da Franco Abruzzo.it
Como, 1 aprile 2008. La richiesta di ‘rimissione’, ovvero di trasferimento ad altra sede del processo per la strage di Erba in Corte d’Assise a Como avanzata ieri mattina dall’avvocato Enzo Pacia che assiste gli imputati Olindo Romano e Rosa Bazzi, non piace all’opinione pubblica comasca ancor piu’ di quanto non piacciano i coniugi ritenuti dalla Procura di Como gli spietati killer che in una ventina di minuti furono capaci di massacrare tre donne e un bambino, riducendo in fin di vita il marito di una delle vittime. La richiesta del legale e’ stata motivata con una “vergognosa campagna stampa denigratoria portata avanti dalla tv locale”, affermazione che ha sollevato l’indignazione dell’Ordine dei Giornalisti, cosi’ come quello dell’Associazione Lombarda Giornalisti e dell’Unione nazionale Cronisti italiani. Oggi pomeriggio a prendere le difese dell’emittente locale, nel corso del programma ‘Vita in Diretta’ su RaiDue il direttore Mario Rapisarda che gia’ in un suo editoriale nel Tg di ieri sera ha respinto le accuse di faziosita’ mosse dalla difesa Romano. Dal canto loro i legali delle parti civili definiscono “pretestuoso” il ‘legittimo sospetto’ adotto dal collegio difensivo. “Le prove si formano durante l’istruttoria dibattimentale – afferma l’avvocato Manuel Gabrielli – e credo proprio che se dovessimo mettere su una bilancia le prove accusatorie e quelle difensive, avremmo il primo piatto che sprofonderebbe a terra dal peso”. Secondo l’avvocato Roberto Tropenscovino, che assiste il vedovo Azouz Marzouk “abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione di come la difesa sia a corto di idee. Avendo capito che probabilmente neppure una perizia psichiatrica avrebbe salvato da condanna i due coniugi, il collegio difensivo tenta di far spostare il processo. I colleghi hanno sempre detto di avere in mano carte vincenti, ma finora mi sembra di aver visto solo dei due di picche”. Domani ci sara’ l’ultima udienza, poi l’istruttoria dibattimentale si potra’ dire chiusa, indipendentemente all’istanza di trasferimento. Ieri la difesa ha rinunciato all’ennesimo testimone, l’investigatore privato Oscar Candian. I lavori processuali poi si fermeranno in attesa del pronunciamento della Cassazione, che potrebbe arrivare anche fra qualche mese. Agli Ermellini di piazza Cavour stabilire se la discussione finale (requisitoria e arringa) e sentenza potra’ essere pronunciata a Como oppure in altra sede, verosimilmente Brescia. Difficilmente, tuttavia, si ripartira’ da capo. Tutta la fase processuale finora svolta dovrebbe essere considerata valida, almeno fino a ieri. (AGI)