Interferenze internazionali FM (provocate da Italia a stati esteri): parte procedura di infrazione della Commissione europea. Italia in mora

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Procedura di infrazione UE contro l’Italia per le interferenze FM verso i Paesi confinanti (Francia, Croazia, Malta e Slovenia): Bruxelles contesta anni di stallo e chiede azioni immediate.
Attese misure urgenti che potrebbero consistere in immediate ordinanze di eliminazione delle turbative (pena disattivazione impiantistica) ed adozione di un piano FM, magari supportato da una procedura di rottamazione volontaria delle frequenze analogiche.

Ma intanto per le stazioni radio titolari di diffusori in modulazione di frequenza interferenti si prospettano provvedimenti ablativi che, supportati dalla procedura d’infrazione, potrebbe essere difficile contrastare.

Sintesi

La Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia per il mancato rispetto del Codice europeo delle comunicazioni elettroniche e della direttiva quadro, accusando il Paese di non aver adottato misure efficaci per eliminare le interferenze FM arrecate a Francia, Croazia, Malta e Slovenia nella banda 87,5-108 MHz.
Dopo anni di negoziati infruttuosi nell’ambito del Radio Spectrum Policy Group e reiterate contestazioni sulle soluzioni italiane per il DAB e la FM, Bruxelles ha perso la pazienza ed ha inviato una lettera di costituzione in mora concedendo due mesi per rispondere.
La vicenda riflette un quadro complesso, fatto di blocchi di frequenze non coordinati, divergenze sulle norme ITU, ritardi nei piani d’azione e accuse incrociate tra Stati membri.
Se l’Italia non fornirà una risposta soddisfacente, la Commissione potrà procedere con un parere motivato.
Nel frattempo, è ipotizzabile una stretta immediata sulle sorgenti interferenziali e un ritorno alla pianificazione FM, anche attraverso misure straordinarie come la rottamazione degli impianti analogici.

Italia costituita in mora per la questione della produzione interferenziale in modulazione di frequenza

La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all’Italia (INFR(2025)2153) per il mancato rispetto del Codice europeo delle comunicazioni elettroniche (direttiva (UE) 2018/1972) e della direttiva quadro (direttiva 2002/21/CE).

Galeotte furono le interferenze a Francia, Croazia, Malta e Slovenia

L’Italia, seconda la Commissione Europea, “non ha adottato misure amministrative sufficienti per eliminare le interferenze dannose causate dalle emittenti radio FM italiane (modulazione di frequenza) negli Stati membri limitrofi nella banda di frequenza FM (87,5-108 MHz). L’interferenza si estende in particolare al territorio francese, croato, maltese e sloveno e impedisce alle emittenti dei rispettivi paesi di utilizzare lo spettro radio nella banda FM per i loro canali radio FM nazionali.

Inutili gli scambi di lunga data

Nonostante gli scambi di lunga data con l’Italia nel quadro del gruppo Politica dello spettro radio gruppo”, la Commissione ritiene che l’Italia non abbia rispettato gli obblighi previsti dal Codice europeo delle comunicazioni elettroniche e dalla direttiva quadro”. 

Due mesi per l’Italia per rispondere

In ragione di quanto sopra, la Commissione ha inviato pertanto una lettera di costituzione in mora all’Italia, che dispone ora di due mesi per rispondere alle argomentazioni sollevate. In mancanza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrĂ  decidere di emettere un parere motivato.

La vicenda

Ma come si è arrivati a questo punto? Newslinet ha seguito da sempre attentamente la cronica vicenda (che affonda le radici negli anni ’80), che dopo una intensificazione un lustro fa, era entrata in una fase di stallo nel 2023.

Recap

Quindi ripartiamo proprio dall’autunno di quell’anno, quando osservavamo come il rapporto della 62a riunione plenaria del 25/10/2023 al Radio Spectrum Policy Group (RSPG), gruppo consultivo fondato nel 2002 per la Commissione Europea su questioni relative allo spettro radio e composto da rappresentanti della commissione e degli Stati membri, non aveva registrato nessun progresso sulle questioni interferenziali DAB+ e, soprattutto, FM.

