Monitorare ed informare, da un punto di vista giornalistico, su ciò che è accaduto e sta accadendo attorno all’evento multi-mediatico dell’anno, andato in onda giovedì sera dal Paladozza di Bologna, è un dovere.
Prim’ancora che informativo (regole di notiziabilità), si tratta di un dovere, per così dire, civico e/o sociologico. È come dire: signori cittadini, cari italiani, intorno a voi sta prendendo piede una rivoluzione che presto cambierà le abitudini della vostra dieta mediatica. E non parliamo solo degli utenti new-media ready. Chi ferma il proprio interesse "mediatico" al dualismo Rai-Mediaset o, ancor peggio, Raiuno-Canale 5, ormai può tranquillamente esser definito anacronistico, in ritardo coi tempi; out.
Giovedì sera Santoro ha "mangiato" 10 punti percentuali di share ai canali Rai. Dieci punti che però non sono andati a Mediaset, ma a una nuova forma di concorrenza che pare non preoccupare, al momento, alcuni incoscienti, oppure fintamente indifferenti, dirigenti dei due colossi che si spartiscono da venti anni il pubblico televisivo. Già, in relazione a quanto accaduto giovedì sera, infatti, i commenti sprecatisi (è il caso di dirlo!) sono andati in toto nella direzione del pallosissmo linciaggio politico. Seguendo il principio d’allineamento al vertice – giustamente incazzato per la valanga d’accuse rivoltegli durante la diretta extracircuito tv – i dirigenti Rai, invece d’interrogarsi sulla propria impotenza di fronte a cotanto successo, hanno preso ad appigliarsi al principio della violazione dell’esclusiva, tirando in ballo l’Agcom e minacciando il licenziamento per Santoro. Davanti all’era 2.0 dell’informazione, anziché riflettere – nel loro interesse – su un futuro che da giovedì è presente, che fanno? Annuiscono quando chi capisce che tutto sta franando parla di "obbrobrio incivile e inaccettabile" riferendosi al successo multimediale del Paladozza. "Resterà un unicum" giura Santoro, a meno che non ce ne sia bisogno in futuro, ben sapendo in realtà di mentire, perché davanti al travolgente successo dell’esperimento difficilmente si resisterà dal tradurlo in qualcosa di stabile (anche se sotto altra forma) come qualcuno, a quanto risulta a questo periodico, starebbe già ipotizzando. Fatto sta che il 13% di share complessivo – contando solo i dati relativi alle tv: Sky Tg24, Current, le private, Rai News24 (che alla fine l’ha trasmesso in differita), ma non YouDem – parla di nuovi orizzonti da prendere in considerazione, parla di nuove syndication che si possono creare per rimuovere i filtri informativi del duopolio. Se poi contiamo anche i dati di internet, siamo già uno step più in alto. Bastano i numeri. Santoro riferisce che "il sito di Raiperunanotte è stato il quinto più visto al mondo: storicamente l’accesso più importante d’Italia". Poi Il Fatto riporta che la sola pagina web del Tg3 ha registrato 700mila contatti; 350mila li ha raccolti Repubblica.it; 80mila utenti unici il portale di Current Tv; 30mila quelli di YouDem ed, infine, 50mila le versione online del Fatto. Totale, tra tv e web, fa 3 milioni di fruitori. E adesso? O chi controlla la tv si sbriga a trovare contromosse adeguate (e, francamente, appare dura), oppure siamo alle porte della rivoluzione. Della serie: c’era una volta il monopolio informativo. (G.C. Per NL)