Era nell’aria. Troppe torri di telecomunicazioni in mano ad un unico soggetto. Posizioni di sostanziale monopolio in molte località strategiche stavano da mesi allarmando gran parte delle stazioni locali e diversi network nazionali. Ora la goccia rischia di far traboccare il vaso. E la goccia è un aumento (per i più immotivato, posti i prezzi applicati già elevati) fino al 15% dei canoni di locazione per servizi integrati (affitto, manutenzione ordinaria, ecc.). Troppo. Sicché qualcuno ha deciso di non stare più al gioco, minacciando di denunciare la questione all’Antitrust, che probabilmente, di qui a breve, potrebbe essere investita di un problema di rilevante portata per il sistema delle comunicazioni radiotelevisive italiane. Ovviamente il problema del cd. towering non è una novità: solo operatori poco accorti non si erano accorti che oltre al problema dell’accesso alle frequenze radiotelevisive, in Italia stava maturando anche quello dell’accesso ai siti trasmittenti: un vero e proprio pedaggio cui sono costretti anche i fortunati che le frequenze ce le hanno.
Il rapido conseguimento di una consistenza infrastrutturale di migliaia di torri in mano a pochi soggetti li pone in una posizione di sostanziale monopolio italiano, sicché sorgono forti e legittime preoccupazioni in merito al denegato esercizio parziale, sotto l’aspetto politico-economico, di tale dominio in un settore delicato come quello delle tlc.
Ma la questione, invero, è ancora più ampia, atteso che, in qualche caso, all’attività di towering seguono esercizi imprenditoriali collaterali ed affini, spesso in relazione alla produzione e/o al commercio di apparecchiature per la trasmissione radiotelevisiva, che trovano (e potrebbero trovare sempre più) gradita ospitalità presso le postazioni gestite.
L’assenza di specifiche disposizioni normative che, allo stato, regolano la titolarità delle postazioni finalizzate ad attività di tlc, come ad esempio tralicci, ricovero trasmettitori ed antenne, fonda la preoccupazione degli operatori/editori: la titolarità di siti esclusivi in posizioni strategiche, potrebbe determinare disparità di trattamento tra i soggetti aventi impianti che necessariamente devono essere posizionati in tali postazioni.
Il timore è tanto più fondato se si considera che, in un’ottica estrema, gli operatori di towering, per i più svariati motivi, potrebbero giungere (operando in regime di diritto privato) a rifiutare ospitalità ad emittenti che si troverebbero quindi nell’impossibilità di esercitare la propria attività.