Google, Facebook e Twitter, ma anche la politica faticano a contrastare il fenomeno delle fake news?
Nessun problema: ci penseranno le aziende informatiche, per cui la lotta alla disinformazione spare essere un nuovo significativo mercato a livello di quello della guerra allo spamming. Allo studio gli spyfake, strumenti che selezioneranno i divulgatori di fake news inibendone la somministrazione a chi si doterà degli appositi strumenti di contrasto.
Start-up e aziende di piccole e medie dimensioni, nate per servizi di cyber-sicurezza o persino per la lotta al terrorismo, secondo quanto riporta il Financial Times, stanno cominciando a fornire con successo servizi a pagamento per difendere la reputazione dei loro clienti, utilizzando anche tecniche sviluppate contro gli hacker e di intelligenza artificiale.
E’, per esempio, il caso di New Knowledge, una startup texana fondata da un blogger divenuto esperto nell’uso dei social media da parte dell’Isis, che ha visto raddoppiare i suoi ricavi negli ultimi sei mesi, quando ha cominciato ad occuparsi di disinformazione online.
Come sempre la disattenzione, l’incapacità, l’impossibilità o la mancanza di volontà di taluni è la fortuna di altri. (E.G. per NL)
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