A confronto Sky e Auditel – Non si può fare un’Auditel pubblica

Si tratta solamente di una rigorosa applicazione della legge istitutiva dell’Autorità delle Comunicazioni”

Lo ha spiegato Walter Pancini, direttore generale Auditel, secondo il quale un’Auditel pubblica all’interno della stessa Autorità garante, come previsto dall’art. 4 del ddl, non sarebbe concretamente attuabile. Pancini, durante un’audizione dinnanzi alle commissioni cultura e trasporti della camera, le quali stanno analizzando il disegno di legge Gentiloni, ha spiegato che “non esiste un solo paese al mondo che abbia fatto questa scelta e si tratterebbe di un’anomalia costituzionale affidare alla potestà pubblica una funzione privatistico“, essendo peraltro eccessivamente elevati i costi per attuarla. Comunque, stando alle dichiarazioni rilasciate dal direttore generale, le prescrizioni dell’Authority relativamente alle rilevazioni via satellite non sono rimaste lettera morta, ma appunto “già da ieri sono disponibili i dati sugli ascolti delle emittenti satellitari”. Secondo lo stesso Pancini, tuttavia, c’è “un momento di riflessione da parte degli operatori prima di rendere pubblici i dati”. Anche le rilevazioni per la televisione in Internet, la cosiddetta Iptv, sono a buon punto, dato che entro il prossimo giugno dovrebbero cominciare le sperimentazioni. Durante la medesima audizione, Tullio Camiglieri, direttore della comunicazione di Sky, s’è confrontato con Pancini, facendo presente che Sky, in qualità di operatore satellitare, non sarebbe in alcun modo favorito dalle norme del nuovo disegno di legge Gentiloni. “Ci sono ingiustificati pregiudizi nei confronti di Sky che viene definita monopolista, come è accaduto anche in questa sede di audizione sul ddl Gentiloni. La definizione è inappropriata, perché il mercato della tv a pagamento, così come è stato delineato dalla Ue, vede la presenza di molti operatori. Sky, Mediaset, Telecom Italia e Fastweb possono considerarsi concorrenti nel mercato della tv digitale a pagamento”. Infine, Camiglieri ha ricordato che “ci sono obblighi e limitazioni che ci sono state imposte delle ue dopo la fusione, sono gli obblighi e le restrizioni più gravosi mai imposti a una tv a pagamento nel mondo intero”. (D.A. per NL)

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