Il Decreto legge volto ad assicurare in via d’urgenza l’attuazione di obblighi comunitari inderogabili e l’esecuzione di sentenze della Corte di Giustizia delle Comunità Europee, approvato dal governo, nel Consiglio dei Ministri del primo aprile scorso, è operativo dal 9 aprile 2008, giorno in cui è stato pubblicato sulla GU. Il Decreto (detto anche “decreto salva infrazioni”) intende sanare alcune procedure di infrazione e impedire la presentazione di eventuali ricorsi, evitando così che l’Italia sia colpita da una condanna da parte della Corte di Giustizia europea. “Una volta deferiti in Corte – ha spiegato il ministro Bonino in conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri – la procedura va avanti, anche se poi lo Stato si mette in regola”, sicché l’eventuale sentenza di condanna comporterebbe per l’Italia il pagamento di multe pesanti. Tra le procedure inserite nel decreto legge, due infrazioni rischiano nell’immediato il ricorso in Corte di Giustizia ai sensi dell’art. 228, riguardanti, in particolare: a) il mancato recupero degli aiuti di Stato a società municipalizzate e a favore dell’occupazione: la Commissione ha richiesto il completamento delle operazioni di recupero entro il termine di scadenza dei pareri motivati, fissati al 31 marzo 2008; b) il mancato recepimento della direttiva quadro 2000/60/CE per l’azione comunitaria in materia di acque: il termine concesso nel parere motivato è scaduto il 2 settembre 2007 senza che i provvedimenti normativi, annunciati nel frattempo alla Commissione, siano stati adottati.