Le novitĂ  che avrebbero dovuto arrivare entro novembre 2023

Tuttavia, a riguardo delle interferenze FM, nel documento redatto a margine del consesso si leggeva che “L’Italia ha dichiarato che il gruppo di lavoro istituito ai sensi del decreto legislativo 207/2021 sta lavorando per completare la relazione d’intervento prima della riunione WRC-23″, cioè il World Radiocommunication Conference (tenutosi a Dubai dal 20/11/2023 al 15/12/2023).

Coordinamento transfrontaliero

Gli incontri si erano svolti il 13/07/2023 ed il 25/09/2023, con discussioni che “hanno cercato di progredire sulle varie questioni di coordinamento transfrontaliero”.

Adriatico e Ionio al centro del DAB e della FM

Il Segretario generale del RSPG aveva ribadito “l’importanza di concludere l’accordo sull’Adriatico e sullo Ionio per il DAB poichĂ© ciò contribuirĂ  a risolvere anche alcuni casi di problemi di interferenza FM”.

Questioni irrisolte

Tuttavia, dall’esito del consesso  erano rimaste irrisolte “le questioni sollevate dalla Slovenia riguardo al raggiungimento di un’intesa comune con l’Italia sull’applicazione delle norme ITU“.

Soluzioni al vaglio dell’Italia

Per questo, il 10 ottobre 2023 si era tenuto un incontro bilaterale moderato dai copresidenti del RSPG e con il sostegno della Commissione europea, durante il quale erano state individuate “potenziali soluzioni per risolvere queste questioni bilaterali”, attualmente “al vaglio dell’Italia”.

Croazia e Slovenia vs DAB italiano

Dalla relazione del RSGP emergeva la persistenza dei problemi di interferenza DAB segnalati da Croazia e Slovenia: “L’Italia continua a ritenere che le segnalazioni di interferenze DAB possano essere risolte attuando una soluzione temporanea basata sull’uso dei blocchi di frequenze 7C e 7D poichĂ© questi blocchi non sono utilizzati nei paesi vicini. Soluzione potrĂ  essere implementata in tempi brevi”.

Italia utilizzi altri blocchi di frequenza

Tuttavia, Croazia e Slovenia  si erano opposte “ancora alla soluzione temporanea proposta dall’Italia e hanno suggerito di utilizzare altri blocchi di frequenze registrati che attualmente non sono in uso. Nonostante queste obiezioni, l’Italia sta utilizzando queste risorse di frequenza”.

Slovenia: Italia utilizzi blocchi 7C e 7D durante transizione

Nello specifico, la Slovenia aveva espresso “la necessitĂ  di utilizzare gli stessi blocchi di frequenze 7C e 7D durante il periodo di transizione” ed aveva assicurato “accordi di coordinamento delle frequenze con tutti i paesi tranne l’Italia”.

Italia produca relazione su come intende allinearsi ad accordo DAB per regione adriatica e ionica

All’Italia era stato chiesto di fornire una relazione che illustrasse “in dettaglio come intende allinearsi all’accordo DAB per la regione adriatica e ionica una volta firmato” e chiarisse “chiaramente il processo che porta all’utilizzo di 7C e 7D, anche nel caso in cui tale accordo non sia finalizzato”.

Dettagli della relazione

La relazione richiesta all’Italia, nello specifico, avrebbe dovuto:
a) indicare chiaramente come intendeva allinearsi all’accordo DAB per la regione Adriatico-Ionica una volta concluso e indicare quali blocchi di frequenze intendeva utilizzare in luogo di 7C e 7D;
b) chiarire il processo che portava all’utilizzo di 7C e 7D;
c) definire la durata prevista dei diritti d’uso per 7C e 7D;
d) indicare la linea che intendeva adottare per quanto riguarda 7C e 7D nel caso in cui non venisse perfezionato l’accordo DAB per la regione Adriatico-Ionica.

