Radio digitale, un futuro irreversibile

Lorenzo Suraci (RTL 102,5) scommette sul futuro digitale della radio italiana: lo faremo meglio degli inglesi


Il futuro della radio è digitale. Ce lo conferma Lorenzo Suraci, presidente di Rtl 102.5 che, intervistato lo scorso sabato per ItaliaOggi, si è mostrato molto convinto delle previsioni auspicate, arrivando perfino a rassicurare i lettori con il proverbiale “ci metto la mano sul fuoco”. Le ragioni di tanta sicurezza deriverebbero da un’attenta analisi del mercato inglese, dove paradossalmente il digitale è in crisi. Secondo Suraci, non dovremmo affatto dare per scontato che il nostro paese sia destinato a vivere una condizione analoga. Al contrario, introducendo le tecnologie digitali più tardi rispetto agli anglosassoni, avremo modo e tempo per avviare quella fetta di mercato con più calma, potenzialmente evitando di fare quegli stessi errori di cui loro sono stati vittime. Inoltre gli inglesi hanno erroneamente investito moltissimo (forse troppo) nel DAB-T (Eureka 147), ma nel tentativo dichiarato di promuovere nuove emittenti solo ed esclusivamente digitali. In Italia il processo sarà diverso: le intenzioni sono quelle di spingere affinché prodotti, contenuti e programmi radiofonici già esistenti e già affermati sulla penisola possano presto essere trasmessi in qualità digitale. Dunque la nostra strategia sarebbe quella di un progressivo ed efficace potenziamento del business già attivo, non l’immissione nel mercato di nuovi soggetti. In pratica, un simulcasting. Giocherebbe a nostro vantaggio anche il caos dell’etere tutto italiano, secondo il presidente di Rtl: in Inghilterra l’assegnazione delle frequenze fm è una questione di precisione, motivo per il quale le radio riescono a trasmettere con ottima qualità audio, senza grosse interferenze. Il belpaese avrebbe solo da guadagnare da un processo che migliorerebbe la qualità di trasmissione, ottima (forse unica) soluzione alla presunta impossibilità di correggere l’etere ex post (in difetto di pianificazione ex ante). Dal canto suo, Rtl 102.5 ha confermato di essere al lavoro per la digitalizzazione (multistandard) fin dall’anno 2000, perché fiduciosa in questo tipo di riqualificazione della radio. Gli investimenti finora sono stati fatti con cautela, ma proprio perché il successo non può essere garantito che tra qualche anno ancora. (Marco Menoncello per NL)

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