Radio. Prime stime dei morti e dei feriti della crisi Covid-19. 2020 disastroso ma con possibile recupero parziale nel secondo semestre. Possibili azioni predatorie

stime, contributi tv 2020

Stime di raccolta pubblicitaria per il medium radio: dallo stop totale di marzo e aprile, alla ripartenza di maggio con speranze più forti per giugno. Ma è certo che la crisi Covid, nella migliore delle ipotesi, ribalterà le previsioni iniziali per il 2020 (+15%). Possibili azioni predatorie nell’ambito di processi di concentrazione.
Sebbene la fine effettiva del lockdown sia ancora da confermare, si cerca di disegnare il futuro economico del mezzo radiofonico.
Partito con prospettive di crescita di quasi il 15% (obiettivo iniziale: 450 mln di euro), i radiofonici dovranno invece ribaltare il segno davanti a tale percentuale per il 2020. E, beninteso, nella prospettazione pù ottimistica.

Marzo e Aprile anche a -80%. Maggio a -40%

Secondo le prime stime, nei mesi di marzo e aprile il calo della raccolta pare sia arrivato per alcuni player anche all’80%, mentre decisamente meglio sembra prospettarsi maggio, con la riapertura di molte attività ed in particolare delle concessionarie di auto. Nondimeno, le stime parlano comunque di una forbice tra -30 e -50% rispetto al 2019. Un valore del resto previsto anche da altri stati europei: l’Advertising Association UK proietta infatti un calo della raccolta radiofonica nel Regno Unito nel periodi di lockdown del 44,1%, che si tradurrà nel 21% sull’annualità 2020 a fronte di un recupero del 15% nel  primo semestre del 2021.

GEDI conferma

Il Gruppo GEDI (che edita Radio DeeJay, Radio Capital ed m2o) in una nota ha attestato che “I ricavi pubblicitari hanno subito un calo del 16,7% rispetto ai primi tre mesi del 2019, soprattutto per le misure di lockdown avviate nel corso del mese di marzo che hanno determinato una riduzione della raccolta del 37,4%. Nel bimestre gennaio-febbraio la raccolta sui mezzi del gruppo era infatti risultata in linea con lo stesso periodo del 2019 (-0,3%). Con riferimento ai diversi mezzi, nel trimestre la pubblicità su stampa è risultata in calo del 21,6% e quella sulle radio del 10,3%; più contenuta è stata la flessione della raccolta su internet (-6,2%)”.

Aspettative importanti per Giugno

In Italia potrebbe costituire un importante momento di svolta il mese di giugno, se i progetti di riapertura saranno confermati (e lo si saprà solo dopo il 15-20 di maggio), con una prospettiva di riempimento di spazi pubblicitari che, pur rimanendo in terreno lievemente negativo, potrebbe portare vicino alla crescita zero rispetto al 2019, anche se, con ogni probabilità, vi sarà un cambio di tipologia di investitori (al tema abbiamo già dedicato ampia attenzione).

Se va bene, 2020 a -15%

Se tutto andrà bene, le proiezioni prevedono un recupero più forte nell’ultimo quadrimestre, che potrebbe far concludere il 2020 a -20% (nel qual caso sul terreno rimarrebbero -100 mln) o, secondo i più ottimisti, anche -15%.

Concentrazioni omogenee in vista…

Stanto agli analisti, gli effetti dei minori introiti e quindi una progressiva sofferenza delle aziende, determineranno azioni di concentrazione a favore di quei soggetti (anche esteri) che, dotati di sufficiente provvista, porranno in essere operazioni che, soprattutto verso i player minori, potrebbero essere qualificate come predatorie.

… ma anche eterogenee

Tuttavia, sempre secondo osservatori qualificati, la concentrazione omogena sarà solo uno dei fenomeni che interesseranno la radiofonia.
Poiché la crisi dei media è trasversale, è infatti altamente probabile che si concretizzino fenomeni di concentrazione eterogena in ambito editoriale, attraverso incorporazioni di editori puri in gruppi multimediali che, per resistere in un mercato che inevitabilmente diventerà più competitivo, dovranno raggruppare mezzi differenti per garantire un’offerta integrata ad una clientela sempre più orientata all’acquisto di notevoli volumi di contatti piuttosto che target elitari. (E.G. per NL)

foto antenne di Floriano Fornasiero

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