La posizione italiana

Per parte propria, l’Italia aveva anticipato che “l’unica soluzione per risolvere tempestivamente le interferenze segnalate da Croazia e Slovenia è l’utilizzo dei blocchi di frequenze 7C e 7D. Ciò si basa sul fatto che queste risorse di frequenza non vengono utilizzate nei paesi vicini”. Era stato chiarito che questa soluzione sarebbe stata “temporanea fino alla firma dell’accordo DAB per la regione adriatico-ionica. Di conseguenza, a seguito della firma, il piano DAB nazionale italiano verrĂ  modificato per porre fine al diritto d’uso di 7C e 7D e per allineare lo stesso piano a quello adottato per la regione Adriatico e Ionica”.

Riserve

Sul punto, Croazia e la Slovenia avevano confermato le proprie riserve sull’attuazione di questa soluzione ed espresso preoccupazione per il fatto che, nonostante le loro forti obiezioni, “i blocchi di frequenze 7C e 7D vengono utilizzati in Italia senza i necessari accordi di coordinamento. Tale utilizzo dello spettro radio costituisce una violazione delle norme ITU e del Codice europeo delle comunicazioni elettroniche”.

Impedimenti

A riguardo, l’Italia aveva ribadito che non sarebbe stato possibile utilizzare blocchi di frequenze alternative, “comprese quelle attualmente inutilizzate, poichĂ© tali risorse di frequenza saranno utilizzate a tempo debito, in conformitĂ  con il piano nazionale DAB italiano”.

Rimpallo

Il ping pong era proseguito con l’annotazione che “Anche la Slovenia ha la necessitĂ  di utilizzare gli stessi blocchi di frequenze 7C e 7D il prima possibile e durante il periodo di transizione per il DAB. La Slovenia ha giĂ  coordinato con successo 7C e 7D con otto paesi, ma l’accordo con l’Italia è ancora in sospeso”.

San Marino d’accordo su modifiche GE06

A corollario, facendo seguito alle questioni esaminate nelle precedenti discussioni in seno al RSPG, l’Italia aveva confermato “di aver ricevuto una lettera ufficiale da San Marino in cui si conferma che San Marino non si opporrĂ  alle modifiche che verranno apportate al piano GE06″. 

Slovenia e Italia: disaccordo ampio su FM

Circa la modulazione di frequenza, secondo il rapporto RSPG, lo stallo creatosi conseguiva alla “posizione assunta dalla Slovenia a causa della mancanza di un’interpretazione comune delle regole ITU definite dal Regolamento Radio“, nonchĂ© dalle “obiezioni dell’Italia alla richiesta della Slovenia di registrare ulteriori stazioni nel piano GE84” (l’Italia aveva risposto ad una lettera inviata dalla Slovenia, ma le rispettive posizioni erano ancora divergenti).

Slovenia: Tribunali italiani ci ordinano di eliminare interferenze FM, ignorando regolamenti ITU

In particolare, la Slovenia aveva ribadito che “anche la giustizia italiana ignora i regolamenti radiofonici dell’ITU e di conseguenza gli operatori sloveni che utilizzano frequenze coordinate sono obbligati dai tribunali italiani a ridurre significativamente i loro parametri di emissione come mezzo per proteggere le stazioni italiane non coordinate”.

La risposta italiana

Il piano d’azione richiesto dall’RSPG per risolvere i problemi di interferenza FM causati dall’Italia alla Croazia e alla Slovenia, secondo i rappresentanti italiani non era stato sviluppato “poichĂ© il lavoro del gruppo di lavoro italiano che si occupa delle questioni FM non è ancora terminato. Il gruppo di lavoro italiano prevede di finalizzare la sua bozza di rapporto prima della WRC-23. Il contenuto di tale rapporto sarĂ  comunicato al RSPG solo quando il rapporto sarĂ  stato valutato dal Consiglio dei Ministri“.

Croazia e Slovenia: Italia ci mette troppo

Croazia e Slovenia avevano espresso il loro disappunto per il fatto che “il processo italiano stia richiedendo piĂą tempo del previsto. Eventuali ritardi nell’ottenimento della necessaria autorizzazione sulle raccomandazioni di natura politica sono motivo di preoccupazione poichĂ© ciò prolungherĂ  l’attuazione delle misure per risolvere i problemi di interferenza. Sia la Croazia che la Slovenia hanno fatto appello all’Italia affinchĂ© acceleri il processo”.

