Diritto autore. CESE su pacchetto misure UE: bene principio del paese di origine, ma Commissione può fare di più

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Il Comitato Economico Sociale Europeo (CESE) ha da poco (Gazzetta Ufficiale della UE del 21/04/2017) espresso il proprio parere su due importanti documenti elaborati in sede europea sul diritto d’autore.
Si riferisce alla «Proposta direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sul diritto d’autore nel mercato unico digitale» e alla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce norme relative all’esercizio del diritto d’autore e dei diritti connessi applicabili a talune trasmissioni online degli organismi di diffusione radiotelevisiva e ritrasmissioni di programmi televisivi e radiofonici», proposte delle quali Confindustria RTV ha già ampiamente parlato in precedenza anche su queste pagine.
Il Comitato ha accolto con soddisfazione il pacchetto di misure, osservando che, attualmente, in Europa manca un sistema integrato per il diritto d’autore. In quest’ottica, il suggerimento che viene dal parere è quello di: a) rivedere e consolidare la normativa vigente, anche apportando modifiche ad altre direttive; b) contemplare l’opportunità di proporre misure per la tutela del diritto d’autore rispetto ai motori di ricerca in Internet e in ordine al trasferimento gratuito di contenuti tramite reti Wi-Fi; c) disciplinare determinati aspetti per mezzo di un regolamento.
La preoccupazione espressa è quella che i titolari dei diritti d’autore non siano adeguatamente tutelati rispetto ai giganti tecnologici che dominano i mercati globali. Scendendo nel dettaglio, e con riguardo alla proposta sulle Trasmissioni online degli organismi di diffusione radiotelevisiva e ritrasmissioni digitali di programmi televisivi e radiofonici, il CESE ritiene che la risposta della Commissione sia adeguata e che favorirà la distribuzione delle produzioni cinematografiche europee. Il principio del «paese d’origine», secondo il comitato, non è in contraddizione con la territorialità del diritto e con la libertà contrattuale.
Sono tuttavia suggerite alcune modifiche al testo della proposta. Si chiede ad esempio che il testo sancisca espressamente la nullità degli accordi presi in violazione del diritto d’autore. In ordine poi all’estrazione di testi e dati, si chiede di estendere l’ambito di applicazione del provvedimento anche ai ricercatori che operano con scopo di lucro, e di specificare che i semplici fatti e dati non costituiscono oggetto di tutela secondo il diritto d’autore. Tra le altre richieste, si segnala quella per cui dovrebbero essere rese accessibili online, senza scopo di lucro, le opere fuori commercio o che non vengano fornite in maniera attiva dai titolari del diritto.
Il CESE concorda inoltre con l’obbligo imposto ai prestatori di servizi della società dell’informazione che memorizzano e rendono accessibile al pubblico grandi quantità di opere e altro materiale caricati dagli utenti di adottare misure adeguate e proporzionate volte a garantire il funzionamento degli accordi conclusi con i titolari dei diritti e a evitare che i loro servizi rendano disponibili determinati contenuti (value gap).
Sotto altro profilo, Il Comitato rammenta l’importanza e la necessità che l’UE ratifichi, in tempi brevi, il Trattato di Marrakech volto a facilitare l’accesso alle opere pubblicate per le persone non vedenti, con disabilità visive o con altre difficoltà nella lettura di testi a stampa, entrato in vigore il 30 settembre 2016. Il Trattato permetterà a molti cittadini europei non vedenti o con disabilità visive di accedere a un maggior numero di opere accessibili, aprendo così loro le porte della cultura, dell’istruzione, dell’occupazione e, quindi, di una vera inclusione sociale (qui per leggere la Gazzetta Ufficiale UE). (E.G. per NL – fonte Confindustria RTV)

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