Radio digitale: l’effetto imprevisto del Regolamento Agcom ex Del. 664/09/CONS

Sembrerà paradossale, ma uno degli effetti che sta sortendo il regolamento Agcom sulla radio digitale è quello di… valorizzare gli impianti analogici.

Già, perché, per come è costruita, la delibera Agcom 664/09/CONS assegna una grande rilevanza (giuridica e sostanziale) alla copertura analogica. Tutto prende le mosse dall’art. 3 comma 13 del Regolamento della delibera citata, che così recita: "L’autorizzazione di cui al comma 12 consente di trasmettere programmi radiofonici numerici e programmi dati nel bacino nel quale sono comprese le province legittimamente servite in tecnica analogica, nel rispetto del limite di cui all’articolo 24, comma 3, del Testo Unico". Tradotto, significa, semplicemente, che l’ambito diffusivo delle future trasmissioni in tecnica digitale non potrà eccedere, per i fornitori di contenuti, da quello analogico (attuale). Chi pertanto pensava o sperava che l’avvento del digitale radiofonico avrebbe riscritto le regole dell’attività radiofonica italiana, si sbagliava: nessuno avrà in ambiente numerico più di quel che ha in analogico. Come sostanzialmente è accaduto nel comparto televisivo, del resto. Conseguirà da ciò – e qui arriviamo alle conseguenze indirette di cui si diceva in apertura – l’avvio di una nuova corsa al completamento (anche se più razionale ed avveduta) delle reti FM ed in particolare da parte di quei soggetti che ambiscono a raggiungere i limiti massimi di diffusione ex lege, previsti dall’art. 24 c. 3 D. Lgs. 177/2005 ("Uno stesso soggetto esercente la radiodiffusione sonora in ambito locale, direttamente o attraverso più soggetti tra loro collegati o controllati, può irradiare il segnale fino ad una copertura massima di quindici milioni di abitanti. In caso di inottemperanza, il Ministero dispone la sospensione dell’esercizio fino all’avvenuto adeguamento"). Gli effetti di questa presa di coscienza si stanno già vedendo in queste ultime settimane, attraverso un rinnovato interesse verso la compravendita di impianti in modulazione di frequenza. Questa volta, però, non con deleteri intenti speculativi, ma finalizzati ad un ragionato sviluppo imprenditoriale. Tutto sommato, un segnale di maturità. 

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