Nuove norme, più severe, sull’utilizzo delle intercettazioni

Silvio Berlusconi le aveva annunciate più volte nel corso della campagna elettorale, spingendosi persino a dire che il provvedimento era già pronto con tanto di limitazione delle intercettazioni alle indagini su terrorismo, mafia e camorra


da Franco Abruzzo.it

di Silvia Barocci/ANSA

Roma, 28 maggio 2008 – Silvio Berlusconi le aveva annunciate più volte nel corso della campagna elettorale, spingendosi persino a dire che il provvedimento era già pronto con tanto di limitazione delle intercettazioni alle indagini su terrorismo, mafia e camorra, oltre che con la previsione di 5 anni di carcere per chi, al di fuori di questi casi, le esegue, 5 anni per chi le usa, e due milioni di euro di multa per chi le pubblica. Ora, tornato a Palazzo Chigi, Berlusconi intende rimettere mano alle norme che consentono ai magistrati di ‘spiare’ le conversazioni telefoniche. Esigenza avvertita soprattutto all’indomani dell’ultima inchiesta di Napoli che, tramite le intercettazioni, i più stretti collaboratori del neo nominato sottosegretario ai rifiuti Guido Bertolaso. Ma rispetto ai duri annunci fatti in campagna elettorale, ora il governo sembra disposto a cercare un punto di incontro. Con le esigenze investigative, innanzitutto. E anche con l’opposizione. Tant’é che il nuovo testo che il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha dato incarico di predisporre agli uffici del suo dicastero avrà come base di partenza due vecchi ddl: quello varato dal governo Berlusconi nel 2005 dopo l’estate rovente delle intercettazioni del governatore di Bankitalia Antonio Fazio e dei protagonisti della scalata Antonveneta, e quello varato dal governo Prodi nel 2006 all’indomani della bufera Calciopoli. In ambienti governativi si fa infatti notare che il primo provvedimento aveva avuto il via libera anche dell’Udc (che su molte leggi di allora aveva frenato e non poco), mentre il ddl Mastella era stato approvato dalla Camera nell’aprile del 2007 con 447 sì, 7 astenuti e nessun voto contrario (salvo poi impantanarsi al Senato). Il governo punterebbe ad approvare il ddl tra due-tre settimane e a una corsia preferenziale in Parlamento Il Guardasigilli Alfano, intervistato da Maurizio Belpietro, conferma che è intenzione del governo limitare le intercettazioni ai reati più gravi mettendo fine al “cattivo costume di vedere registrate e lasciate agli atti telefonate che nulla hanno a che fare con le indagini per poi vederle, per giunta, pubblicate sui giornali. Tenendo presente che al paese le intercettazioni costano più di 300milioni di euro l’anno”. Poi un segnale di apertura all’opposizione: “Vi è una legge della scorsa legislatura da attuare – afferma il ministro – che é quella del sistema unico delle intercettazioni”. Alfano riceve poi il suo omologo ‘ombra’ del Pd, Lanfranco Tenaglia, secondo cui le intercettazioni non sono una priorità ma se il governo volesse insistere sul tema, ci sarebbe allora l’esperienza della riforma Mastella che – avverte Tenaglia – potrebbe essere comunque una buona base di partenza”. Quel ddl del governo Prodi prevedeva, oltre la riduzione dei centri di ascolto da 163 a 26, anche il divieto di tutti gli atti di indagine (anche in sintesi) almeno fino all’inizio del processo, pena l’arresto fino a 30 giorni o l’ammenda da 10mila a 100mila euro (contro l’attuale ammenda da 51 a 258 euro; carcere da sei mesi a quattro anni per tutti i giornalisti che mettono in pagina informazioni raccolte illecitamente. Il ddl del governo Berlusconi datato 2005 vietava la pubblicazione degli atti non più coperti dal segreto fino alla chiusura delle indagini preliminari; pena pecuniaria fino a 5mila euro per il giornalista (che rischia anche la sospensione dall’ordine) e per l’editore (che a seconda della tiratura può arrivare a pagare fino a un milione e mezzo di euro). (ANSA).

