A Biella Peppo Sacchi ancora ‘in scena’

Si è svolto il 6 novembre a Biella un convegno sui rapporti tra Televisione e impresa al quale è intervenuto in videoconferenza il ministro Gentiloni. Ma c’era anche il ‘mitico’ fondatore di Telebiella…


da Millecanali

Tra il 1971, quando ebbe inizio l’avventura storica di Telebiella, e il 2006 si sono via via sviluppati diversi modi innovativi di fare informazione, di veicolare l’immagine dei prodotti attraverso lo schermo e anche nuove tipologie di marketing. In definitiva, si è delineata una modalità diversa di fare impresa per le aziende determinate a costruirsi come ‘brand’.
Oggi, 35 anni dopo Telebiella, mentre all’orizzonte si affaccia una nuova riforma del sistema radiotelevisivo, è stata ancora una volta Biella ad ospitare, al Teatro Sociale, un convegno di respiro nazionale dedicato al tema “Televisione e Impresa”. All’evento sono intervenuti alcuni nomi significativi del panorama imprenditoriale e politico italiano: dal Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni (anche se solo in videoconferenza) ad un grande uomo d’impresa e notissimo volto televisivo come Giovanni Rana.

La prima parte del convegno ha illustrato e sintetizzato, attraverso le case histories del brand Rana, della Delta Pictures, che fa capo alla famiglia Burgay, e della Stefilm International di Torino, l’importanza del mezzo televisivo nel mondo del business di oggi. Sono intervenuti anche Giorgio Simonelli, docente alla Cattolica, e Severino Salvemini della Bocconi.

In occasione del convegno è stato anche distribuito un Dvd dal titolo “Prima di Berlusconi. La storia della prima Tv privata italiana”, sponsorizzato da Uib (industriali biellesi) e da ‘Eco di Biella’ e prodotto da “Videoastolfosullaluna”.
Proprio il video, che è stato realizzato da Beppe Anderi e Filippo Loro nel 1997, può essere un’utile traccia per seguire, attraverso testimonianze e commenti, l’evolversi dell’emittente Telebiella, nata, grazie alla volontà e caparbietà di Peppo Sacchi, nell’aprile del 1971 con le prime trasmissioni via cavo. Il mediometraggio (47 minuti) alterna uno stile documentaristico a momenti più intimi e soggettivi che accompagnano questa biografia per immagini, parole e musica del “video informatore” A21 Tv, che trasmetteva via cavo prima da appartamenti di fortuna e poi dal Convitto Biellese, fornito a Sacchi e ai suoi numerosi compagni d’avventura dall’Unione Industriale Biellese.

La seconda parte del convegno, dalle 18.15 in poi, è stata condotta da Manuela Tamietti e verso le 18.45 ha visto la premiazione dei protagonisti delle vicende di 35 anni fa: Peppo Sacchi, Giorgio Frignani e Giuliano Grizi.
«Non sempre la nascita di una televisione alternativa, che si definisce libera, porta libertà alla gente”. In questo modo Sacchi ha concluso il suo intervento, alla fine del video, con un commento un po’ amaro, appassionato e molto realistico.

Un’intervista fatta a Sacchi qualche giorno prima del convegno delinea meglio la sua vicenda e soprattutto il suo pensiero. Nel 1971 quando Telebiella iniziò a trasmettere, il regista non mirava a sovrapporsi alla Rai, ma voleva creare la ‘Tv del territorio’. «Ma invece del “servizio di volontariato per l’anima” abbiamo dato la stura alla Tv degli idioti, alla Terra Matrigna – dice Sacchi – . Nel 1974 il monopolio Rai si incrinò con la prima legge che consentiva la trasmissione via cavo in luoghi chiusi o contigui e nel 1976 Berlusconi aveva già iniziato la creazione di un network di più emittenti locali. Molti di quelli venuti dopo di noi gli cedettero le frequenze, perché da soli non potevano sopravvivere”.

Nel 1966 Sacchi lavorava alla Televisione svizzera e proprio a Locarno notò che, grazie al collegamento via cavo, era possibile vedere la Tv tedesca. A quel punto il regista si diede da fare e, dopo vari ostacoli e divieti, il Tribunale di Biella, il 30 aprile del 1973, accolse la sua richiesta di registrazione del “Videoinformatore A21-Tv”. L’emittente si chiamò così perché, come spiega lo stesso Sacchi, “ci richiamavamo all’articolo 21 della Costituzione sulla libertà di manifestazione del pensiero con ogni mezzo”. Successivamente Buttafava, direttore di “Oggi” e amico del regista, parlò di questa grossa novità sul suo settimanale. “Dopo quel servizio la prima tivù libera per tutti fu Telebiella e dovetti pure cambiare la registrazione. Il resto è storia di una battaglia di libertà arcinota, con cavi tagliati e riconnessi, Video scuola e programmi vari, sentenze della Corte Costituzionale. Insomma il mercato si liberalizzò».

Oggi il regista non ha per nulla mollato la presa: «Il mio progetto parte dal concetto che non c’è futuro senza memoria, è articolato e parte dal sito www.telebiella.it, che trasmette in tutto il mondo. Prevede una scuola di racconto per immagini, informazione, televisione in ambito universitario. Poi una videoteca d’Italia che raccolga i vecchi filmati di Telebiella – il mio archivio di 3.500 cassette Umatic e 500 Vhs – e di tutte le altre esperienze originali. un museo con le vecchie apparecchiature, fino all’era digitale. Infine, Telebiella-Città Studi, emittente a carattere didattico che trasmetta in tutta la provincia via cavo attraverso la banda larga su Internet, ma anche via etere».

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