Opinioni contrastanti sulla cancellazione, in Venezuela, di Rctv: ecco il diario di chi era sul posto

Un articolo apparso ieri sulle pagine virtuali della nostra testata aveva duramente attaccato la decisione del Governo venezuelano di cancellare la tv privata d’opposizione dall’etere. Abbiamo raccolto un parere del tutto contrastante


La libertà e la pluralità dell’informazione è uno dei beni fondamentali, uno dei cardini che reggono le istituzioni democratiche. Sulla pagine virtuali della nostra testata lo abbiamo ripetuto fino alla noia. E, proprio perché sentiamo il dovere di fornire un’informazione che sia pluralista, che raccolga punti di vista differenti sui fatti e i misfatti che succedono, ogni giorno, nel mondo, sentiamo come nostro dovere dar voce a chi si ritiene in grado di smentire le informazioni date da noi (e prese, come fonte, dai siti web dei maggiori quotidiani italiani) in merito all’evento della chiusura, in Venezuela, dell’emittente privata d’opposizione Rctv. Il nostro articolo di ieri, non senza un velo di disincanto, si era espresso duramente nei confronti del comportamento antidemocratico del Presidente Chavez, che aveva ordinato (secondo quanto emerso dalle informazioni estrapolate dai siti dei quotidiani, che preferiamo non citare direttamente) la chiusura dell’emittente perché critica nei confronti del suo operato e della sua figura. Ecco, dopo aver consultato diverse fonti, anche d’informazione indipendente (vera e propria risorsa del web a favore della verità oltre che della pluralità), abbiamo raccolto opinioni che si pongono in fortissimo contrasto con quanto espresso in precedenza. In particolare, il sito www.giannimina-latinoamerica.it riporta un articolo del cronista Gennaro Carotenuto (foto), che smentisce in maniera pressoché completa ciò che l’informazione italiana (ed internazionale) nel suo complesso aveva sbandierato per tutta la giornata di ieri. Ciò che occorre ricordare, prima di dar voce alla testimonianza di Carotenuto, è che il reporter si trovava a Caracas al momento dei disordini, al contrario delle testate nazionali che poi hanno diffuso la notizia.
Al grido di “amor di verità obbliga a rispondere”, il cronista (esperto di questioni latinoamericane, cui ha dedicato anche un blog, tuttora attivo in rete) si scaglia, in particolare, contro “Repubblica” e “L’Unità”, ree, a suo dire, d’aver “fatto male il loro lavoro, mancando ad ogni dovere etico verso i loro lettori”. Nello specifico, riportiamo di seguito alcuni spezzoni dell’articolo di Gennaro Carotenuto, nei quali smentisce alcuni virgolettati tratti da www.repubblica.it.
La Repubblica mente: Rctv, […] è considerata troppo critica dal presidente, che l’accusa anche di aver simpatizzato con il colpo di stato che cinque anni fa l’aveva spodestato per due giorni.
Amor di verità mi obbliga a rispondere: RCTV non è accusata “da Chávez” di aver simpatizzato, ha organizzato il golpe. E’ molto facile verificare, ci sono le registrazioni, ma Repubblica preferisce mentire e non fa il suo dovere, semplicemente non verificando. E’ evidente l’intenzionalità di trasformare fatti storici noti in un “punto di vista”.
La Repubblica mente: Così, dopo la manifestazione di sabato scorso che aveva raccolto l’adesione di migliaia di partecipanti e attirato l’attenzione internazionale, oggi il corteo è sfilato davanti alle sedi alle sedi in Venezuela dell’Unione europea (Ue) e della Organizzazione degli Stati americani (Osa) e il movimento di protesta ha ricevuto la solidarietà di associazioni di difesa della libertà di stampa di tutto il mondo.
Amor di verità mi obbliga a rispondere: Tanto la UE come l’Organizzazione degli Stati Americani ha affermato che è un fatto interno venezuelano e che il governo venezuelano è nel suo pieno diritto nel non rinnovare la concessione.
La Repubblica mente: Secondo un sondaggio dell’istituto Datanalisis il 70% dei venezuelani disapprova l’oscuramento di Rctv.
Amor di verità mi porta a rispondere: Il sondaggio è stato commissionato da RCTV e palesemente falso. Secondo la legge italiana, La Repubblica sarebbe obbligata a dire chi commissiona i sondaggi, ma lo evita. Contro Chávez la legge non vale.
La Repubblica mente: La decisione di non rinnovare la concessione, infatti, avrebbe come effetto quello di limitare alla sola Globovision il panorama audiovisivo nazionale anti-governativo. Con l’aggravante che Globovision è un canale che si vede solo nella capitale.
Amor di verità mi obbliga a rispondere: E’ la balla più clamorosa. I grandi canali commerciali dell’opposizione che trasmettono in tutto il Venezuela sono quattro. RCTV, Globovision, Venevision e Televen. Inoltre in ogni stato ci sono canali locali dell’opposizione. Repubblica, in totale malafede cancella due canali nazionali e tutti i locali.
Molto simile è il pezzo dell’Unità, probabilmente preso dalle stesse fonti, tutte dell’opposizione. Né l’Unità né la Repubblica ricordano che RCTV non viene chiusa, ma trasferita sul cavo e sul satellite. Entrambe fanno credere che sia una decisione illegale di Hugo Chávez. Soprattutto né l’Unità né la Repubblica citano il punto di vista venezuelano, il ricchissimo dibattito sulla responsabilità sociale dei media, il fiorire di centinaia di media indipendenti nel paese, né il fatto che non esiste solo la libertà di stampa ma anche il diritto costituzionale a essere informati in forma non inquinata”.
Nel ricordare ancora una volta che Gennaro Carotenuto si trovava a Caracas al momento dei disordini nelle piazze e che si tratta di uno dei massimi esperti di politica, società e cultura sudamericana del nostro Paese, invitiamo i lettori a formulare autonomamente una propria opinione in merito, avendo avuto la fortuna di ascoltare entrambe le controparti. Questa è informazione. (Giuseppe Colucci per NL)

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