Dopo settimane di tensioni, prese di posizione pubbliche ed accuse incrociate, arriva una (moderatamente) positiva conclusione della vicenda che aveva messo in allarme l’intero comparto dell’emittenza locale.
La Commissione Bilancio del Senato ha infatti approvato un emendamento alla Legge di Bilancio 2026 che supera le criticità legate al previsto taglio dei contributi per televisioni e radio locali, neutralizzando, quantomeno parzialmente – in quanto limitatamente alla annualità 2026 -, un intervento che avrebbe inciso pesantemente sul settore nel triennio 2026-2028.
Sintesi
La Commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento alla Legge di Bilancio 2026 che attenua l’impatto del previsto taglio ai contributi per radio e televisioni locali, neutralizzandolo limitatamente alla annualità 2026 e scongiurando, almeno in parte, una riduzione strutturale da 20 milioni di euro annui ex DPR 146/2017.
L’intervento rappresenta l’esito di un confronto parlamentare trasversale, sollecitato dalle associazioni di categoria e dai lavoratori del comparto, che avevano denunciato i rischi per pluralismo, occupazione e sostenibilità economica dell’emittenza locale.
Pur accolto con soddisfazione, il risultato non chiude definitivamente la partita: restano infatti confermate le riduzioni di 20 milioni ciascuna sulle annualità 2027 e 2028, confermando come la salvaguardia del settore richieda ancora stabilità normativa e un dialogo istituzionale continuo in una fase di profonda transizione tecnologica ed economica.
Lo spettro per taglio di 20 milioni annui dai contributi ex DPR 146/2017
Una conclusione che riduce (ma non elimina) le proteste avviate nelle scorse settimane, quando l’emendamento inserito nella manovra aveva disposto una riduzione di 20 milioni di euro annui (a partire dalla annualità 2026) ai fondi destinati all’emittenza locale, generando una reazione durissima da parte delle associazioni di categoria e degli operatori, preoccupati per le ricadute su pluralismo, occupazione e sostenibilità economica delle imprese.
Dallo scontro politico-mediatico alla correzione parlamentare
La vicenda aveva assunto rapidamente una dimensione politica e mediatica, con le proteste delle associazioni di settore e delle singole emittenti finite al centro del dibattito pubblico ed una risposta altrettanto dura da parte di alcuni organi di stampa nazionali (non neutrale, considerato che il taglio alle radio e tv locali avrebbe generato risorse per la carta stampata), che avevano liquidato le istanze delle emittenti locali come una difesa di rendite di posizione.
Confronto ideologico
Un confronto che aveva rischiato di cristallizzarsi in uno scontro ideologico, oscurando il merito della questione: la tenuta di un comparto già provato da anni di transizione tecnologica, riduzione delle risorse frequenziali, concorrenza delle piattaforme globali e crescente pressione sui ricavi pubblicitari.
L’intervento correttivo
È in questo contesto che si collocano gli interventi politici nell’ambito dell’esame della Legge di Bilancio nella Commissione Bilancio del Senato, che ha riformulato l’impianto della manovra, accogliendo le istanze provenienti dal settore e correggendo una misura che avrebbe avuto effetti strutturali e non contingenti.
La soddisfazione delle associazioni: “Salvaguardate TV e radio locali”
Le associazioni rappresentative dell’emittenza radiofonica e televisiva locale hanno accolto con (moderato) favore l’esito dell’esame parlamentare. In una nota congiunta, diffusa a conclusione dei lavori della Commissione Bilancio, sottolineano “apprezzamento per la positiva conclusione dell’esame della Legge di Bilancio in Commissione Bilancio del Senato, che ha portato all’approvazione di un emendamento in grado di garantire la tutela del comparto delle televisioni e delle radio locali, superando le criticità che avevano suscitato forte preoccupazione nel settore.”
Un confronto “serio e responsabile”
Secondo le associazioni, il risultato non è stato casuale, ma frutto di un lavoro di interlocuzione istituzionale portato avanti nelle settimane precedenti: “Il risultato raggiunto rappresenta l’esito di un confronto parlamentare serio e responsabile, sviluppatosi anche grazie alle sollecitazioni e ai contributi provenienti dalle Associazioni di categoria, dagli operatori e dai lavoratori del comparto, che in queste settimane hanno più volte richiamato l’attenzione sull’importanza strategica dell’emittenza locale per il sistema informativo del Paese.”
Un intervento trasversale delle forze politiche
Elemento politicamente rilevante è il carattere trasversale dell’intervento correttivo. La soluzione approvata in Commissione Bilancio è infatti il risultato di una convergenza tra più forze politiche, appartenenti sia alla maggioranza sia all’opposizione.
Attenzione e sensibilità istituzionale
Le associazioni lo sottolineano esplicitamente, elencando i contributi parlamentari che hanno concorso al risultato finale: “Diverse le forze politiche che hanno concorso a raggiungere tale risultato presentando emendamenti e subemendamenti a difesa del settore, dimostrando attenzione e sensibilità istituzionale verso un comparto che costituisce un presidio essenziale di pluralismo e democrazia.”
I sostenitori dell’emendamento correttivo
Nel dettaglio, vengono richiamati: “la Lega, con i subemendamenti a firma dei senatori Romeo, Bergesio, Testor e Dreosto;
Fratelli d’Italia, con il subemendamento a firma dei senatori Gelmetti e Nocco; il Partito Democratico, con i subemendamenti a firma dei senatori Boccia, Martella e Manca; il senatore Pietro Patton del Gruppo delle Autonomie.”
Consenso politico ampio ed inequivoco
Un elenco che fotografa un consenso politico ampio e difficilmente liquidabile come espressione di una sola area parlamentare.
Stabilità e certezze in una fase di transizione complessa
“Il contributo delle forze politiche, nell’ambito di un confronto parlamentare trasversale, ha consentito di giungere a una soluzione equilibrata, capace di riconoscere il valore dell’emittenza locale e la necessità di garantire stabilità e certezze a un settore già fortemente impegnato in un complesso processo di transizione economica, tecnologica e digitale”, spiega la nota interassociativa.
Presidio dell’informazione di prossimità
“Le televisioni e le radio locali rappresentano infatti un presidio insostituibile di informazione di prossimità, assicurando quotidianamente una copertura capillare dei territori, dando voce alle comunità locali, sostenendo l’occupazione qualificata e contribuendo in modo determinante al pluralismo dell’informazione sancito dall’articolo 21 della Costituzione”.
Centralità della funzione democratica dell’informazione locale
Una rappresentazione che ribalta, almeno in parte, la narrazione emersa in alcune sedi mediatiche, restituendo centralità alla funzione democratica dell’informazione locale.
Non un punto di arrivo, ma una tappa
La conclusione parzialmente positiva della vicenda non viene tuttavia letta come un punto di arrivo definitivo, considerato che rimane allo stato soppressa la previsione di riduzione di 20 mln di euro per le annualità 2027 e 2028 ed il trasferimento delle compotenze per la ripartizione del Fondo unico per il pluralismo sotto la Presidenza del Consiglio dei ministri (fino ad ora di competenza Ministero delle Imprese e del Made in Italy).
Proseguire confronto costruttivo
Sul punto “Le Associazioni confermano la propria disponibilità a proseguire un confronto costruttivo con il Governo e con il Parlamento, affinché il settore dell’emittenza radiofonica e televisiva locale possa operare in un quadro normativo stabile, certo e orientato allo sviluppo, continuando a svolgere la propria funzione di servizio ai cittadini e ai territori.” (E.G. per NL)











































