Tv. Da Biagi a Ferrara: l’involuzione dello spirito critico nell’Italia del Bunga Bunga. Il giornalista dice: “rifarò Radio Londra dopo il Tg1”

Un tempo lo si chiamava servizio pubblico. Oggi si continua, certo, a chiamarlo così, ma la definizione, sempre più impropria, viene talmente svuotata del proprio significato, giorno dopo giorno, che chi non sapesse già, per esperienza di vita, cosa davvero vuol dire “servizio pubblico”, nell’Italia di questi tempi penserebbe che si tratta del bollettino del governo.

Se non lasci raddoppi, e siccome Berlusconi è riuscito a resistere sulla sua poltrona, a cadere in piedi dai guai mediatici (vedremo, ora, quelli giudiziari) che gli sono capitati negli ultimi mesi, ha deciso di raddoppiare.  Sulla rete ammiraglia, dove già il fido Minzolini tesse e ritesse la tela dell’informazione filo-governativa, il premier e i suoi adepti che governano la Rai hanno deciso di metterci anche un altro vecchio conoscente della tv di Stato; uno di quelli che è salito sul carro berlusconiano (dopo aver scorrazzato sui carri più disparati) in tempi non sospetti e non v’è più sceso; uno che oggi – dopo aver fallito politicamente con la sua assurda creatura no-aborto -, oltre ad essere direttore di un giornale, si presenta come il portavoce di Silvio Berlusconi. Stiamo parlando di Giuliano Ferrara, mica un novello del giornalismo. Sarà lui a ereditare, dopo anni di buco, lo spazio che era stato di Enzo Biagi su Raiuno, dopo il tg, in pieno prime time. Ironie della sorte: Biagi era stato cacciato da Berlusconi anni addietro, dopo decenni al servizio della Rai, era morto infelice, il suo spazio era rimasto inutilizzato, e ora la sua eredità verrà raccolta da uno dei più fidi consiglieri e collaboratori del premier, uno di quelli che si lancerebbe nel fuoco per lui, esattamente come Minzolini. L’accoppiata Minzolini-Ferrara, infatti, a breve (si parla della fine di marzo) allieterà il prime time di una fetta d’italiani, ahi Rai, sempre più esigua, ma comunque incredibilmente consistente. Da quando il direttore si è insediato al comando del tg più importante e seguito d’Italia (lo era) gli ascolti sono andati in picchiata: vedremo Ferrara cosa riuscirà a combinare. La voce era circolata ieri sulle agenzie di stampa, in concomitanza con un’intervista del direttore generale Mauro Masi sul “Foglio”. L’interessato non ha smentito, anzi, ha affermato di aver ricevuto un’offerta (da chi, non è dato saperlo), di averla accettata e di voler rifare “Radio Londra”, una sua vecchia rubrica d’attualità andata in onda nei primi anni Novanta sulle reti Mediaset. Il suo spazio durerà 7 minuti e sarà dedicato, quotidianamente, al cosiddetto fatto del giorno. Trenta di Minzolini e sette di Ferrara fanno trentasette minuti di propaganda. Il direttore del Tg1, sentito sulla notizia dell’arrivo del collega, ha commentato: “da oggi non mi sentirò più solo”. (L.B. per NL)

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