Giornalisti attivi. La carta stampata fa da padrona

A dirlo sono i dati contenuti nella relazione annuale dell’Agcom che, per il settore dei media, ha quest’anno adottato il parametro dell’offerta di informazione, individuando – settore per settore – le proporzioni relative al numero dei professionisti impiegati.

Se nel 2011 l’Autorità aveva attinto i dati riferibili a tale comparto dall’Osservatorio sul consumo dei mezzi di comunicazione, ponendosi in un’ottica prettamente consumeristica, quest’anno lo screening ha preso le mosse da un opposto punto di vista. Si rileva, infatti, che il 71% dei giornalisti risulta impiegato nella carta stampata, il 22% nella televisione, il 4% nella radio ed il 3% opera su internet. In ottica gattopardesca, sembrerebbe che tutto sia cambiato – il fenomeno delle news on line gratuite è in questo senso indicativo – affinché il plafond dell’offerta informativa rimanga sostanzialmente lo stesso di qualche anno fa, eccetto sporadici restyling. Dalla relazione dell’Agcom, infatti, si potrebbe trarre una prima importante conclusione, cioè che è proprio il mondo della Rete a restituire lo specchio della lentissima transizione che vede impegnati i tradizionali mezzi di comunicazione nello sbarco sulle nuove tecnologie offerte da internet. Le redazioni telematiche dei principali quotidiani e periodici nazionali “stampati”, sono divenute una seconda occupazione per i professionisti impegnati ogni giorno a consegnare il pezzo da mandare alle stampe o semplice pubblicazione differita degli articoli che, normalmente, divengono liberamente fruibili dopo uno o più giorni dalla pubblicazione. Nonostante gli sforzi compiuti dagli editori e dai direttori responsabili delle testate che hanno quale principale mezzo di diffusione (e di introiti pubblicitari) l’edicola o la consegna della copia cartacea al domicilio dell’abbonato, una massiccia fuga dalla carta stampata di certo – in Italia – non si è ancora verificata; evidentemente, il mercato non è ancora maturo per la “soluzione finale” da molti già attuata oltreoceano e, forse, non lo sarà mai. Altro interessante aspetto messo in luce dall’Autorità nella relazione annuale, è senza dubbio l’analisi congiunta dei dati di domanda e di offerta di informazione in Italia, dalla quale emerge come i periodici siano il mezzo con il più elevato numero di giornalisti in rapporto ai cittadini che chiedono informazione, con 120 giornalisti ogni 100.000 utenti potenziali; seguono i quotidiani (32), le televisioni (10), le radio (9) ed internet (5). Anche in questo caso, la carta stampata, al cospetto dei dati riferibili al settore radiotelevisivo, fa da padrona. Dati a parte, l’Agcom ritiene sia internet “il mezzo che, negli anni, ha conquistato un peso sempre maggiore sul totale delle risorse, in linea con il processo di progressiva digitalizzazione che ha caratterizzato il nostro Paese nel più recente passato, confermandosi il mezzo al quale sono connesse le maggiori potenzialità”, anche se verrebbe da pensare che – tranne pochi casi – nessuno abbia ancora trovato la formula giusta per sfruttarle appieno. Forse, questa è la sfida che ci attende per i prossimi dieci anni. (S.C. per NL)

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