Piove sul bagnato alla Rai: 50 milioni di danni per il caso-Meocci

La Corte dei Conti chiede 50 milioni di euro, tra danni e multa, per i cinque consiglieri della CdL, già rinviati a giudizio per “concorso in abuso d’ufficio continuato ed aggravato”


Non c’è pace in Viale Mazzini, dove il clima, già incandescente, ha subito un ulteriore riscaldamento (chissà cosa ne direbbe il Ministro per l’Ambiente, Pecoraro Scanio…) alla notizia, diffusasi ieri, dell’“invito a dedurre”, indirizzato ai cinque consiglieri della CdL, all’ex ministro del Tesoro, Domenico Siniscalco, ed al direttore generale del dicastero, Vittorio Grilli, da parte della Corte dei Conti. Questo “invito a dedurre” altro non è che una sorta d’avviso di garanzia tramite il quale la Corte dei Conti avverte gli interessati della loro posizione nell’ambito dell’inchiesta, per cui li esorta a presentare, entro una certa data (non precisata) le proprie memorie difensive. Cinquanta milioni di euro, è questa la cifra di risarcimento richiesta alle sedici persone coinvolte, vale a dire, i cinque consiglieri della CdL del CdA della Rai (Angelo Maria Petroni – appena sollevato dall’incarico -, Giovanna Bianchi Clerici, Marco Staderini, Gennaro Malgieri e Giuliano Urbani), l’ex ministro del tesoro, Domenico Siniscalco, il d.g. del dicastero, Vittorio Grilli ed altri funzionari. “Concorso in abuso d’ufficio continuato ed aggravato” è la pesante accusa nei loro confronti, per la quale le stesse persone sono già state rinviate a giudizio. Il caso in questione riguarda la nomina, nel 2005, di Alfredo Meocci (foto) a direttore generale della Rai, orchestrata ad arte dai protagonisti della vicenda. Meocci era stato, dal 1998 al 2005, commissario dell’Authority, per cui la sua nomina risultava in palese contrasto con il suo precedente incarico, dal momento che la legge 481 del 1995 prevede che passino quattro anni prima che si possa ricoprire una carica così chiaramente in conflitto con la precedente.
In sostanza, la richiesta della Corte dei Conti di 50 milioni di euro è così ripartita: 35 milioni riguardano direttamente il risarcimento danni per la nomina di Meocci e 15 sono stati comminati come multa. Altra, ennesima, tegola in testa ad un CdA le cui sorti paiono sempre più incerte. (Giuseppe Colucci per NL)

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