Viaggio nelle Micro Web Tv. Benacus Tv, una tv online, per preservare la tradizione

Una moderna web tv, con un nome antico come gli antichi romani. Un ossimoro della produzione televisiva internettiana, online dal 2010 con un nome più che azzeccato: Benacus Tv, la tv del Lago di Garda (fino ai tempi dell’Impero, va detto, il predetto lago veniva chiamato del Benaco, latinismo utilizzato per indicare i molti promontori che circondano il più grande bacino d’acqua italiano).

La web tv in questione ha scelto di aiutare i residenti a tenersi informati, non solo raccontando loro cultura e tradizione, ma anche tenendoli aggiornati su eventi e spettacoli organizzati intorno al Lago. Aperta al pubblico e, quindi, interessata alla creazione di uno strumento web partecipativo, Benacus Tv si trova oggi in una fase di forte start-up principalmente focalizzata sulla definizione di un vero e proprio palinsesto e sulla ricerca di fondi necessari a perseguire al meglio i propri scopi informativi. Ce ne parla Ermanno Azzolini, presidente di Benacus Tv.
 
Quando e perché nasce Benacus Tv? Qual è la mission di Benacus Tv?
 
L’idea parte da lontano per poi trovare la sua effettiva realizzazione all’inizio del 2010. La nostra mission è informare su ciò che accade nel territorio del Lago di Garda. E non solo per mantenere vive tradizione e cultura, ma anche per raccontare eventi e collaborare nella loro realizzazione
 
Come si articola il palinsesto di Benacus Tv? Con quale periodicità aggiornate i contenuti?
 
Ad oggi non abbiamo un palinsesto definito. Ma comunque aggiorniamo i nostri contributi video spesso se ci sono eventi o fatti da raccontare. E tutto lo ciò lo facciamo seguendo il filone di quattro macrocategorie: notizie, eventi, spettacoli e interesse per ciò che è fashion. Ci stiamo adoperando proprio ora per organizzare e gestire un palinsesto coordinato.
 
Perché scegliere il mezzo di internet per diffondere i contenuti di Benacus Tv? I vostri contenuti sono trasmessi anche su canali satellitari o digitali terrestri? In caso contrario, avete mai pensato di proporvi agli operatori di rete locali come fornitori di contenuti?
 
Perché scegliere internet? Perché è fruibile ovunque ed in qualsiasi momento. Anche grazie alla grande diffusione di smartphone e di abbonamenti flat. Inoltre, il web si può considerare l’unica seria alternativa alle tv tradizionali e consente agli utenti di visualizzare tutto on demand (che poi è quello che attualmente fanno più di frequente). Comunque, ad apparire sui tradizionali schermi tv ci stiamo pensando. Ma dobbiamo prima essere più organizzati internamente.
 
Come descrivereste il web-spettatore di Benacus Tv? E’ possibile circoscrivere il vostro target?
 
Chiunque, giovani e famiglie interessate a quanto accade nel proprio territorio.
 
Se il citizen journalism è oggi un fondamentale contributo degli utenti alla pubblicazione di prodotti audio e video online, lo favorite in qualche modo?
 
Non ci limitiamo a favorirlo. Cerchiamo di supportarlo. Siamo, infatti, disponibili a pubblicare contenuti dei cittadini richiedenti, se pur dopo un preventivo e attento controllo.
 
Di quante e quali figure professionali necessita Benacus Tv per realizzare e trasmettere i propri contenuti? Ci sono anche volontari che collaborano con Benacus Tv?
 
La nostra web tv è composta esclusivamente da volontari. Ci stiamo attrezzando ora per collaborare anche con professionisti, sempre che riusciamo ad ottenere le sponsorizzazioni necessarie.
 
Cosa ne pensate delle tv connesse ad internet? Potranno supportare la veicolazione dei vostri contenuti e diventare valide alternative alle piattaforme del DTT o del satellite?
 
Siamo certi che le tv internet-ready siano una valida alternativa. Ma rimarranno pur sempre qualcosa di sostanzialmente diverso.
 
La raccolta pubblicitaria sul web sta crescendo negli ultimi anni? Come si sostiene Benacus Tv?
 
Al momento Benacus Tv vive di contributi occasionali di privati e di qualche donazione. Come dicevo, stiamo cercando di stabilire contatti con alcuni sponsor di un certo livello.
 
Quanto al recente regolamento approvato dall’Agcom, pensate che possa essere utile per fare ordine nel settore delle produzioni web, siano esse radio o tv? Chi sorpassa i 100mila euro di fatturato può effettivamente divenire competitivo nei confronti dei contenuti diffusi con i mezzi tradizionali?
 
Quanto meno ha indicato una direzione da perseguire in futuro. Anche se ad oggi non crediamo sia possibile paragonare chi fattura oltre 100mila ad una tv tradizionale (viste e considerate la notevole differenza di entrate tra i due soggetti). Servirebbe almeno l’istituzione un albo per i nuovi soggetti entranti (web tv). La FEMI, in proposito, ci sta provando e sta facendo un ottimo lavoro.
 
(a cura di M.M. e D.A. per NL)

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