INTERCETTAZIONI: ALFANO,SARANNO AMMESSE SOLO PER REATI GRAVI

Roma, 28 maggio 2008. Ammettere le intercettazioni telefoniche solo per i reati più gravi e impedirle per quelli più lievi: è questo l’obiettivo a cui sta lavorando il governo per mettere ordine in una materia che ha provocato grandi polemiche. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ospite della rubrica di Canale 5 ‘Panorama del giornò, condotta da Maurizio Belpietro. «Non vogliamo che venga compressa la possibilità di farne uso per i reati più gravi – ha spiegato il ministro – ma vogliamo che finisca il cattivo costume di vedere registrate e lasciate agli atti telefonate che nulla hanno a che fare con le indagini per poi vederle, per giunta, pubblicate sui giornali». Le intercettazioni, ha aggiunto «sono state poco efficienti, poco riservate e troppo costose. Vi è una legge della scorsa legislatura da attuare che riguarda il sistema unico delle intercettazioni che mira appunto a renderle più efficienti, più riservate e meno costose». Su questo il governo intende intervenire «tenendo presente – ha concluso Alfano – che il sistema costa oggi al Paese più di 300 milioni di euro l’anno».(ANSA).

INTERCETTAZIONI: ALFANO, PROVVEDIMENTO IN DUE SETTIMANE

Roma, 29 maggio 2008. Sarà «pronto in due settimane» il provvedimento sulle intercettazioni: lo assicura il Guardasigilli Angelino Alfano, in un’intervista al Giornale.

MANTENERE EFFICACI INDAGINI, MA SALVAGUARDARE PRIVACY – «Puntiamo a un riordino del sistema che, mantenendo l’efficacia di un sistema inquirente, salvaguardi la privacy di vittime e indagati – spiega -. Non è più possibile vedere sbattuti sui giornali intercettazioni che nulla hanno a che vedere con i procedimenti. E non è più possibile che nessuno paghi per questo. Non vogliamo mettere un bavaglio a nessuno, ma si tratta di una regola di civiltà. Il punto debole iniziale è chi divulga la notizia».

MENO NOTIFICHE INUTILI, FILTRI PER CASSAZIONE – «Meno notifiche inutili e meno scarcerazioni facili. Bisogna aggiornare il sistema con i procedimenti telematici, salvaguardando le garanzie delle parti, ma ottenendo più celerità ed efficienza – spiega il ministro della Giustizia -. Credo che la garanzia dei tre gradi di giudizio sia imprescindibile, ma certamente un filtro per la Cassazione va creato».

RAFFORZARE DISTINZIONE FUNZIONI GIUDICE-PM – «Nel programma c’è il rafforzamento della distinzione delle funzioni e in questa logica ci muoveremo. Ma sulla giustizia non abbiamo totem ideologici, nè bandiere da sventolare, bensì l’esigenza di accorciare la durata dei processi e rendere più efficiente il sistema». (Ansa)

INTERCETTAZIONI: ALFANO, PROVVEDIMENTO PRONTO IN DUE SETTIMANE = SARÀ SANZIONATA LA DIFFUSIONE E LIMITATO L’AMBITO DI QUELLE UTILIZZABILI

Roma, 29 maggio 2008. Il provvedimento del governo sulle intercettazioni «sarà pronto tra un paio di settimane. Puntiamo a un riordino del sistema che mantendendo l’efficacia dell’azione inquirente salvaguardi la privacy di vittime e indagati». Lo afferma il ministro della Giustizia Antonino Alfano, in un’intervista a ‘Il Giornalè. «Non è più possibile -aggiunge- vedere sbattute sui giornali intercettazioni che nulla hanno a che vedere con i procedimenti. E non è più possibile che nessuno paghi per questo». Sarà quindi «sanzionata la diffusione delle intercettazioni e ristretto l’ambito di quelle da inserire nel procedimento. Le altre devono essere cestinate». Alla domanda se non ci sia il rischio che a pagare sia solo il giornalista, Alfano replica: «Non vogliamo certamente un bavaglio per nessuno ma si tratta di una regola di civiltà. Il punto debole iniziale è chi divulga la notizia. Non mi pare che ci siano grandi esempi di di individuazione degli autori di fughe di notizie». (Adnkronos)

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