Viaggio nelle Micro Web Tv. Real-Bikes, la web tv che non è solo web tv

Noi ci mettiamo la faccia. Sappiamo che non è la più bella del mondo, ma è la nostra. E al momento abbiamo solo questa”. Sono queste le parole utilizzate dallo staff di Real-Bikes per immortalare se stesso.

Un modo spassoso per presentarsi, ma anche profondamente sincero. Come del resto dimostrano di esserlo le loro produzioni. Un sito web caratterizzato da un layout professionale, contenuti video originali, mini-film delle proprie gesta motociclistiche e mini-serie delle proprie passioni. Insomma, tanti contenuti on demand che meriterebbero senza dubbio un’attenta riformulazione per le piattaforme satellitare o digitale terrestre. Attraverso la seguente intervista Real-Bikes si presenta oggi a NL Newslinet.it, ma la redazione di questo periodico suggerisce vivamente di visitare anche il loro sito: www.real-bikes.com.
 
Quando e perché nasce la web tv Real-Bikes? Qual è la mission di Real-Bikes?
 
Real-Bikes nasce nel 2009. I primi video vengono pubblicati online a novembre 2009 in concomitanza con il Salone EICMA di Milano (il salone del ciclo e motociclo, ndr). Tuttavia l’attività vera e propria, con il sito definitivo, ha inizio a marzo 2010, al termine dunque di un breve periodo di test. La mission di Real-Bikes è fornire una nuova chiave di lettura del mezzo di informazione specializzato nel settore moto, attraverso un processo di cross-medialità capace di unire video e testo in un unico medium, il cui punto di forza è un carattere spigliato e un approccio al giornalismo che non è solo informazione, ma anche intrattenimento. I contenuti testuali sono aggiornati in media almeno una volta al giorno, mentre per i video gli intervalli sono più lunghi. In questo primo anno di attività non abbiamo seguito una scadenza fissa, cosa che comunque sta diventando un proposito per la nuova stagione. Inoltre spesso i video sono legati a manifestazioni, durante e a ridosso delle quali la produzione di materiale è maggiore. Infine, alcuni video sono dei veri e propri cortometraggi, per i quali è richiesta una lavorazione più onerosa: pubblichiamo tre mini film, di una decina di minuti l’uno, ogni nuova stagione. A questi si aggiungono i documentari di viaggio – al momento ce ne sono online tre, mentre uno è in fase di montaggio – e gli altri format del nostro canale aggiornati più frequentemente, ma non ancora con una cadenza prefissata.
 
Perché scegliere il mezzo di internet per diffondere i contenuti di Real-Bikes? I vostri contenuti sono trasmessi anche su canali satellitari o digitali terrestri? In caso contrario, avete mai pensato di proporvi agli operatori di rete locali come fornitori di contenuti?
 
Al momento internet è l’unica piattaforma che ci consente di raggiungere il nostro obiettivo della cross-medialità in modo efficace. Non escludiamo sviluppi in altre direzioni e stiamo già pensando anche a possibili applicativi per tablet e smartphones. Un documentario di viaggio è già divenuto un vero e proprio film in dvd, che vendiamo al momento tramite eBay e ci stiamo adoperando affinché approdi su tv satellitari. Abbiamo dunque già pensato di proporci alle emittenti sia satellitari che del digitale terrestre, anche se al momento il limite è rappresentato dal nostro organico ridotto e dalla resistenza che talvolta si presenta a chi proviene da internet da parte di chi gestisce media (e business) tradizionali.
 
Come descrivereste il web-spettatore della vostra web tv? E’ possibile circoscrivere il vostro target?
 
