Radio digitale svizzera, Ufcom (regolatore delle comunicazioni elvetico), ascolto ormai quasi interamente digitale: FM al 13%, DAB+IP all’87%.
I dati Mediapulse (il rilevatore ufficiale dell’ascolto radiofonico svizzero) mostrano che il calo degli ascolti della radio pubblica SRG dopo lo switch-off del 31/12/2024 non ha causato il crollo temuto.
Le radio private e straniere crescono, mentre, curiosamente, Unikom, l’associazione delle piccole radio locali, difende la roadmap digitale che prevede lo switch-off al 31/12/2026 con una spiegazione plausibile.
Si concreta quindi nella Confederazione elvetica uno scontro politico sullo spegnimento della FM: innovazione o esclusione nelle aree marginali?
Sintesi
L’Ufcom (Ufficio Federale delle Comunicazioni della Svizzera) ha confermato che l’87% dell’ascolto radiofonico elvetico avviene ormai tramite canali digitali (DAB+ o IP), con la FM ridotta al 13%.
Solo il 7% della popolazione utilizza esclusivamente la radio analogica, mentre il 45% ascolta unicamente quella digitale.
Il restante 31% adotta una fruizione mista.
In auto, la ricezione digitale ha superato la FM, smentendo l’idea che DAB+ e IP siano standard solo l’indoor.
Dopo lo switch-off FM della radiotelevisione pubblica SRG avvenuto il 31/12/2024, si è registrato un calo dell’audience (–470.000 ascoltatori), con SRF 1 scesa al 23% di share e SRF 3 all’11,2%.
Tuttavia, il calo è stato più contenuto rispetto alle previsioni catastrofiche iniziali.
Della discesa hanno beneficiato emittenti private (come Radio 24, Pilatus e Zürisee) e alcune radio estere in FM.
Il passaggio al digitale ha riaperto il dibattito sulla data del definitivo switch-off per le emittenti private, previsto al 31/12/2026.
Una risoluzione parlamentare ha chiesto il mantenimento della FM anche oltre, per timori legati alla presunta difficoltosa accessibilità nelle zone montane.
Tuttavia, con una certa sorpresa, l’associazione delle radio indipendenti Unikom si è opposta al rinvio, ritenendo che il DAB+ offra più spazio a emittenti di nicchia e promuova un mercato radiofonico pluralista.
In una lettera aperta alle istituzioni, Unikom ha criticato il sistema di rilevazione degli ascolti usato da Mediapulse, definendolo inadatto a rappresentare accuratamente i cambiamenti in atto.
Secondo Reto Wettstein (Radio 2Go), prolungare artificialmente la vita della FM distorcerebbe il mercato a vantaggio delle radio private consolidate.
Unikom rivendica il diritto delle piccole stazioni, spesso digitali pure, a prosperare in un ecosistema innovativo: per loro, il DAB+ rappresenta una “salvezza” e una garanzia di sostenibilità futura.
Ufcom conferma anticipazioni date a NL
Confermando le anticipazioni date nella recente intervista a Newslinet, il regolatore delle comunicazione elvetiche, Ufcom (Ufficio Federale delle Comunicazioni), ha reso noto in questi giorni, in una nota accompagnata da una elaborata info-grafica (le cui slide riportiamo in questo articolo), che “poco dopo lo spegnimento delle frequenze FM della SRG, l’utilizzo della radio via FM in tutta la Svizzera è già notevolmente diminuito e rappresenta solo il 13% dell’utilizzo totale della radio”.
Radio digitale Svizzera all’87%
“La radio è fruita prevalentemente in formato digitale in tutte le regioni della Svizzera: l’87% dell’utilizzo complessivo della radio avviene ormai tramite canali di ricezione digitali”, si legge nel rapporto dell’Ufficio federale delle comunicazioni.
Non solo indoor
Ufcom smentisce anche che il luogo comune secondo cui la radio digitale svizzera sia uno standard solo indoor (sebbene nella Confederazione la fruizione stanziale della radio rappresenti oltre il 60%, contro il 20% italiano): “Ormai domina anche in auto; sebbene la FM sia ancora utilizzato in circa un terzo dei casi, anche qui la ricezione digitale prevale nettamente”, spiega il regolatore nella sua nota.
La FM perde importanza
Ufcom conferma invece i dati anticipati a Newslinet qualche settimana fa: “Solo il 7% della popolazione utilizza la radio esclusivamente tramite FM. Al contrario, il 45% della popolazione ascolta unicamente la radio digitale.
31% promiscuo
Un altro 31% riceve i programmi tramite una combinazione di canali analogici e digitali.
12% non ascolta la radio
Circa il 12% degli intervistati ha dichiarato di non utilizzare la radio“, continua l’organismo delle tlc elvetiche.
Tendenza ineluttabile
“I dati mostrano che l’utilizzo della radio digitale non solo si è affermato, ma si è stabilizzato ad un livello elevato. Con la crescente diffusione di dispositivi compatibili con il DAB+, in particolare nelle auto nuove, questa tendenza è destinata a continuare anche in futuro”, conclude Ufcom.
