Cade il “Berlusconi thailandese”

Molto populismo e un conflitto di interessi risolto, non senza polemiche, solo nella scorsa primavera. Ecco il successo e il crollo del primo ministro Thaksin Shinawatra, ‘re’ delle telecomunicazioni della Thailandia


www.millecanali.it/mc/newseventi/news/dettaglio/index.asp?id=19993

Lo scorso 19 settembre una giunta militare guidata da Sonti Boonyaratglin ha destituito il premier thailandese Thaksin Shinawatra, uomo discusso della politica e dell’imprenditoria della Thailandia.

Durante il golpe Thakisn si trovava a New York all’assemblea delle Nazioni Unite, da dove ha inutilmente tentato di intimare ai militari di rientrare nei ranghi e di riferire ai suoi vice. Sonti ha invece imposto la legge marziale e sospeso la Costituzione, ha censurato i programmi politici delle televisioni e messo a tacere circa 200 radio, il tutto probabilmente dopo una consultazione con l’anziano re Thai Bhumibol Ayadey.

La situazione in Thailandia era già calda dal gennaio scorso, quando una serie di scandali legati alla corruzione denunciati da un ex alleato del primo ministro e la vendita da parte di Thakisn della maggiore compagnia telefonica avevano scatenato una serie di proteste di piazza. Tutto era culminato con lo scioglimento delle Camere dell’aprile scorso e con nuove elezioni, alla quali aveva partecipato solo il partito di Thaksin, Thai rak Thai (‘I thailandesi amano i thailandesi’). L’incarico di premier è andato ad un uomo ombra di Thaksin (nel frattempo colpito da provvedimenti penali); dopo l’annullamento del voto da parte della Corte Costituzionale e la richiesta di nuove elezioni Thaksin aveva assunto la carica di premier ad interim scatenando le polemiche che hanno poi portato alla sua estromissione e all’allontanamento dalla Thailandia.

Thaksin Shinawatra è un uomo di 51 anni che ha conquistato i thailandesi ponendosi come esempio di self made man. Figlio di un commerciante cinese, diventò pupillo di un amico di famiglia, allora ministro, che gli insegnò come muoversi negli ambienti di potere. Il 14 luglio di qualche anno fa (dopo aver venduto computer e software alle grandi istituzioni del Paese ed essersi aggiudicato una dopo l’altra la prima licenza per la Tv via cavo, la prima licenza per il teledrin e per i cellulari e addirittura la prima rampa di lancio per un satellite privato per le telecomunicazioni) aveva fondato il sua partito Thai rak Thai, promettendo finanziamenti straordinari per 50 milioni di lire ad ognuno dei 37mila villaggi della Thailandia, garantendo visite senza limiti in tutte le cliniche private del Paese con un ticket da 1500 lire e il congelamento dei debiti dei contadini per tre anni, per concludere con un’ultima promessa, “meno tasse per tutti’.

Nel frattempo Thaksin ha continuato a glissare sul conflitto d’interessi. Lo ha risolto nella primavera del 2006 cedendo il suo impero, ma non prima di aver fatto approvare una serie di emendamenti che proteggessero gli interessi di uomini d’affari a lui vicini.

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