Piano realistico e attuabile

Era stato riconosciuto che il piano d’azione che il RSPG avrebbe dovuto sviluppare “dovrĂ  essere realistico e attuabile. Date le circostanze, tale piano d’azione potrĂ  essere sviluppato solo una volta che il RSPG avrĂ  ricevuto conferme sulle azioni che potrebbero essere intraprese dall’Italia per risolvere i problemi di interferenze dannose sulla base della relazione del gruppo di lavoro“.

Macedonia e Italia: revisione canalizzazione DAB

Relativamente alle questioni pendenti con la Macedonia del Nord, l’Italia aveva dichiarato di aver “effettuato una revisione del piano di canalizzazione del progetto di accordo regionale DAB”. I risultati di questo processo, si leggeva nel rapporto, “sono stati condivisi con il gruppo Adriatico e Ionico il 12 luglio 2023 e discussi a lungo nella riunione di luglio. Il piano rivisto è stato ritenuto infattibile poichĂ© la revisione non ha considerato le esigenze dei paesi confinanti con i paesi dell’Adriatico e dello Ionio”.

Malta e Italia: progressi su DAB

Nella relazione si annotava come fossero stati “compiuti progressi riguardo al caso di interferenza DAB segnalato da Malta sul blocco di frequenze 12C”. Tuttavia, “nonostante la situazione delle interferenze sia migliorata, verrĂ  effettuata un’attivitĂ  di misurazione congiunta con l’obiettivo di identificare la posizione del trasmettitore DAB che interessa Malta”.

Ed ora?

Ora, alla luce della costituzione in mora, è possibile che l’Italia reagisca con un’operazione coordinata che preveda nell’immediato l’adozione di provvedimenti inibitori verso le sorgenti interferenziali, invitando gli Ispettorati Territoriali del Ministero delle Imprese e del Made in Italy ad emettere ordinanza di eliminazione delle turbative entro un termine brevissimo (stante il tempo concesso dalla misura della Commissione Europea). A latere, è probabile che venga ripresa la controversa attivitĂ  di pianificazione FM, peraltro normativamente prevista, magari facilitata da una procedura per la rottamazione degli impianti analogici.

Documentazione

Qui la documentazione della 62a riunione plenaria dell’RSPG – 25 ottobre 2023

Parte 1

RSPG23-031 – Ordine del giorno dell’incontro RSPG #62

RSPG23-032 – Stato dei lavori relativo all’assegnazione delle bande pioniere del 5G

RSPG23-033 – Relazione sullo stato di avanzamento del sottogruppo sulla revisione tra pari e sulla cooperazione degli Stati membri in materia di autorizzazioni e riconoscimenti

RSPG23-034 – Rapporto sullo stato di avanzamento del sottogruppo sul futuro della banda UHF oltre il 2030

RSPG23-035 – Parere RSPG sulla strategia sull’uso futuro della banda di frequenza 470-694 MHz oltre il 2030 nell’UE

Parte 2

RSPG23-036 – Rapporto sullo stato di avanzamento del sottogruppo sui Good offices per assistere nei negoziati bilaterali tra gli Stati membri

RSPG23-037 – Rapporto sullo stato di avanzamento del sottogruppo RSPG sui cambiamenti climatici

RSPG23-038 – Rapporto RSPG sul ruolo della politica sullo spettro radio per contribuire a combattere il cambiamento climatico

RSPG23-039 – Relazione sullo stato di avanzamento del lavoro sullo sviluppo del 6G e possibili implicazioni per le esigenze di spettro e orientamenti sull’implementazione delle future reti a banda larga wireless

Parte 3

RSPG23-040 – Parere dell’RSPG sugli sviluppi del 5G e possibili implicazioni per le esigenze dello spettro 6G e indicazioni sull’implementazione delle future reti wireless a banda larga

RSPG23-043 – Rapporto sullo stato di avanzamento del sottogruppo RSPG sul decennio digitale

RSPG23-044 – Addendum sulle autorizzazioni satellitari al Parere RSPG sul futuro del settore delle comunicazioni elettroniche e delle sue infrastrutture

RSPG23-045 – Programma di lavoro RSPG 2024 e oltre.

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