Contributi a editoria e Rtv: da Governo schiaffo a Parlamento. Si chiedono sacrifici a radio e tv locali e si regalano frequenze dividendo interno a Mediaset e RAI

Dietro il taglio dei fondi all’editoria c’è per la Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) un disegno chiaro del Governo: "Spegnere le voci scomode".

Ne è convinto Franco Siddi, segretario generale del sindacato dei giornalisti, che il 30 dicembre ha rivolto un appello alle forze politiche affinché si battano per restituire all’editoria i 50 milioni di euro per il 2011 tagliati dal milleproproghe. L’occasione è stata una conferenza stampa convocata a Montecitorio dal Comitato per la libertà, il diritto all’informazione e alla cultura cui aderiscono tra gli altri anche Mediacoop, Cgil e Articolo 21. Si è trattato "dell’ennesimo scippo, anzi di una rapina con destrezza", ha sottolineato Siddi. Il taglio è stato deciso dal consiglio dei Ministri all’indomani della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della finanziaria che aveva restituito al settore 100 milioni di euro, dopo una battaglia politica bipartisan. "Il voltafaccia del governo è stato uno schiaffo al parlamento", ha sottolineato, "e può rivelarsi un colpo mortale per 92 testate gestite da cooperative, che danno lavoro a circa 4000 persone". Perché anche se le Camera dovesse porre rimedio alla decurtazione, ha ricordato, proprio in questi giorni le cooperative editoriali stanno negoziando con le banche i fidi per il 2011, dal momento che solo adesso stanno ricevendo i contributi del 2009. E visti i tagli in arrivo potrebbero vedersi negati il prestito. Da qui l’appello al parlamento, ma anche al governo. "Il sottosegretario Paolo Bonaiuti si è impegnato e c’è la possibilità di un incontro il 10 gennaio", ha riferito Siddi, "non lasceremo nulla di intentato". Sul ruolo di Bonaiuti ha insistito anche Articolo 21. "Spetta a lui andare dal premier Silvio Berlusconi, del quale è portavoce, a chiedere il ripristino di quanto promesso. Oppure si dimetta", ha detto Michele Cervo a nome anche di Beppe Giulietti. A infastidire molto il sindacato e le altre associazioni è che si sia accreditata la versione che il taglio del 5 per mille fosse stato necessario per finanziare l’editoria. "È stato ignobile far passare il sindacato come quello che voleva affamare l’associazionismo", ha spiegato il presidente dell’Fnsi Roberto Natale. "Perché invece non prendere i soldi altrove, per esempio dalle frequenze digitali", ha chiesto. Comunque, ha aggiunto, "siamo noi che sfidiamo il ministro dell’Economia Giulio Tremonti sul terreno del rigore. Perché non taglia le mani ai furbi?". E poi, ha aggiunto, "nel paese del conflitto degli interessi il sindacato non può accettare che alcune voci dell’informazione siano chiusi, mentre i più forti si arricchiscono in un regime di monopolio o oligopolio". Adesso si cercherà di porre rimedio e il Pd, con Vincenzo Vita, ha già preannunciato un emendamento al milleproproghe, subito sostenuto da Francesco Barbato dell’Idv. In caso contrario, nel fondo resterebbero solo 135 milioni di euro. "Ho già parlato con il presidente della commissione Bilancio Azzollini che se lo attende", ha spiegato, e che dovrebbe raccogliere appoggi da entrambi gli schieramenti, com’era successo già con la finanziaria quando furono rimessi a bilancio cento milioni tagliati. Ma anche così, per il settore potrebbe continuare quello che il senatore del Pd Vincenzo Vita ha definito "un indecoroso killeraggio", grazie a una perdurante incertezza sui fondi.  "Sarebbe ora di mettere un punto fermo e trovare una soluzione con una legge di sistema", ha spiegato Lelio Grassucci di Mediacoop. "Noi entro un mese e mezzo presenteremo una proposta di legge che salvi il mondo dell’editoria, consenta alle imprese di avere un futuro, ma anche di far risparmiare lo Stato eliminando gli sprechi", ha preannunciato. (fonte AGI)

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