Merateonline.it e l’affaire “scanner” il 3 giugno in Cassazione (penale)

La redazione scrive (e chiede aiuto) all’Ordine dei giornalisti e ai colleghi della stampa italiana


Rceviamo e pubblichiamo

Tre giornalisti condannati in appello (chi a 15, chi a 6 mesi di carcere) per l’ascolto di una frequenza in uso ai carabinieri di Merate (Lecco), non criptata e quindi libera. L’ascolto è una risorsa antica presso tutte le redazioni italiane. Franco Abruzzo si è autoaccusato davanti al Tribunale di Lecco, che ha assolto i giornalisti.

Alla c.a. dei signori:
Letizia Gonzales, Presidente Ordine Giornalisti Lombardia, Stefano Gallizzi, vicepresidente OgL Consiglieri: Franco Abruzzo, Mario Consani, Lausa Mulassano, Paolo Pirovano, Laura Hoesch, Ezio Chiodini, Marco Ventimiglia, Angela Battaglia, Mario Molinari, Alberto Comuzzi

Alla cortese attenzione della stampa locale lecchese e nazionale.

Il giorno 3 giugno, i giornalisti pubblicisti, Claudio Brambilla, direttore del giornale telematico www.merateonline.it (e del nuovo www.casateonline.it), Fabrizio Alfano redattore de La provincia di Lecco, Daniele De Salvo redattore de Il Giorno, rimarranno in attesa, con non poco timore, della decisione della Cassazione, per quanto riguarda la sentenza o di assoluzione oppure di condanna, per la “nota” (non per tutti!) vicenda “scanner” .
I tre giornalisti, assolti dal Tribunale di Lecco, sono stati condannati alla Corte d’Appello di Milano a 15 mesi (Brambilla e De Salvo) e a 6 mesi (Alfano), Brevemente, con questa email, vogliamo ricordare la perquisizione subìta il 1° agosto 2002, presso la redazione di merateonline e le abitazioni del direttore Brambilla e del giornalistia De Salvo, alla ricerca delle “radioline scanner”. Radioline trovate sia in auto di De Salvo e Alfano e sia in redazione, spente!. Nell’ archivio del nostro giornale online, potete trovare tutta la vicenda, minuto per minuto, puntata per puntata. La perquisizione avvenuta, alle 19,30 del 1° agosto, con otto carabinieri che non solo hanno perquisito i locali ma hanno voluto “perquisire” una giornalista presente in redazione, il figlio minorenne e due amici dello stesso (una bimba, tra l’altro di soli otto anni!), senza la presenza di un adulto e di un avvocato sull’auto di Brambilla.
La sera stessa, è stato contattato Antonio di Pietro, ex Pm, parlamentare, ex Ministro alle infrastrutture, che ha preso le difese come avvocato, del direttore Claudio Brambilla. Inizio del processo nel 2003 con piena assoluzione piena per tutti e tre i giornalisti. Settembre 2007, appello presso il Tribunale di Milano con condanna per i tre imputati. Nonostante l’ex Presidente Franco Abruzzo abbia, da amico e dalla carica che gli apparteneva, inviato mail a tutti i colleghi di testate giornalistiche nazionali, e, ancora oggi lo ringraziamo, è stato personalmente vicino a tutta la redazione, depositando una lettera dove si autoaccusava di ascolto “scanner”, nonostante tutto questo, non abbiamo avuto dall’Ordine Nazionale Giornalisti, dai colleghi e dal Presidente ora in carica , un appoggio morale e non solo visto le spese che una piccola redazione come la nostra ha dovuto sostenere, per un processo che, se dovesse finire con una condanna, potrebbe essere deleterio per tutti i giornalisti. L’ascolto via “scanner” non è solo per giornalisti di Provincia, come noi, come ricorda Franco Abruzzo, la realtà è questa e l’ascolto avviene anche in grandi giornali e realtà televisive. Possiamo ricordare una puntata di Striscia la Notizia dove Jimmy Ghione, durante un servizio: aveva lo scanner in auto ed era in ascolto. Non è intervenuta la Polizia, non sono intervenute le Forze dell’Ordine e nemmeno la magistratura. Altri casi ci sono stati dove giornalisti, durante dirette TV, raccontavano di essere arrivati sul luogo di una rapina (oppure omicidio), dopo aver ascoltato “Via Radio” le forze di polizia.
Ricordiamo che l’ascolto era di una frequenza in uso ai Carabinieri di Merate (Lecco), non criptata e quindi ad onde libere.
Con questa mail vogliamo portare alla Vostra attenzione il nostro processo, nella speranza che ci sia un appoggio non solo morale ma anche di sostegno di spese reali (noi, giornali on line….e non di partito, non abbiamo mai avuto sovvenzioni!!). Chiediamo a Voi la possibilità di informare tutte le testate nazionali su ciò che avverrà il prossimo giugno e, non ultima la possibilità di un avvocato cassazionista dell’Ordine, che possa prendere in mano la causa senza ulteriore spese per noi! Grazie.
La redazione di Merateonline

