Il padre delle antenne – La storia di Franco Rizzi (il fondatore di Tele Monte Penice, storica tv pavese nata nella seconda metà degli anni 70) non è soltanto una biografia dedicata a Franco Rizzi (1940-2018), figura centrale della prima stagione delle televisioni locali italiane: è anche un atto d’amore di un figlio verso un padre che ha segnato la storia della comunicazione del nostro Paese.
Il padre delle antenne
Il volume, scritto da Matteo Rizzi con prefazione di Corradino Mineo, si distingue per la capacità di unire rigore narrativo e partecipazione emotiva, fondendo la cronaca delle tappe pionieristiche con la prospettiva di chi, bambino, ebbe il privilegio di osservare dall’interno un mondo che per i suoi coetanei era solo un oggetto distante, racchiuso nello schermo televisivo.
Da Tele Pavia Sperimentale a Tele Monte Penice
L’autore, infatti, racconta la sua infanzia fuori dal comune, tra antenne, studi televisivi e banchi di regia di Tele Monte Penice UHF 48-68, evoluzione della precedente Tele Pavia Sperimentale UHF 48.
Laboratorio vivente
Un laboratorio vivo, che si trasformò ben presto in una vera azienda capace di ritagliarsi uno spazio nella vita di una comunità desiderosa di riconoscersi in una televisione più indipendente e vicina, nonostante l’ampia diffusione garantita da due canali che illuminavano gran parte della pianura padana con sforamenti in Emilia e Piemonte.
Franco Rizzi
Il racconto di Marco Rizzi restituisce l’immagine del padre Franco, autentico pioniere delle telecomunicazioni, dotato di un talento innato per l’elettronica e di un entusiasmo contagioso per la sperimentazione. Dalle prime radio recuperate nei rottami alla costruzione di una tv che avrebbe ospitato artisti, giornalisti e sportivi di rilievo nazionale, la parabola del “padre delle antenne” appare come la testimonianza di un’Italia che, negli anni ’70, seppe reinventarsi rompendo schemi consolidati.
Il sogno e la realtà
Ma quello dell’autore non è solo una celebrazione: la sua prosa trasportata restituisce anche il lato amaro di questa vicenda, ricordando come il sogno costruito in pochi anni fsarebbe stato destinato a dissolversi altrettanto rapidamente, a causa di decisioni non riconducibili al fondatore.
L’epilogo
Tele Monte Penice, dopo il contrastato (da Franco Rizzi) trasferimento a Milano, fu sradicata dal suo territorio: una delocalizzazione che ne avrebbe segnato la fine. Un epilogo, tuttavia, che, paradossalmente, avrebbe preservato l’emittente dall’agonia lenta che colpì, dalla seconda metà degli anni ’80, altre televisioni private della prima ora, sopravvissute per qualche tempo ma poi consumate dall’inerzia o dall’indifferenza del pubblico.
Bilancio lucido
È proprio questo equilibrio fra entusiasmo e malinconia a rendere il libro particolarmente prezioso: non un racconto agiografico, ma un bilancio lucido, capace di sottolineare come Franco Rizzi, pur avendo assaporato solo in parte il successo della sua creatura, avesse compreso la portata della sua impresa.
Fatalismo concreto
Ammirevole, a tal proposito, il finale del volume, in cui Matteo Rizzi descrive il padre ormai sereno, capace di fare pace con Tele Monte Penice prima della sua scomparsa nel 2018. Un uomo che, pur consapevole delle difficoltà e delle amarezze, aveva accettato con un fatalismo concreto le gioie e i dolori della propria avventura imprenditoriale e umana.
La chiave di interpretazione
Dal punto di vista storico, Il padre delle antenne offre anche al lettore contemporaneo una chiave di interpretazione per comprendere l’origine del sistema radiotelevisivo privato locale in Italia. Ricorda come, tra le pieghe della normativa incerta e della lotta contro il monopolio, nascessero esperienze che avrebbero plasmato l’offerta audiovisiva italiana negli anni successivi. Tele Monte Penice fu una di queste: radicata nel territorio pavese, ma capace di guardare lontano e di trasmettere un’idea nuova di televisione, vicina alle persone ed alle loro comunità.
Storia di un uomo e della sua passione
In definitiva, la biografia di Franco Rizzi del figlio Matteo si colloca a metà strada fra un memoriale personale ed un documento storico. È il racconto di una stagione irripetibile in cui bastavano entusiasmo, ingegno e determinazione per sfidare i colossi e inventare linguaggi nuovi. Ma è anche la storia di un uomo che, pur con tutte le contraddizioni della vita, resta simbolo di un’epoca in cui la radio e la televisione locale non erano soltanto strumenti di intrattenimento, ma veri e propri presidi di identità e di libertà.
Il libro
Un libro che consigliamo a chi vuole rivivere, o scoprire per la prima volta, l’epopea delle tv locali degli anni Settanta. Non solo per la figura di Franco Rizzi, ma per comprendere come, in fondo, dietro ogni antenna, ci fosse la passione di pionieri che hanno cambiato la storia della comunicazione in Italia. Edito da Univers Edizioni, il testo è in vendita ad euro 18,00 nelle librerie fisiche e online. (M.L. per NL)