Ufcom (Ufficio federale delle comunicazioni) a NL: Dopo un periodo di transizione, gli ascolti della SSR (post switch-off FM/DAB+IP, ndr) dovrebbero essere recuperati e stabilizzarsi.
Si può presumere che entro la fine del 2026 l’ascolto della radio via FM sarà così basso da avere un impatto marginale sulle emittenti private.
L’Italia utilizza gran parte delle frequenze FM nelle zone confinanti con i paesi vicini (non solo la Svizzera); ciò è in contrasto con il regolamento dell’ITU e va a scapito degli stessi paesi confinanti causando interferenze.
Se le emissioni all’estero rimarranno invariate, dopo il 2027 quasi la metà degli abitanti della Svizzera potrà ascoltare le frequenze FM dall’estero.
Sin dall’inizio la promozione delle nuove tecnologie è stata definita come un finanziamento iniziale volto ad attenuare i costi della diffusione parallela in FM e DAB+. A partire dal 2025, le emittenti radiofoniche devono [però] sostenere autonomamente i costi di diffusione.
Emittenti italiane veicolate sui mux svizzeri? Una più ampia varietà di programmi e una maggiore concorrenza sono stati tra i motivi principali del passaggio al DAB+.
Sintesi
L’Ufficio federale delle comunicazioni (Ufcom) svizzero, intervistato da Newslinet, ha confermato che la SSR (radio pubblica) sta gradualmente recuperando ascolti dopo lo switch-off FM del 31/12/2024 a favore di DAB+ e IP.
Secondo Ufcom, entro la fine del 2026 (data dello switch-off complessivo della radiofonia svizzera) l’ascolto esclusivamente in FM sarà marginale e non impatterà più di tanto sulle emittenti private. Attualmente la fruizione radiofonica in Svizzera si ripartisce tra DAB+ (42%), IP (41%) e FM (8%).
Il processo di spegnimento è stato pianificato congiuntamente dal settore radiofonico ed il governo ha prorogato la diffusione analogica per le stazioni private fino a fine 2026.
Tuttavia, lo switch-off ha reso maggiormente discriminabili i segnali esteri (italiani, francesi, tedeschi), creando un potenziale squilibrio competitivo.
Ufcom denuncia le interferenze causate dalle emittenti italiane che utilizzano in maniera intensiva le frequenze FM in aree transfrontaliere, violando il regolamento ITU.
Dopo il 2027, con le stazioni FM svizzere completamente spente, si prevede che circa metà della popolazione elvetica possa ricevere segnali analogici stranieri.
Il sostegno economico federale per il DAB+ (compreso per i nativi digitali) si è concluso nel 2024: da quest’anno le emittenti dovranno autofinanziare la diffusione.
L’apertura dei mux svizzeri (Swiss Media Cast e Digris) alle stazioni italiane riflette un cambio di paradigma: più varietà e concorrenza giustificano la transizione al digitale.
Infine, sebbene l’ascolto radiofonico via IP cresca costantemente, per Ufcom il DAB+ resterà la piattaforma principale almeno per i prossimi anni.
Il confronto con l’Ufficio federale delle comunicazioni
Ufcom, l’Ufficio federale delle comunicazioni (l’equivalente della nostra Agcom, anche se con competenze in parte sovrapponibili a quelle del Ministero delle imprese e del made in Italy, che in terra elvetica corrisponde al Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni, DATEC), interpellato da Newslinet a riguardo degli effetti dello switch-off FM/DAB+IP della SSR (la radio pubblica svizzera), si è reso immediatamente e cortesemente a disposizione per rispondere – in maniera, come si vedrà, estremamente esaustiva – alle nostre domande.
Delineando un quadro molto interessante sullo sviluppo della radiofonia digitale nella Confederazione elvetica.
Qui Ufcom
Le risposte alle nostre domande non sono state rese da un unico interlocutore. Ufcom, infatti, ha tenuto a precisare che quanto leggerete è frutto di uno “sforzo congiunto di più specialisti che lavorano per differenti unità dell’Ufficio (specialisti delle frequenze e specialisti dei media)”.
