Canone RAI per i video-cellulari?

I turisti in transito in Italia devono fare i conti con la severissima legge italiana. ADUC è andata a chiedere a RAI, Agenzia delle Entrate e ad altri soggetti… competenti in che modo e quanto debbano pagare i visitatori dall’estero


da Punto Informatico

Roma – ADUC gira il coltello nella piaga del Canone RAI scoprendo che, secondo l’attuale normativa (una legge del 1938 aggiornata a più riprese), anche i turisti in visita devono pagare l’inviso balzello.

Nella normativa, infatti, sono citati esplicitamente “i turisti e i viaggiatori residenti all’estero che vengono a soggiornare temporaneamente nel territorio dello Stato, portando seco un apparecchio portatile, od un apparecchio sistemato su autovettura”. Per loro in agguato c’è la licenza di temporanea importazione.

Dato che la legge prevede che si paghi il Canone RAI sugli apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni, ADUC ha ripreso la propria celebre inchiesta per chiedere alla stessa RAI e ai soggetti istituzionali interessati cosa, come e quanto debba pagare il turista che giunga in Italia con videofonini, PC o apparecchi televisivi, magari in auto.

“Il servizio Rispondi Rai – spiega ADUC – ha fornito risposte contraddittorie: per alcuni operatori, il turista con tv sull’auto o con videofonino in arrivo all’aeroporto deve pagare il canone per l’intero anno in cui è effettuata la visita, anche se breve. Per altri, i turisti stranieri non devono pagare nulla. Per altri, se il canone è già pagato da coloro che ospitano il turista (amici, albergo, etc.) non sarà necessario pagare, altrimenti sì. Infine, un operatore ci ha chiesto di chiamare domani mattina.”

ADUC non si è accontentata, ha anche chiamato l’Agenzia delle Entrate, l’Ufficio del direttore dell’Agenzia delle Dogane, il direttore dell’Area gestione tributi e rapporto con gli utenti. “Ci è stato chiesto – spiega l’Associazione dei consumatori e degli utenti – di richiamare lunedì mattina”. Non ha invece risposto nessuno all’ufficio doganale periferico di Pontechiasso (Como), che si occupa tutti i giorni di turisti stranieri, mentre il medesimo ufficio a Roma Fiumicino non ha saputo rispondere alla domanda.

Tutto questo, naturalmente, non stupisce. Come noto ADUC ha già minacciato il ricorso allo sciopero della fame perché si definisca in modo definitivo e inequivocabile chi e cosa e perché debba pagare il Canone RAI, una definizione che varia di ufficio in ufficio, che non viene offerta dalla legge né dalla lettere di richiesta di pagamento del canone che vengono sparate quotidianamente in tutta Italia da anni.

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