Mediaset fa ancora guerra a Youtube. Questa volta oscura la sequenza di Forum incriminata sulla tragedia de L’Aquila, cliccatissima in questi giorni

The video you have requested is not available”: il video che avete richiesto non è disponibile. È questa la scritta che appare agli utenti che, per curiosità o per qualsiasi altra ragione, cerchino su Youtube lo spezzone dell’ormai celebre puntata di Forum in cui un’attrice, fingendosi aquilana, fa una sorta di promozione dell’operato del governo in risposta alla crisi dei territori martoriati dal terremoto del 2009. La storia di scontri a suon di cause multimilionarie tra Mediaset e il gigante del web, controllato da Google, è ormai vecchia. L’azienda della famiglia del Premier nel 2009 ha intentato una causa, richiedendo 500 milioni di euro di risarcimento, per violazioni del proprio copyright. Da quasi un anno qualsiasi contenuto appartenente a trasmissioni Mediaset, pubblicato su Youtube, non dura più di qualche ora. Google, infatti, in attesa della soluzione del contenzioso, agisce preventivamente accogliendo le richieste dell’azienda televisiva di rimuovere i video. Fino ad oggi si era trattato, in particolar modo, di spezzoni di trasmissioni di grande impatto televisivo, come il Grande Fratello o Mai dire Gol, ieri si è passati anche a una trasmissione dal pubblico più contenuto ma che, negli ultimi giorni, si è trovata al centro di uno scandalo, riportato da tutti i giornali e da molti telegiornali. Lo spezzone in questione dura sette minuti e riguarda la trasmissione Forum, dove pochi giorni fa era intervenuta una coppia di attori che aveva inscenato un litigio, sullo sfondo della tragedia de L’Aquila. Alla fine dello spazio a lei riservato la signora si era lasciata andare a una sorta di appello in cui sottolineava l’intervento provvidenziale del governo per far fronte alla tragedia. Ciò che gli abitanti delle zone terremotate ripetono ormai da quasi due anni (tra dieci giorni ricorre il secondo anniversario della catastrofe ambientale) è qualcosa di radicalmente differente da quanto riferito dall’attrice. È scoppiato uno scandalo: la signora ha ammesso di essere stata pagata per interpretare quel ruolo (300 euro) e recitare il copione presentatole. Tutto il mondo dell’informazione non governativa aveva accusato le reti di proprietà della famiglia Berlusconi di propaganda, ed in effetti non ne avevano tutti i torti. Certo, il format di Forum è noto (purtroppo non a tutti, però): chiamare attori a interpretare casi di contenziosi che non hanno riscontro nella realtà. L’attrice finta aquilana, infatti, risiede nella provincia di Pescara e invece di essere titolare di un negozio di abiti da sposa, come sostenuto, possiede un esercizio di pompe funebri. Tutto in piena regola, se non che alla fine del suo intervento la signora s’è lasciata andare a un elogio gratuito all’operato del governo, facendo – giustamente – gridare alla propaganda. Ora, oltre a quest’accusa si aggiunge anche quella di censura, perché Mediaset ha prontamente deciso di rimuovere il video da Youtube, già cliccato da migliaia di utenti nelle ultime ore. In realtà, Mediaset fa puntualmente rimuovere video dal sito di videosharing più famoso del mondo ormai da un anno. Certo è, però, che fino ad oggi ciò che loro interessava era, sostanzialmente, la presunta violazione del copyright su trasmissioni con grosso bacino d’utenza, non certo come Forum. Il perché risiede, appunto, nell’appropriazione di contenuti coperti da diritto d’autore. Il diritto d’autore, in verità, termina lì dove comincia il diritto di cronaca. Si trattava di diritto di cronaca, infatti, quando giornali e telegiornali per giorni avevano mandato in onda lo spezzone incriminato. Perché non può valere lo stesso per Youtube? Ad ogni modo, dopo i tantissimi attacchi ricevuti, la conduttrice della trasmissione, Rita Dalla Chiesa, ha tentato di difendersi nel corso della puntata di ieri, rispondendo alla marea di accuse e insulti ricevuti da cittadini aquilani e non solo, sostenendo che “a Forum” non mettono “il bavaglio a nessuno”. Forse, però, non impediscono di fare promozione governativa a comando. (G.M. per NL)

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