OTT. Netflix alla conquista di Hollywood: offerta per acquistare asset Warner Bros.Discovery. Cambiano di nuovo le regole dello streaming

Warner Bros.Discovery

L’affondo di Netflix su Warner Bros.Discovery accelera il riassetto dell’industria globale dello streaming ed apre una fase nuova nel rapporto tra contenuti, piattaforme e modelli di business.

Sintesi

Netflix ha presentato un’offerta, prevalentemente in contanti, per acquisire gli asset produttivi e OTT di Warner Bros.Discovery, terzo editore televisivo in Italia con 17 canali.
L’operazione, resa possibile da un maxi prestito ponte da decine di miliardi, mira a incorporare studios, library e diritti premium, lasciando però fuori le reti lineari legacy.
La trattativa si inserisce in un’asta ad alta intensità competitiva che vede in corsa anche Paramount Skydance e Comcast, mentre Warner Bros.Discovery tenta di valorizzare asset strategici per contrastare debito elevato, calo del lineare e forte svalutazione di mercato dopo gli scorpori post AT&T.
La mossa di Netflix riflette la trasformazione del mercato OTT, caratterizzato da abbonamenti instabili, ecosistemi porosi e ritorno dell’advertising.
Per consolidare la leadership, la piattaforma punta su contenuti iconici, sinergie globali ed economie di scala, inseguendo una strategia di crescita per acquisizione che molti analisti ritengono rischiosa per complessità operativa e indebitamento. Sullo sfondo restano le incognite antitrust, la tenuta del modello finanziario ed il timore, espresso anche da James Cameron, di un’ulteriore marginalizzazione delle sale cinematografiche a favore dello streaming domestico.

La nuova offerta di Netflix

Netflix ha presentato una nuova offerta – prevalentemente in contanti – per acquistare gli asset produttivi (studios) e OTT di Warner Bros.Discovery, che in Italia rappresenta il terzo editore per volumi di ascolto con 17 canali (di cui ovviamente Nove in testa).

Equilibri di potere

L’operazione, se andrà in porto, potrebbe ridefinire equilibri di potere nell’industria dell’intrattenimento globale, consolidando nelle mani del colosso californiano una delle biblioteche di contenuti più vastamente iconiche (da HBO a Warner Bros.Studios, franchising DC, Harry Potter e molto altro).

La mossa che riflette i cambiamenti nel mercato OTT

Ma dietro l’offensiva della grande N c’è molto di piĂą: la mossa riflette i profondi cambiamenti in corso nel mercato dell’OTT – con abbonamenti piĂą instabili, ecosistemi porosi, ritorno (o aumento) dell’importanza dell’advertising – e segna una nuova fase per il video-on-demand globale.

Un’offerta mostly cash e un’asta già caldissima

Secondo quanto riportato da fonti autorevoli, Netflix avrebbe presentato un’offerta vincolante mostly cash per acquisire gli asset di Warner Bros.Discovery, partecipando al secondo round dell’asta che vede in corsa anche Paramount Skydance del quarantenne produttore cinematografico statunitense David Ellison, fondatore di Skydance Media – la cui offerta (non sollecitata) per 60 miliardi di dollari era stata rifiutata – e Comcast, il piĂą grande operatore via cavo degli Stati Uniti, il terzo fornitore di servizi telefonici domestici ed una delle principali industrie mediatiche del mondo (controlla NBC e Universal).

Prestito ponte da decine di miliardi

L’operazione – che sarĂ  finanziata tramite un prestito ponte da diverse decine di miliardi di dollari, secondo Bloomberg – mira a inglobare gli studi HBO e Warner Bros., le librerie di contenuti, film e serie, ma esclude le reti televisive legacy (cavo, news, canali lineari, come CNN, TNT, Food Network), verso le quali Netflix ha chiarito di non avere interesse (a differenza di Paramount).

Il peso del debito di Warner Bros.Discovery

Per Warner Bros.Discovery, gravata da elevato debito e con un modello in difficoltĂ  nel segmento tv tradizionale (lineare), questa asta rappresenta l’estremo tentativo di valorizzare i suoi asset piĂą strategici (anche se l’aspettativa di 74 miliardi di dollarti di valutazione appare difficilmente realizzabile). La societĂ  (che sta tentando di definire la complessa collocazione dall’autunno 2024) aveva (lo scorso ottobre) annunciato l’intenzione di separare le sue attivitĂ  tra Streaming & Studios e Global Linear Networks per isolare quelle meno performanti (reti via cavo) da quelle con potenziale di crescita.

