Tv: Sardegna totalmente in digitale. Non senza critiche

Si è conclusa la fase ufficiale di passaggio al digitale terrestre. La Sardegna è ufficialmente la prima regione ad essersi convertita in toto al nuovo sistema. Ma non sono mancate le critiche


Adiconsum.it

Oltre 1 milione 600 mila persone, più di 640 mila famiglie, dal 31 di ottobre (data ufficiale) sono entrate definitivamente nell’ambiente televisivo digitale: è il risultato della conversione della tv dall’analogico al digitale terrestre in Sardegna.
Si tratta della più vasta regione digitale dell’intera Europa – ha commentato Andrea Ambrogetti, presidente DGTVi (associazione che riunisce Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, Dfree, e le televisioni locali di FRT ed Aeranti Corallo) – che conferma il primato italiano nell’avanzata verso il passaggio al digitale terrestre che si concluderà nel nostro Paese, come in tutta Europa, nel 2012.”Medesima soddisfazione esprime lo stesso sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani che ribadisce come “Per la prima volta in Europa una regione così importante è completamente digitalizzata. Un risultato straordinario ottenuto grazie all’apporto di tutti gli attori di questa rivoluzione: i broadcaster, i produttori e distributori di decoder per il digitale terrestre, gli installatori di antenne, le associazioni di volontariato che hanno accompagnato questa transizione, le associazioni di consumatori. E’ stato un processo di sintesi e condivisione che ha portato a raggiungere, in un percorso molto complicato, un obiettivo incredibile”.
Il passaggio definitivo alla nuova tecnologia è avvenuto proprio alle 9,30 del mattino del 31 ottobre, momento in cui è stato spento il segnale analogico di Italia 1 nell’ultimo paese, Ozieri, dove ancora si trasmetteva in analogico.
E’ stato un successo, con una transizione che si è svolta regolarmente e con pochi problemi”, ha commentato il sottosegretario, che ha rivendicato il successo delle iniziative messe in campo dal ministero: il contributo per l’acquisto dei decoder (358 mila quelli erogati dal 2004 a oggi, iniziativa poi replicata dal 15 settembre con i contributi da 50 euro in vista dello switch off previsto dal 15 al 31 ottobre); la campagna di promozione su stampa e tv; il call center attivo dal lunedì al sabato per le informazioni e l’assistenza ai cittadini (circa 58 mila le chiamate nei 15 giorni dello switch off); il sito ad hoc (http://decoder.comunicazioni.it) con tutte le news utili; la sala operativa nella sede del ministero e Cagliari, per monitorare tutte le operazioni di transizione al digitale. “Un successo che ci spinge all’ottimismo per le successive fasi del passaggio al digitale in tutta Italia. Una felice esperienza che sarà replicata nelle altre aree coinvolte nel passaggio al digitale”.Proprio sulla trasparenza e l’assistenza ai cittadini durante questa fase di passaggio sono giunte le principali critiche da parte di alcune associazioni per la difesa del consumatore.
Non è in discussione il passaggio al digitale e i vantaggi che ne possono derivare, quanto l’assistenza agli utenti in questa fase. Adiconsum dal 15 al 31 ottobre aveva aperto uno sportello online per i consumatori coinvolti nello switch-off. Leggendo i molti interventi si comprende come il passaggio non sia stato proprio privo di criticità. Pur non essendo un dato statistico, i commenti dei consumatori sembrano denotare una certa confusione su taluni aspetti e un’impreparazione al passaggio.
Il call center è stato preso d’assalto,come ricorda lo stesso Ministero, ma molti cittadini – lamenta Adiconsum – non sono riusciti in tempi brevi e nel momento del bisogno a recuperare tramite questo strumento le informazioni necessarie. Chiuso nei giorni di festa e dopo le 20, secondo l’associazione, ha fornito un servizio non del tutto adeguato alle necessità. Poca preparazione anche di quella parte di popolazione che più difficilmente di altra si poteva velocemente districare tra decoder, contributi, sintonizzazione, canali a pagamento, ecc.
Come dichiarato da Mauro Vergari, responsabile del settore media digitali e Ict di Adiconsum, a Il Sole 24 Ore: «Noi eravamo disposti a mettere il nostro personale nei negozi di elettronica e negli uffici postali – continua Vergari – in modo da svolgere attività informativa con le persone più in difficoltà tra gli acquirenti, come gli anziani e i meno abbienti. Ma la nostra proposta è caduta nel vuoto e la Sardegna per sintonizzarsi nell’era digitale ha dovuto contare un po’ sul fai da te. Lo switch off andava fatto pensando a tutta la popolazione. Se anche una parte, per quanto piccola, non riesce ad adattarsi, – conclude il responsabile dell’associazione – lo Stato la deve tutelare».
Per il Ministero invece l’esperienza positiva della Sardegna conferma i vantaggi del passaggio al digitale terrestre per gli utenti: tutti i cittadini sardi in questi 15 giorni sono passati da un’offerta televisiva analogica basata su 26 canali (10 nazionali e 16 locali) ad una nuova offerta digitale gratuita e accessibile a tutti composta da ben 59 canali (29 nazionali e 30 locali). Oltre a moltiplicare l’offerta, il passaggio al digitale, ha spiegato ancora Romani, crea anche lo spazio per l’ingresso di nuovi operatori nel mercato: la pianificazione delle frequenze realizzata in Sardegna grazie all’accordo tra Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, ministero e operatori ha consentito ”di individuare un dividendo digitale di due frequenze, nonostante alcuni problemi a livello di coordinamento internazionale. Lo stesso – conclude il sottosegretario – accadrà nelle altre regioni: anzi, in Val d’Aosta ci aspettiamo un dividendo maggiore”.
Il sottosegretario ha, quindi, confermato il calendario già messo a punto a settembre che prevede la conclusione del piano nel secondo semestre 2012, con la digitalizzazione di Sicilia e Calabria, anche se al 2010 “il 70% degli italiani potrà già usufruire della nuova televisione”. Le prossime tappe coinvolgeranno la Valle d’Aosta che entro giugno 2009 sarà digitalizzata, mentre nella seconda metà del prossimo anno toccherà ad aree più grandi del Paese, come il Lazio, la Campania, il Trentino alto Adige e la parte occidentale del Piemonte.

EP dal sito www.i-dome.com

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