Il punto di vista di Ufcom sugli effetti dello switch-off della SSR
(NL) – Gli effetti dello switch-off FM/DAB+IP della SSR sono letti in maniera diametralmente opposta dalla stampa svizzera e dagli specialisti svizzeri ed italiani. Secondo i primi, i dati Mediapulse rivelerebbero un crollo degli ascolti rilevante; per gli analisti, invece, un calo medio intercantonale del 25% è ampiamente inferiore alle previsioni iniziali. Oltretutto, sembrerebbe che la SSR stia gradualmente recuperando il gap, che presumibilmente potrà ridursi al 15% entro fine anno. Quale è il vostro punto di vista?
(Ufcom) – Anche noi prevediamo una ripresa nei prossimi mesi, benché al momento sia ancora troppo presto per avere dati significativi sull’andamento complessivo degli ascolti nel 2025.
Prevediamo un recupero degli ascolti della SSR progressivo…
La SSR aveva già stimato che lo spegnimento delle FM avrebbe portato a un calo degli ascoltatori. Tale fenomeno è facilmente spiegabile, in quanto non tutti i radioascoltatori hanno potuto o voluto passare immediatamente al DAB+ o alla radio via Internet.
Dopo un periodo di transizione, gli ascolti dovrebbero recuperare e stabilizzarsi. La situazione sarà monitorata nei prossimi mesi.
Ultima proroga a fine 2026 per lo switch-off FM/DAB+IP
Lo spegnimento delle FM è stato deciso congiuntamente dal settore radiofonico. Sulla base di tale decisione, il Consiglio federale ha prorogato per l’ultima volta le concessioni radiofoniche FM di due anni, fino alla fine del 2026, in modo che ogni emittente radiofonica possa organizzarsi con soluzioni individuali. Le radio private devono tenere conto di questa data nella pianificazione delle proprie attività.
Prevediamo che a fine 2026 l’ascolto solo FM sarà così basso da avere un impatto marginale sulle radio private
Si può presumere che entro la fine del 2026 l’ascolto della radio via FM sarà così basso da avere un impatto marginale sulle emittenti private.
DAB al 42%, IP al 41%, FM all’8%
(NL) – Attualmente l’ascolto radiofonico elvetico esclusivamente FM è all’8%, mentre la penetrazione DAB e IP è sostanzialmente equivalente al 42 e 41%. Confermate questi dati o avete aggiornamenti?
(Ufcom) – Possiamo confermare questi dati. Sono contenuti nello studio di DigiMig sull’utilizzo della radio e sono stati raccolti nell’autunno 2024, ossia prima che la SSR cessasse le trasmissioni su FM (Utilizzo della radio nell’autunno 2024, prima dello spegnimento dell’FM della SSR). Nuovi dati sono attesi per l’estate.
Ascolto stazioni straniere in FM aumentato con lo switch-off della SSR?
(NL) – Le emittenti private svizzere, intervistate da NL, osservano che in aree di confine lo switch-off della SSR in realtà non abbia favorito tanto loro, quanto le emittenti straniere in lingua italiana, tedesca e francese che debordano coi propri segnali in territorio elvetico…
(Ufcom) – Al momento non disponiamo di dati che possano confermare o smentire tale sviluppo.
Le interferenze delle radio italiane
(NL) – A proposito di debordo: è vero che avete nuovamente sollecitato le nostre Autorità (MIMIT) a ridurre quello delle stazioni italiane in Canton Ticino?
(Ufcom) – Il Regolamento radio dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU) è un insieme di norme vincolanti per l’utilizzo e la ripartizione delle risorse di frequenza tra i paesi. L’Italia utilizza gran parte delle frequenze FM nelle zone confinanti con i paesi vicini (non solo la Svizzera), ciò è in evidente contrasto con il regolamento dell’ITU e va a scapito dei paesi limitrofi, causando interferenze. La ricerca di soluzioni a questa situazione insoddisfacente prosegue da tempo.
Scenario radioelettrico del 2027 (con tutti gli impianti FM spenti)
(NL) – Una questione da tempo dibattuta è la tutela di segnali FM anche quando questi sono volontariamente disattivati. In questo caso, evidentemente, il fondamento della lamentela non è più l’interferenza, ma il debordo oltre il limite naturale (difficile peraltro da determinare). Confermate questa posizione in vista dello scenario del 2027 con i vostri trasmettitori FM completamente spenti e quindi con una, inevitabile, maggiore ricevibilità dei segnali stranieri (italiani, francesi, tedeschi ed austriaci)?