Scorpori e fusioni

Il tutto nel tentativo di frenare la diminuzione del valore delle azioni, scese del 65% dopo che AT&T aveva scorporato Warner Bros che si era fusa con Discovery nel 2022.

L’interesse di Netflix

L’offerta di Netflix risponde a un contesto che sta spingendo l’intero settore verso una nuova fase. Acquisire la library di Warner Bros.Discovery, significa, infatti, ottenere accesso a decine di migliaia di ore di contenuti iconici, premiati, di generi e target differenti. In un mercato maturo, dove acquisire nuovi abbonati è sempre più difficile, la quantità, la qualità dei titoli del catalogo (e la capacità di produrlo, come in questo caso) diventano infatti una leva fondamentale.

La fame di crescita di Netflix

Netflix, in caso di acquisizione, muterebbe pelle, scalando in forma verticale il mondo dell’entertainment. Non si tratta, quindi, solo di sfruttare meglio la propria infrastruttura tecnologica, la forte distribuzione globale, la molte di dati utenti e la produzione interna per rilanciare gli asset di Warner Bros.Discovery, in modo efficiente, ma di diversificare (anche se sempre all’interno del perimetro dell’intrattenimento) il modello di business, nel tentativo di aumentare la distanza strategica dai competitor.

La classifica

Va infatti considerato che il colosso dello streaming video on demand è primo nella classifica per abbonati in USA (dati di settembre 2025, seguito da Prime Video (Amazon); Hulu; Paramount+; Max (HBO Max/Warner Bros.Discovery+); Disney+; Peacock; ESPN+; Apple TV+; AMC+. Tuttavia, se si guarda la classifica per ore di visione, YouTube supera Netflix, che è superata da Prime Video se di adotta il parametro “per interesse”. Di qui l’esigenza di rafforzare il proprio posizionamento prima che i concorrenti consolidino una crescita giĂ  in corso.

Sinergie ed economie di scala

L’industria dello streaming, del resto, sta attraversando una fase di transizione: abbonamenti più instabili, concorrenza crescente, saturazione del pubblico, rincorsa a nuovi modelli di monetizzazione (adv, FAST, modelli ibridi). Per restare dominante, Netflix sembra puntare su un portafoglio forte e diversificato ma soprattutto inseguire la strategia (pericolosa, secondo molti osservatori) del gigantismo ad oltranza.

Costruttore organico

Netflix – pur avendo storicamente agito da costruttore organico –  sembra ora convinta che per rimanere competitiva in una nuova fase del mercato occorra crescere per acquisizione, perchĂ© il contenuto e la scala sono le barriere all’ingresso piĂą difficili da superare.

Le incognite e i rischi

L’operazione, se andasse in porto, sarebbe probabilmente una delle più significative della storia dell’intrattenimento televisivo sebbene un’aggregazione del genere concentrebbe in poche mani una quota enorme di contenuti premium e piattaforme. Negli USA e in altri mercati chiave, ciò potrebbe ingenerare preoccupazioni su competizione, accesso e differenziazione.

Integrazione culturale e operativa

Non solo: trasformare uno studio legacy (con modelli, processi, costi strutturali) in un motore efficiente di streaming globale non sarà semplice. Come sottolineano gli analisti, Netflix è stata per anni lean & focused e l’integrazione di un colosso complesso come Warner Bros.Discovery potrebbe diluire la sua efficienza operativa.

SostenibilitĂ  economica del debito

L’operazione richiede diverse decine di miliardi di dollari e benchĂ© Netflix stia cercando un prestito ponte, la pressione sul cash flow dovrĂ  essere gestita con cura. D’altra parte, acquisire grandi cataloghi non garantisce automaticamente che gli utenti restino fedeli: la concorrenza, la frammentazione e l’affaticamento da abbonamenti restano una sfida reale.

I timori di Cameron

L’iniziativa di Netflix è guardata con preoccupazione sia dalla politica USA che dai produttori: il cineasta James Cameron mette in guarda sul rischio di sacrificare ulteriormente le sale cinematografiche sull’altare dello streaming domestico, evocando la riduzione del flusso di investimenti nel circuito theatrical tradizionale. (E.G. per NL)

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