Entrambi appartenevano alla “lista nera” stilata da un noto quotidiano ed erano avversi ai separatisti daghestani
Due omicidi nell’arco di ventiquattr’ore gettano il mondo dell’informazione russa nel caos. Ilia Shurpaiev, trentatreenne cronista, inviato del canale televisivo del Caucaso russo, è stato strangolato nella sua casa a Mosca e ferito con armi da taglio. La casa è stata, poi, data alle fiamme. Il secondo omicidio, sempre a Mosca, ha visto come vittima Gadij Abachilov, cinquantottenne direttore dell’emittente radiotelevisiva daghestana, che è stato freddato mentre si trovava nella sua auto. Il suo autista è rimasto gravemente ferito.
Due giornalisti uccisi in ventiquattr’ore e in Russia torna lo spettro degli omicidi politici ai danni di professionisti dell’informazione. Sono stati tanti nell’arco degli anni novanta, con Eiltis prima e con Putin, poi. Hanno fatto particolarmente notizia in Europa quello dell’opinionista televisivo Vladislav Listiev nel 1995 e quello, più recente, della cronista Anna Politovskaja, nell’ottobre 2006. Entrambi i giornalisti assassinati appartenevano ad una “lista nera” stilata da un giornale daghestano, “Il tempo attuale”, diretto da Risvan Risvanov, ed erano particolamrnete avversi ai guerriglieri secessionisti daghetsani. Il primo, in particolare, era ritenuto un giornalista scomodo, mentre il secondo, direttore dell’emittente radiotelevisiva locale, aveva recentemente ironizzato sulla sua inclusione in questa “lista nera”, giudicandola “una stupidaggine”. “E così ora sarei un dissidente. Non ho mai fatto politica in Daghestan, neanche a livello di enti locali, perché sono troppo pigro e non ho mai tempo”. Queste dichiarazioni Abachilov le ha rilasciate poche ore prima d’essere barbaramente ucciso, dalle pagine del suo blog. (Giuseppe Colucci per NL)