LEGGETE IL TUTTO CON ATTENZIONE, GRAZIE.
http://www.merateonline.it/2002/agosto/carabinieri_1_0208.htm
http://www.merateonline.it/2002/agosto/perquisizione2.htm
http://www.merateonline.it/2002/agosto/carabinieri_3_0208.htm
http://www.merateonline.it/2002/agosto/carabinieri_4_0608.htm
http://www.merateonline.it/merataccio/merataccio_0708_girotondo.htm
http://www.merateonline.it/2002/agosto/carabinieri_4_0808.htm
http://www.merateonline.it/lettereCC.htm
http://www.merateonline.it/Editoriali/archivio2003/editoriale_2701_processo.htm
http://www.merateonline.it/2003/gennaio/merateattualita_2901_processo.htm
http://www.merateonline.it/2003/febbraio/cronacagiudiziaria_1802_processo.htm
http://www.merateonline.it/2003/febbraio/cronacagiudiziaria_1902_scanner.htm
http://www.merateonline.it/Editoriali/archivio2003/editoriale_2002_scanner.htm

L’APPELLO DEL DIRETTORE DI MERATEONLINE

Anche su suggerimento dell’amico e collega Angelo Baiguini, consigliere nazionale dell’Odg ci permettiamo sottoporre un caso giudiziario di sicuro interesse per l’intera categoria, almeno per tutti coloro che operano nel settore della cronaca nera.
In data 1 agosto 2002 la redazione di Merateonline, quotidiano internet del lecchese, è stata perquisita da una decina di carabinieri della locale compagnia provvisti di mandato di perquisizione firmato da un PM della Procura del capoluogo, alla ricerca di apparecchi atti all’intercettazione fraudolenta telematica, telefonica e telegrafica. In realtà la perquisizione ha avuto come esito quello di sequestrare 2 apparecchi riceventi, peraltro spenti, e comunque sintonizzati sulle frequenze IN CHIARO dei carabinieri della compagnia. Lo stesso PM ha successivamente modificato le ipotesi di reato in quanto l’intercettazione fraudolenta presuppone mezzi atti a intercettare telefonate, oppure a decrittare comunicazioni criptate; evidentemente l’ipotesi prospettata dai carabinieri al fine di ottenere il mandato di perquisizione si è rivelata diversa dai reali obiettivi. Non staremo qui a fornire motivazioni circa l’inusitata e inedita operazione dell’Arma. Il processo di I° grado celebrato presso il tribunale di Lecco (avvocato difensore Antonio Di Pietro) si è concluso con l’assoluzione con formula piena perché il fatto non costituisce reato. In Appello invece i giudici hanno deciso per la condanna dei tre giornalisti imputati, il direttore e due collaboratori, a 15 mesi e a 6 mesi (per un collaboratore il cui nome non figurava tra quelli da sottoporre a perquisizione anche domiciliare), con la non menzione e la sospensione della pena. Il 3 giugno si terrà l’udienza pubblica davanti al Corte di Cassazione, sezione 5°. Si precisa che i due scanner da perizia sono risultati mai manipolati, atti solo a ricevere, acquistati con tanto di scontrino, acquisito agli atti del processo di I° grado, da Semprini a Milano. Si aggiunge che l’ex presidente dell’odg di Milano Franco Abruzzo ha chiesto e ottenuto che si acquisisse una sua memoria con la quale affermava per sé di aver ascoltato queste trasmissioni in CHIARO per 40 anni nella sua carriera e di aver visto in tutte o quasi le redazioni tali apparecchi. E’ provato, al di là di ogni ragionevole dubbio che ciò sia vero da decine di trasmissioni televisive incentrate su fatti di nera o giudiziaria.
L’esito dell’udienza costituirà precedente per migliaia di colleghi che in tutta Italia, anche oggi – inconsapevoli forse come lo eravamo noi dei guai cui potrebbero andare incontro – hanno lo scanner acceso per ascoltare banali comunicazioni su incidenti stradali o furti.
Merateonline, pur essendo una realtà pionieristica – nata nel 2000 e che oggi conta almeno 10mila accessi unici al giorno – ha sostenuto sin qui tutte le spese processuali. Ora ci domandiamo se l’Odg, visto l’interesse generale del tema, non possa (o voglia) in qualche modo sostenere la causa.
L’udienza purtroppo è imminente, il 3 giugno. Ma confidiamo che qualche iniziativa l’Ordine voglia assumerla a sostegno di una battaglia di diritto utile a tutti. Se non desiderano essere ascoltati i CC criptino le comunicazioni, come fa la polizia o il 118. Se non pongono in atto neppure il minimo accorgimento (neppure il cambio di frequenza, sempre la stessa da almeno 25 anni) chiunque dotato di una radio/Cb potrà sempre ascoltarli. Noi mai abbiamo diffuso né trascritto né interferito con le comunicazioni. Perché allora dobbiamo portare il peso di una condanna, tra l’altro pesantissima?
Grazie per quanto vorrete fare.

Claudio Brambilla
Direttore responsabile di Merateonline-it

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