Perché nella lotta per il dominio del dtt vincerà… Murdoch

Il digitale terrestre non potrà competere con l’offerta di Sky. Il Dtt deve essere alternativo non concorrenziale al Sat. Solo il web sarà l’arma vincente nella guerra della tv


Murdoch (foto), da terzo prossimo godente, attende l’esito della falcidia delle emittenti locali e del consolidamento del duopolio RAI-Mediaset per irrobustire il proprio impero satellitare. Infatti, per quanto avanzato, il digitale terrestre (dtt) non è ancora in grado (né lo sarà a breve, tecnologicamente parlando) di offrire piattaforme variegate come i mux satellitari di Sky. Qualsiasi offerta concorrenziale a quella di Murdoch piazzata sui multiplexer digitali terrestri non potrà reggere il confronto. A fronte di immensi investimenti degli operatori di rete per l’acquisizione di impianti di diffusione, sui relativi mux possono essere veicolati pochi contenuti. Quante costosissime reti nazionali dtt dovrebbero essere installate per poter ospitare un numero di programmi (criptati o meno) paragonabile a quello di Sky? Il dtt, quindi, non deve essere concorrenziale con il satellite alla Murdoch, ma alternativo ad esso. Solo il web, non appena il problema della banda larga stabile e del digital divide sarà risolto o fortemente lenito, sarà in grado di proporre una concorrenza reale a quella del satellite per potenzialità di offerta e servizi aggiuntivi, usufruendo appieno delle potenzialità della pay per view/tv on demand in downloading. Il limite di Sky è, infatti, la predeterminazione della visione del programma da parte dell’operatore, con limitati margini di scelta dell’utente, che può solo scegliere tra una comunque ristretta rosa di orari. Una piattaforma tv web, adeguatamente interfacciata con il tv di casa (considerato che quasi nessuno guarda i programmi tv sul pc) consentirebbe di sfruttare la possibilità di attingere a programmi di informazione, intrattenimento ed altro in qualsiasi momento da un archivio potenzialmente infinito, ovviamente a condizione di non doverli scaricare su hard-disk mobili o, peggio, masterizzarli su dvd (operazioni demotivanti per qualsiasi utente). Mediaset, RAI e le tv locali (queste ultime per quanto riguarda informazione alternativa o locale e sport), devono quindi attrezzarsi senza indugio per divenire competitor di Sky giocando anche su altri fronti (rispetto al dtt), posto che il gap di posizionamento di Murdoch sul satellite non pare colmabile, salvo con investimenti dal lunghissimo, e quindi insostenibile, rientro. Un’altra possibilità, oltre al web, è, per le tv locali digitalizzate, quella di fungere da carrier per superfornitori di contenuti di spessore. Un fornitore di contenuti che non dovesse farsi carico di divenire anche operatore di rete, sostenendo investimenti spaventosi per l’acquisizione e la gestione di canali, potrebbe dirottare le risorse economiche sull’acquisizione di programmi appetibili al pubblico, da distribuire su tv locali (che non si priverebbero di identità, avendo a disposizione altra capacità sui mux) cui riversare una quota dei ricavi pubblicitari. Una versione 2.0 degli antesignani network (nella corretta accezione del termine).

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