Proteste di Sky, Rai e Mediaset. Il CNT non ci sta

Costantino Federico (Retecapri): “E’ mai possibile che nessuno protesti, nessuno si indigni per lo spettacolo che Sky, Rai e Mediaset stanno portando in scena da qualche giorno strillando come aquile?”


“E’ mai possibile che nessuno protesti, nessuno si indigni, nessuno si “incazzi” per lo spettacolo che SKY, RAI e Mediaset stanno portando in scena da qualche giorno strillando come aquile per le presunte limitazioni ministeriali, per gli interventi dell’AGCOM e dell’Antitrust, per l’eliminazione del privilegio medioevale della riduzione dell’IVA, per presunte altre tasse e gabelle quali la cosiddetta pornotax?”, dichiara Costantino Federico, Presidente del CNT – Comitato Nazionale Televisioni ed editore di Retecapri.
Solo chi è ormai privo di qualsiasi senso del pudore può con tale sfrontatezza e impudenza denunciare di essere vittima di ingiuste persecuzioni. Le TV nazionali indipendenti non esistono più, se si eccettua la solitaria Retecapri e le TV locali cui, ricordiamo la storica sentenza della Corte Costituzionale del 1976 riconosceva la legittimazione esclusiva alle trasmissioni private in alternativa al servizio pubblico”, s’infervora l’editore del network mediterraneo.
Le TV locali, (oltre 500) ridotte ormai a meno del 5% dei ricavi pubblicitari del settore e degli ascolti – fa eco il coordinatore del CNT Rocco Monaco – si sono viste ridurre drasticamente, improvvisamente ed enormemente i contributi previsti da una legge dello Stato, peraltro già fissati in misura ridotta rispetto agli impegni di spesa e alla legge di riferimento”. In pratica, secondo il CNT, “i contributi alle TV locali che dovevano essere di 250 milioni di euro già da anni, non sono mai stati erogati secondo le previsioni di legge ed ora sono stati ulteriormente e drasticamente ridotti per gli anni a venire. Per il prossimo anno non arriveranno a 180 milioni di euro e questi serviranno solo a comprare le corone di fiori per i funerali delle TV locali che per far prima a tirare le cuoia ci sta pensando la transizione al DTT. Il duopolio RAI-Mediaset nell’analogico si sta trasformando in duopolio nel DTT con l’aggiunta di SKY nel digitale satellitare”. “In questa situazione questi signori protestano? Si vergognino invece. SKY sottrae pubblicità alle altre emittenti per centinaia di milioni di euro, pubblicità cui potrebbero invece accedere le TV locali che hanno solo questa fonte di reddito sempre più ridotta mentre SKY ha gli abbonamenti come TV a pagamento e RAI ha il canone”, attacca Costantino Federico. “Entrambi sono fiumi di denaro che rendono ridicoli i contributi alle TV locali, ora anche ridotti. La battaglia contro il regolare pagamento dell’IVA da parte di SKY è un’offesa e un insulto e nasconde l’altra vera opposizione e cioè alla cosiddetta pornotax che dovrebbe colpire soprattutto SKY, che ricordiamo controlla con venti canali porno oltre il 90% delle trasmissioni Hard Core. Mentre le TV locali sono perseguitate dall’AGCOM se trasmettono un seno nudo a corredo delle chat line SKY incassa milioni dal porno a pagamento controllando perfino i potenziali concorrenti. Se a Bossi è consentito minacciare l’uso dei fucili per il federalismo perché alle emittenti non deve essere consentito la occupazione delle frequenze di SKY, di RAI e Mediaset?”, chiosa il CNT. “In questo paese è sempre più difficile trovare “un giudice a Berlino” e si conferma sempre più che solo l’arroganza e la prepotenza sono vincenti”, urla dal comunicato stampa Federico. Il CNT a mezzo del Presidente Costantino Federico e del Coordinatore Rocco Monaco “intende proporre a tutte le associazioni di categoria e a tutto il mondo della radiotelevisione locale e quella indipendente una giornata di lotta, con una riunione degli Stati Generali dell’emittenza per le iniziative di lotta a sostegno delle imprese del settore minacciate ormai irreparabilmente da SKY, RAI e Mediaset. Il vero servizio pubblico viene costantemente svolto dalle centinaia di emittenti che ogni giorno sono a stretto contatto con le realtà comunali e regionali”.

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