(Ufcom) – In uno spettro di frequenze densamente utilizzato, la portata di una frequenza diventa sempre minore. Ogni disattivazione di una frequenza migliora la portata delle frequenze vicine.
Quasi la metà degli svizzeri potrà ascoltare radio straniere in modulazione di frequenza
Se le emissioni all’estero rimarranno invariate, dopo il 2027 quasi la metà degli abitanti della Svizzera potrà ascoltare le frequenze FM dall’estero. Secondo nostre informazioni, però, anche nei Paesi confinanti alcune frequenze sono già state disattivate.
Sostegno economico federale alle radio svizzere che trasmettono in DAB+
(NL) – In che misura e per quanto tempo la Confederazione elvetica sostiene economicamente le emittenti nel passaggio al digitale?
(Ufcom) – La Confederazione ha sostenuto le emittenti radiofoniche nel passaggio di tecnologia per svariati anni. Si tratta di un finanziamento iniziale a tempo determinato destinato a sostenere la migrazione al digitale. Dal 2016 al 2019 l’Ufcom ha contribuito all’80 per cento dei costi della diffusione digitale.
Contributi in conclusione nel 2025
Conformemente alla raccomandazione del gruppo di lavoro DigiMig, il sostegno alla diffusione DAB+ è stato gradualmente ridotto a partire dal 2020 ed è terminato alla fine del 2024. L’ultima tranche del contributo alla promozione tecnologica per il 2024 sarà versata presumibilmente a metà 2025 alle emittenti che diffondono il loro programma tramite DAB+ e ne hanno presentato regolare domanda.
Emittenti veicolate in DAB devono essere autosufficienti
(NL) – I contributi erogati sono sufficienti a coprire i costi di trasporto (cioè i canoni del network provider)?
(Ufcom) – Sin dall’inizio la promozione delle nuove tecnologie è stata definita come un finanziamento iniziale volto ad attenuare i costi della diffusione parallela in FM e DAB+. A partire dal 2025, le emittenti radiofoniche devono essere in grado di sostenere autonomamente i costi di diffusione.
Analogici e nativi digitali sullo stesso piano
(NL) – Le misure di sostegno sono state assentite solo alle emittenti che effettuano simulcasting (FM+DAB) o anche ai nativi digitali, cioè le stazioni che hanno avviato ex novo trasmissioni digitali DAB+?
(Ufcom) – Tutte le radio che diffondono in tecnologia DAB+ potevano fare richiesta per il sostegno.
Apertura degli operatori di rete al mercato italiano
(NL) – Recentemente gli operatori di rete Swiss Media Cast e Digris hanno aperto al mercato italiano, ospitando stazioni lombarde e piemontesi nei propri mux. Un processo opposto che ha sempre visto le emittenti private svizzere contrastare la concorrenza straniera….
(Ufcom) – Poiché con il DAB+ il problema della scarsità di frequenze è risolto, è possibile trasmettere un numero maggiore di programmi in una determinata zona. Una più ampia varietà di programmi e una maggiore concorrenza sono stati tra i motivi principali del passaggio al DAB+.
(NL) – Ultima domanda: un nostro articolo dello scorso anno relativo ad uno studio commissionato dall’associazione delle radio private svizzere, che stima che già da quest’anno l’IP supererà per penetrazione il DAB, è stato recepito come modello previsionale anche in Italia. Condividete lo scenario?
(Ufcom) – L’Ufcom ha preso atto con interesse dello studio citato. Seguiamo da vicino sia lo sviluppo tecnologico sia le abitudini di ascolto del pubblico.
DAB+ vs IP
A nostro avviso, nei prossimi anni il DAB+ rimarrà il principale vettore per la diffusione radiofonica. L’utilizzo della radio via Internet è effettivamente in costante aumento, ma entrambi i tipi di diffusione continueranno a svolgere un ruolo importante e a completarsi a vicenda. (M.L. per NL)