Tv Ip. Amazon sfida i giganti dello streaming: diventa indipendente Prime Video

Il servizio on demand Prime Video è stato di recente scorporato dall’offerta Amazon Prime dal gigante dell’e-commerce che lancia la sua sfida verso i servizi di streaming online, Netflix in primis, che nel frattempo pubblica i primi dati del 2016.

Amazon lancia ufficialmente la sua sfida ai colossi della tv on demand con il suo Prime video che, da domenica, è disponibile come pacchetto indipendente; l’offerta è stata scorporata dal più ampio Amazon Prime, servizio che garantisce la consegna dei prodotti acquistati entro massimo due giorni oltre che una serie di altri prodotti come musica in streaming e svariati benefit. Per i soli Stati Uniti, adesso, sarà possibile abbonarsi esclusivamente a Prime Video per la cifra di 8,99 dollari al mese: 1 dollaro in meno dell’abbonamento più diffuso del colosso over the top Netflix. Dunque Jeff Bezos, creatore del gigante dell’e-commerce, ha deciso di scommettere sulle capacità del suo servizio on demand di stare in piedi da solo grazie ai numerosi investimenti fatti nell’ambito dall’acquisizione di numerosi diritti di trasmissione (fra i quali spicca la serie di successo Mr Robot) alla produzione vera e propria, con serie come Mozart in the jungle o Transparent. Difficile fare delle previsioni su quanto Bezos ci abbia effettivamente visto giusto: tutto ciò che è dato sapere, è che al momento gli abbonati di Prime sono fra i 50 e i 60 milioni, ma si tratta di numeri poco rilevanti visto che sotto il cappello di Prime, come già detto, si trovano innumerevoli servizi ed è difficile stabilire quanti effettivamente facciano uso della sua tv on demand. Alcune stime approssimative, che si basano sul traffico di dati in rete, parlano di un’utenza che raggiunge il 10% circa di quella di Netflix. E restando proprio sulla compagnia di Reed Hastings, sono stati pubblicati proprio di recente i risultati del primo quadrimestre 2016; da questi si evince che, in termini di crescita del fenomeno, Netflix vada avanti come un treno avendo raggiunto quota 81,5 mln di utenti circa; di questi, il 42% viene da fuori gli USA, segno che la stabilità del mercato domestico si sta bilanciando con la crescita estera portando quasi ad una sostanziale parità di utenza dei due segmenti e sarà interessante vedere come questo aspetto si evolverà nei prossimi mesi. Dopo il primo mese di prova offerto gratuitamente, sono stati circa 32 mln gli utenti che hanno confermato il loro abbonamento iniziando a pagare; di questi non si sa quanti siano italiani (i dati diffusi da Netflix sono globali), ma si può dire che ognuno dei 190 paesi ha visto in media 170mila nuove utenze confermate dopo la prova gratuita. Infine, il servizio over the top continua a registrare pochi utili fuori dagli Stati Uniti per via dei cospicui investimenti, mentre il mercato di casa ne produce per 27 milioni circa. Sarà interessante vedere adesso come riuscirà a tenere testa al crescente fenomeno da loro avviato e che sta portando sempre più operatori (da Amazon a Vivendi) a sfidare il gruppo di Hastings sul suo terreno di gioco. (E.V. per NL)

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