Il nostro visitatore è in primis un appassionato di moto e motori, ma non è una prerogativa. Sono molti anche coloro che ci seguono pur non cavalcando una moto, semplicemente perché attratti dal nostro modo di raccontare o portati a scoprirci su indicazione altrui. Tuttavia, il nostro target è piuttosto definito: l’età va dai 15 ai 50 anni, con una presenza preponderante di trenta-trentacinquenni. In genere si tratta di persone che hanno già una discreta confidenza con gli strumenti web – per questo ci seguono attivamente anche sui social network – e sono vicini a un modo di intendere la moto fatto principalmente di passione e non di numeri, di emozioni più che di dati tecnici che, tuttavia, non mancano. Si divertono a condividere le esperienze che proponiamo loro e ci vedono come un complemento all’informazione tradizionale. 
 
Se il citizen journalism è oggi un fondamentale contributo degli utenti alla pubblicazione di prodotti audio e video online, lo favorite in qualche modo?
 
Per adesso non siamo strutturati tecnicamente per accogliere la produzione degli utenti, ma ci piacerebbe. Con alcuni di loro, più assidui frequentatori, abbiamo già fatto qualche esperimento; tuttavia il genere di video che proponiamo su Real-Bikes richiede una certa dimestichezza e sensibilità che difficilmente si riscontrano nei normali utenti, per cui preferiamo perseguire un’altra strada, che è quella della collaborazione tra noi e gli utenti, invitandoli a partecipare ad alcuni video. In questo modo possiamo gestire il processo creativo. A tal proposito attualmente stiamo lavorando su una nuova serie di episodi in cui i protagonisti sono proprio i nostri visitatori che raccontano se stessi e come vivono la loro passione per la moto.
 
Di quante e quali figure professionali necessita la vostra web tv per realizzare e trasmettere i propri contenuti? Ci sono anche volontari che collaborano con la vostra web tv?
 
La nostra redazione è composta da due giornalisti professionisti che però non sono impegnati a tempo pieno su Real-Bikes, ma seguono anche altre attività editoriali. Nella maggior parte dei casi curano l’intero processo creativo, dall’ideazione, alla programmazione, alla realizzazione e al montaggio dei video, per finire con la pubblicazione online dello stesso e dell’eventuale articolo e servizio fotografico correlato. Nei casi di servizi più articolati si avvalgono di stimati collaboratori esterni: fotografi, cameraman, montatori e persino musicisti, appartenenti a un piccolo network costruito sulla stima reciproca.
 
Cosa ne pensate delle tv connesse ad internet? Potranno supportare la veicolazione dei vostri contenuti e diventare valide alternative alle piattaforme del DTT o del satellite?
 
Certo che sì, a patto che le normative italiane vengano modificate per essere al passo coi tempi. Allo stato attuale, senza una rete libera e quindi senza una vera democratica fruizione, le tv connesse a internet rischiano di essere un mero esercizio di stile.
 
La raccolta pubblicitaria sul web sta crescendo negli ultimi anni? Come si sostiene la vostra web tv?
 
In effetti, l’interesse degli inserzionisti verso il web sembra sia in costante crescita. Tuttavia il clima è ancora tiepido: gli introiti pubblicitari sono ancora troppo bassi ed è ancora difficile convincere le aziende dell’effettiva utilità di una campagna online. Dal canto nostro stiamo provando con delle proposte alternative al consueto banner, ma dobbiamo ammettere che in questo preciso momento uno dei nostri maggiori punti di crisi riguarda l’adeguamento della struttura commerciale.
 
Quanto al recente regolamento approvato dall’Agcom, pensate che possa essere utile per fare ordine nel settore delle produzioni web, siano esse radio o tv? Chi sorpassa i 100mila euro di fatturato può effettivamente divenire competitivo nei confronti dei contenuti diffusi con i mezzi tradizionali?
 
Se l’Agcom, prima di stilare questo regolamento, avesse anche solo fatto un’analisi dell’allocazione degli investimenti pubblicitari sul suolo nazionale, si sarebbe resa conto che anche le realtà che superano i 100mila euro di fatturato non possono competere con gli investimenti massicci di cui gode la tv tradizionale.
 
(a cura di M.M. e D.A. per NL)

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