Ugc, news dall’utente per l’utente

Crescono i contributi autoprodotti


da Agenda del giornalista

“Questo sono io per la Bbc, la linea allo studio”. È lo slogan con cui il canale britannico ha lanciato il suo nuovo programma “Your News”, una trasmissione settimanale di informazione realizzata esclusivamente con i contributi inviati dai telespettatori. Yahoo e Reuters, d’altra parte, hanno recentemente inaugurato un servizio online che consente agli utenti l’uploading di materiale autoprodotto, che, una volta vagliato dalla redazione, va a completare le notizie pubblicate dai due siti di news più popolari negli Stati Uniti. Non si tratta di una moda contagiosa ed economicamente valida, ma di un nuovo modo con cui i media si appropriano dell’anima della rete: i contenuti creati dagli utenti, l’User generated content (Ugc).
L’Ugc è il simbolo di quanto Internet sia un luogo democratico. Chiunque, in qualsiasi momento e ovunque sia, può vestire i panni del reporter, trovarsi volente o nolente sulla notizia e informarne il mondo intero. Non è più solo una teoria sulle potenzialità della rete, ma un fenomeno ormai altamente diffuso, tanto che, secondo uno studio della Pew Internet & American Life Project, solo nel 2006, 48 milioni di statunitensi hanno prodotto contenuti per il Web. I navigatori sono più che mai utenti attivi e partecipano al sistema di produzione e diffusione delle notizie. “Le persone non hanno chiesto specificamente contenuti autoprodotti – spiega Lloyd Braun, dirigente di Yahoo – si tratta solo di sfruttare anche questo mezzo per un’informazione più approfondita”. “Anche i migliori reporter – sembra fargli eco Mitch Gelman, executive producer di Cnn.com – nella maggior parte dei casi si avvicinano ad una storia con un punto di vista esterno. Un osservatore coinvolto, invece, può offrire una prospettiva più immersiva. Abbiamo la sensazione che sia giusto fornire entrambe le prospettive al nostro audience per una copertura completa”. La Cnn, infatti, dà spazio online a veri e propri servizi giornalistici prodotti dagli internauti. Chi si occupa di informazione per mestiere, però, deve sottostare ad un preciso codice deontologico e viene remunerato per tale attività. Bbc, Yahoo, Reuters e Cnn affermano di controllare le numerose informazioni ricevute quotidianamente dagli utenti prima di riproporle nei loro canali di diffusione. Rimane, comunque, il problema di una contropartita economica per chi ha fornito i contenuti ritenuti validi. Seppure lentamente la delicata questione sembra destinata a risolversi, ci sono dei casi in cui è prevista una remunerazione, come, ad esempio, nell’emittente digitale Current tv di Al Gore, che paga fino ad un massimo di 1000 dollari chi riesce a conquistarsi uno spazio con contenuti autoprodotti.

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