Radio, Capital rinforza il palinsesto. Ma le emittenti de L’Espresso soffrono la competitività sul piano tecnico

Lo scorso anno si è chiuso, come ricorderanno i nostri attenti lettori, con un netto sorpasso di RTL 102.5 sull’intero comparto radio del gruppo L’Espresso.

La radio di Lorenzo Suraci, oltre ad aver ottenuto la leadership sul piano degli ascolti (7 mln nel giorno medio, contro i 5 mln di Deejay), ha (stra) vinto sulla stazione di Linus anche per quanto concerne il settore della raccolta pubblicitaria, in crescita (in controtendenza) del 5% sul 2012, per un totale di 54,8 milioni di euro. Anche se Antonio Graziano, nuovo direttore centrale della concessionaria pubblicitaria Manzoni (società del gruppo L’Espresso), si dichiara positivo per le performance ottenute a inizio anno (“In gennaio e febbraio siamo cresciuti più del mercato radiofonico, che ha messo a segno complessivamente un +7,5% sullo stesso bimestre 2013. In marzo siamo in linea con il 2013, dove avevamo molte iniziative speciali. Per aprile prevedo una leggera flessione anche a causa delle numerose festività che sono sempre un freno agli investimenti pubblicitari”), è indubbio che la netta differenza di 2 mln di ascoltatori abbia segnato una pesante sconfitta per le radio del gruppo (Deejay, Capital, m2o), al netto delle giustificazioni di Linus, secondo il quale il gap sarebbe (perlopiù) frutto di ingerenze del formato radiovisione. Urge dunque correre ai ripari e attuare nuove strategie: per ora la concentrazione è rivolta principalmente su Radio Capital, nelle mani del direttore artistico Danny Stucchi e del caporedattore Edoardo Buffoni. Se è vero che la seconda emittente radiofonica de L’Espresso ha visto le sue sorti risollevate nell’ultimo triennio – come ha affermato il team editoriale: “Abbiamo preso Capital al suo minimo storico e in tre stagioni siamo cresciuti di 500 mila ascoltatori nel giorno medio. Nel 2013 Capital è stata la radio nazionale che è migliorata di più, con un +11%” – non va però dimenticato che lo stesso Linus, nell’intervista a ItaliaOggi del 20 marzo, ha sottolineato la necessità di incrementare la quantità degli investimenti per permettere a Capital di “uscire dal suo orticello”. E, in effetti, la condizione tecnica deficitaria è un pò il tallone d’Achille dell’intero comparto radio del gruppo. In questi anni strategie confuse o poco convinte sulla gestione della rete di distribuzione del segnale in FM non hanno sicuramente aiutato la competizione con concorrenti che invece hanno saputo meglio mettere a frutto le (magari numericamente inferiori) risorse frequenziali. Comunque sia, la radio di Danny Stucchi sta tentando il tutto per tutto per incrementare il bacino degli ascoltatori: dal concorso Capitalent, dedicato a cantanti e band, al Record Store Day (la giornata per la salvaguardia dei negozi di dischi), dalla presenza a fiere, saloni ed eventi fino agli accordi con alcune regioni per iniziative turistiche. Proprio sul fronte turismo pare che l’emittente stia premendo l’acceleratore grazie alle collaborazioni con la guida Lonely Planet e con gli enti di promozione di vari paesi stranieri (uno su tutti l’Australia del Sud). Sarà sufficiente un semplice rafforzamento del palinsesto per colmare il divario degli ascolti e della raccolta pubblicitaria? Basteranno le nuove iniziative proposte da Capital per far sì che il gruppo L’Espresso tenti la scalata al colosso RTL 102.5? (V.R. per NL)

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