Tv. Coronavirus e smart working. Pochi gruppi tv lo usano appieno, preferendo forme eterogenee di protezione del personale

smart working coronavirus

Per far fronte all’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus, da lunedì 24/02 i maggiori gruppi televisivi italiani hanno deciso di agire in tutela del proprio personale, ma in maniera differente.
Sky Italia e Discovery Italia hanno optato per la modalità più estrema: lo smart working; hanno, quindi, permesso ai propri dipendenti di lavorare da casa.
Altri – quali Mediaset, Rai, La7 e Viacom Cbs Italia – hanno preferito attuare disposizioni più moderate, limitando l’affluenza dall’esterno e riducendo contatti (come riunioni e conferenze fisiche).

I gruppi televisivi e lo smart working

Sky Italia ha potuto avviare facilmente lo smart working per 3 mila dei propri lavoratori poiché già da 4 anni offre questa possibilità, grazie a un’infrastruttura pronta a tutti gli accessi da remoto.
In questi giorni solo 300 dipendenti di quelli totali sono fisicamente presenti nelle sedi a causa della natura del loro lavoro, come ad esempio gli operatori tv.
Anche Discovery Italia – che ormai da tempo segue una policy interna che prevede smart working illimitato – seguendo le indicazioni delle istituzioni, ha scelto questa soluzione, tranne, però, per quelle figure fondamentali per la continuità operativa.

Sicurezza e salute dei dipendenti al primo posto

Anticipando tutti, Mediaset già da venerdì 21/02 ha intrapreso una serie di misure per tutelare la salute e la sicurezza dei dipendenti. Coloro che risiedono nei comuni isolati sono ovviamente stati esonerati dalle prestazioni lavorative e le trasferte di lavoro sono state ridotte, così come anche le riunioni con personale esterno.
Come da ordinanza, chiunque presenti raffreddore o problemi respiratori, deve restare a casa, e nel caso ritenga di essere entrato a contatto con qualcuno di potenzialmente contagioso, deve segnalarlo alle autorità sanitarie, al proprio responsabile e alla direzione delle risorse umane.

RAI distribuisce mascherine

Come provvedimenti il gruppo Rai, nelle sue sedi a Roma e Milano, ha allestito due punti di distribuzione delle mascherine, guanti e disinfettante, ha vietato tutte le trasferte in Italia e all’estero, che non siano strettamente connesse alle esigenze d’informazione, ha limitato le visite in azienda da parte di soggetti esterni – che nel caso devono firmare un’autocertificazione – e ha sospeso la partecipazione di un grande pubblico in studio.
L’azienda pubblica ha, inoltre, comunicato che “coloro che si sono recati nelle aree di rischio negli ultimi 14 giorni devono segnalarlo alle autorità sanitarie e alla task force aziendale. Tali soggetti, al termine della missione, non potranno accedere ai siti aziendali e sono invitati a restare a casa per un periodo di 14 giorni dalla data del rientro, lavorando da casa”.

Business continuity

Naturalmente anche La7 ha adottato accorgimenti in linea con le ordinanze ministeriali. Non vengono, per esempio, inviati giornalisti nelle zone rosse, e chi vi è stato venerdì 21/02 non è ancora rientrato nella sede di lavoro. E’ stato poi attivato lo smart working per la sede di Milano e vi è molta cautela verso le trasferte, permesse solo se strettamente necessarie e autorizzate.

Viacom diventa flessibile

ViacomCBS Italia ha dichiarato che, oltre a seguire le procedure regionali emanate dagli organi competenti, “Abbiamo attivato delle procedure di flessibilità e tutela in particolare per i genitori, dipendenti con situazioni di salute a rischio e pendolari. […] Tutte le procedure hanno l’obiettivo di tutelare le nostre persone e parallelamente assicurare la business continuity”. (N.S. per NL)

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