Blocco permanente delle chiamate a pagamento imposto dall’Autorità Garante per le Comunicazioni

Il Comitato Operatori Servizi Telefonici e Telematici ricorre al TAR


E’ sul piede di guerra il Comitato Operatori Servizi Telefonici: “Ma quale allarme sociale! E’ come se a causa di alcuni truffatori nel mercato del credito, si chiudessero per decreto le banche!”, tuonano in Via Andrea Doria a Milano. “La delibera dell’AGCOM è l’ennesimo tentativo di chiudere il mercato delle numerazioni a sovrapprezzo a beneficio dei soliti noti”, si legge nel comunicato stampa odierno con quale s’informa del ricorso alla Giustizia Amministrativa contro il provvedimento inibitorio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Il Comitato fa notare che “In una esplicita comunicazione, la Commissione Europea ha dichiarato che “la Commissione non ha mai accettato il principio che tutte le linee Telecom rimangano disattivate a meno che l’abbonato le attivi con il suo Pincode”. La proposta di direttiva sulle telecomunicazioni in via di adozione (quella nota come ONP, open network provision) prevede che “gli Stati membri devono assicurare che le organizzazioni di telecomunicazioni provvedano ad una disabilitazione selettiva su richiesta e non ad una disabilitazione generale con possibile abilitazione su richiesta” .“La tutela all’utente è oggi salvaguardata da una ferrea normativa – prosegue il C.O.S.T.T. – sicché l’utente ottiene immediatamente la disabilitazione delle chiamate alle numerazioni a sovrapprezzo, con una semplice richiesta telefonica al proprio gestore e senza addebiti o formalità”. Già oggi, evidenzia il Comitato, l’utente è informato con un messaggio gratuito reso prima dell’addebito sia del tipo di servizio telefonico che del costo e di chi lo fornisce (l’addebito massimo non può essere maggiore di 15 euro). “In presenza di eventuale truffa, la quota corrispondente in bolletta viene bloccata; così come viene bloccato l’ammontare che sarebbe finito nelle tasche del truffatore“, tengono a precisare gli operatori dei servizi telefonici che si domandano quindi “Che bisogno c’era dell’intervento dell’Autorità?”. “In uno Stato Democratico non sarebbe più corretto che fsia l’utente a decidere piuttosto che delibere di Autorità selezionino i numeri “buoni” e censurino quelli “cattivi” da escludere a priori all’accesso?”, conclude retoricamente il comunicato del soggetto portatore di interessi diffusi.

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