Spostare lo switch-off delle private dopo il 31/12/2026
Le dichiarazioni sullo sviluppo della radio digitale svizzera di Ufcom si pongono sul lato opposto della richiesta di posticipare lo switch-off delle emittenti private dopo il 31/12/2026, di cui abbiamo dato conto qualche giorno fa.
Il dibattito sul destino della modulazione di frequenza.
Ricordiamo infatti che una risoluzione parlamentare – approvata a maggioranza nella Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale – ha sollecitato il governo elvetico a garantire la continuazione della trasmissione analogica anche dopo il 2026, termine fissato per lo switch-off dalla FM al digitale integrato DAB+/IP.
I sostenitori politici
Il provvedimento, che ha trovato consensi tanto nei ranghi conservatori quanto tra i liberali, nasce dal timore che DAB+ e IP non garantiscano copertura e accesso equo all’informazione in tutto il Paese, specie nelle aree montane e periferiche.
Confermare lo switch-off delle private al 31/12/2026
Eppure, la posizione di Ufcom ed in generale dei sostenitori del rispetto della timeline (che prevede il definitivo abbandono della FM al 31/12/2026) ha trovato ora un imprevisto sostegno anche da Unikom, l’associazione delle radio e dei media audio indipendenti, favorevole al rispetto del percorso di affermazione DAB+IP.
I dati di ascolto di Mediapulse AG
Mediapulse AG, il rilevatore ufficiale degli ascolti radiofonici svizzeri (recentemente ospitato in una intervista su queste pagine), ha accertato il previsto calo della radio pubblica svizzera (SRG) dopo lo switch-off del 31/12/2024, anche se con profonde differenziazioni per cantone.
Il calo di ascolti della SRG
Confermando le anticipazioni primaverili di Newslinet, in seguito al passaggio da FM a DAB+, le emittenti radiofoniche SRG (in particolare SRF 1 e SRF 3) hanno subito un consistente calo di ascoltatori (470.000 in meno rispetto all’anno precedente).
Non così male. O quantomeno non male come i gufi avrebbero voluto
Per esempio, la quota di mercato di SRF 1 è scesa dal 26% al 23% e quella di SRF 3 dal 14% all’11,2%. Si osservi tuttavia come tali valori siano molto inferiori rispetto alle stime pessimistiche dei media elvetici, che a fine dicembre 2024 stimavano un crollo addirittura del 50%.
Chi cresce
Tuttavia, i dati mostrano anche che le emittenti radiofoniche private come Radio 24, Radio Pilatus e Radio Zürisee hanno (prevedibilmente) beneficiato di questo calo, registrando in alcuni casi una crescita significativa. Anche emittenti radiofoniche straniere (come SWR 3) hanno goduto dello switch-off della SRG, intercettando il pubblico della stessa servito esclusivamente in FM che ha dirottato sulle stazioni disponibili in modulazione di frequenza.
La posizione di Unikom
Quindi perchè Unikom, l’associazione delle radio e dei media audio indipendenti, non condivide la richiesta di spostamento dello switch-off?
La componente radiofonica prevalentemente digitale
La spiegazione sta nel fatto che l’ente esponenziale associa piccole emittenti radiofoniche di nicchia come Radio LoRa di Zurigo, Radio Maria di Brig-Glis (espressione svizzera della nota stazione italiana) e Radio Glarissimo di Netstal, che operano esclusivamente o prevalentemente in digitale (o quantomeno con una dimensione superiore rispetto all’analogico).
La lettera aperta
In una lettera aperta al consigliere federale Albert Rösti, alle commissioni parlamentari competenti e all‘Ufcom, il membro del consiglio direttivo di Unikom Reto Wettstein e il segretario Armin Köhli hanno messo in discussione le modalità di misurazione, sostenendo che quello di Mediapulse (Mediawatch), è metodologicamente inadatto a rappresentare in modo affidabile gli sviluppi a breve termine e nel dettaglio del mercato radiofonico, in quanto i sondaggi sarebbero soggetti a forti fluttuazioni e casualità.
Distorsione del mercato
Reto Wettstein, fondatore della piattaforma digitale Radio 2Go, ha dichiarato al periodico Klein Report che si tratta di una “distorsione del mercato” a favore delle emittenti radiofoniche private consolidate (Unikom rappresenta un panorama radiofonico diversificato). In altre parole: solo il DAB+ incentiverebbe un mondo radiofonico dinamico e indipendente.
Sostenibilità radiofonica
“Ciò che conta non è per quanto tempo la radio FM verrà mantenuta artificialmente in vita, ma come verrà sviluppata ulteriormente l’offerta digitale. L’innovazione ha bisogno di sostegno politico. Chi vuole una radio sostenibile deve anche renderla possibile”, si legge nella lettera inviata al consigliere federale Albert Rösti.
Difendere la decisione di chiudere la radio FM
“Mi fido di un ministro dei media stoico. Dopotutto, la decisione politica di chiudere la radio FM è stata presa molto tempo fa ed ha richiesto un investimento consistente di denaro pubblico”, ha concluso Reto Wettstein. (G.M. per NL)