Mediaset. Spending review per 400 milioni nel triennio: via il Moto Gp dal 2014 e più programmazione autoprodotta

Tempi duri per il gruppo di Cologno Monzese, impegnato in una draconiana “manovra finanziaria” tutta risparmi mirata a rendere più congruo il bilancio corporate rispetto alla grave crisi che il Paese sta attraversando.

Non solo attività di recupero di efficienza – guai a parlare di tagli per il management Mediaset, impegnato proprio in questi giorni a gestite tensioni sindacali di non poco conto – perché sembrerebbero trasparire rinunce ad una programmazione free come l’abbiamo finora conosciuta e che aveva abituato troppo bene il pubblico al tempo della televisione analogica. La conclusione della transizione dei programmi televisivi alla tecnica digitale terrestre su tutta la Penisola, nel tormentato ambiente della Tv commerciale (ci si passi l’uso nostalgico di un glorioso appellativo), sembra corrispondere per il Biscione all’avvio di uno switch off dei programmi che gli italiani da anni sono abituati a rintracciare nell’offerta in chiaro. Le fiction ed i film, secondo quanto dichiara il vicedirettore generale contenuti di Rti Federico Di Chio ad Italia Oggi (20/07/2012, p. 21), diminuiranno e si evince che in parte dovrebbero essere soppiantate da un aumento di “esperimenti” autoprodotti che già nella scorsa stagione si sono affacciati sul piccolo schermo non a pagamento. Ne sono un esempio le trasmissioni Wild, Mistero ed Archimede, protagoniste di un generale progetto di riorganizzazione dei contenuti, “perché la crisi, purtroppo, non sarà passeggera” (cfr. Italia Oggi, cit). Comunque, inutile negarlo, il pubblico che non sarà disposto per i prossimi anni ad appostare nel disastrato bilancio familiare anche il costo di un servizio a pagamento, dovrà forzatamente diminuire il consumo di televisione (o rassegnarsi a passere serate di zapping), essendo onestamente difficile rinvenire sull’utopica platea di 999 canali gratuiti qualcosa di interessante (eccetto i programmi già oggi diventati un cult). I tempi sono davvero cambiati e la costante diminuzione della raccolta pubblicitaria in televisione deve poter trovare il giusto contrappeso nel contributo (che in pratica diventerà un canone aggiuntivo rispetto a quello RAI) dei telespettatori paganti. Ovviamente, in tale ambito, si devono anche valutare i vantaggi in termini di qualità della programmazione (prime Tv e serie tra le più famose e gettonate per il nuovo pubblico di giovani sempre meno generalista e sempre più 2.0), che sistemi del genere di quello offerto con la piattaforma Premium possono offrire ai telspettatori e che sostituisce la tradizionale videoteca, oramai scomparsa dal panorama degli esercizi commerciali cittadini: sintomatico della debacle del settore dell’home video Blockbuster, che da mesi ha avviato la procedura di liquidazione in regime di concordato preventivo (più di settecento addetti rimasti senza lavoro) e nei cui negozi sorgerà un franchising di parafarmacie. Insomma, sensazionalismi a parte e drastiche ristrutturazioni aziendali passate per imput di efficienza, chi lavora nel settore delle comunicazioni di massa, oggi come oggi, non può dormire sonni tranquilli. Un ultima annotazione la merita la decisione di Mediaset, onestamente eccezionale, di non rinnovare l’esclusiva per i diritti Tv sul Moto Gp nel triennio 2014 – 2016, ripiegando sulla Superbike. La motivazione è che Valentino Rossi non vince più. Un po’ come sospendere i telegiornali Mediaset perché Berlusconi non è più Presidente del Consiglio. Un modo come un altro per dire che a Cologno Monzese le risorse scarseggiano, non consentendo esborsi per sport che non siano il buon vecchio calcio di sicuro ritorno commerciale, anche nel brevissimo periodo. In proposito, per la stagione 2012-2013, asssiteremo alla mutazione di Italia 1 in “canale a forte orientamento calcistico”, come spiega il direttore di Sport Mediaset Ettore Rognoni (Italia Oggi, 20/07/2012, p. 21), anticipando per il “pallone in chiaro” tre appuntamenti settimanali con Champions League ed Europa League, ai quali farà da pendant un nutrito palinsesto pay – tra l’altro – con i campionati di serie A e B nazionali per le squadre accreditate. (S.C. per NL)

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