente che niente è indispensabile e che tutto è sostituibile. Ma senza spargimenti di sangue.
Le mĂ©dia radio disparaĂ®tra s’il ne devient pas numĂ©rique
25.10.07 | 15h46 (AFP)
Le mĂ©dia radio est menacĂ© de disparaĂ®tre s’il ne devient pas numĂ©rique, ont soulignĂ© jeudi les reprĂ©sentants du Groupement pour la Radio numĂ©rique (GRN), qui rassemble la quasi-totalitĂ© des opĂ©rateurs français et 98% de l’audience de ce media.
A l’occasion du dixième “forum international du son multicanal” rĂ©uni Ă Paris, Jean-Michel Kandin, directeur technique du groupe Lagardère Active (qui compte notamment Europe 1) a soulignĂ© que “la radio doit ĂŞtre dans les rĂ©cepteurs de la convergence, ou elle ne sera pas”.
Par rĂ©cepteurs de la convergence, Jean-Michel Kandin entend les tĂ©lĂ©phones portables ou rĂ©cepteurs de poche qui permettent d’avoir accès aux diffĂ©rents services diffusĂ©s en mode numĂ©rique (tĂ©lĂ©communication, internet, tĂ©lĂ©vision et, Ă court terme, radio).
Pour sa part, Sylvain Anichini, directeur gĂ©nĂ©ral adjoint aux techniques et technologies nouvelles de Radio France, a estimĂ© que “la radio doit ĂŞtre rĂ©aliste, pragmatique”. “Il faut s’inscrire dans un phĂ©nomène qui, de toute façon, n’attendra pas la radio numĂ©rique”, a-t-il soulignĂ©.
De son cĂ´tĂ©, Jean-Paul Cluzel, PDG de Radio France, a regrettĂ© que les besoins des futures radios numĂ©riques ne soient pas suffisamment pris en compte dans le dĂ©bat sur l’attribution des frĂ©quences qui seront libĂ©rĂ©es lors du basculement complet de l’analogique au numĂ©rique fin 2011.