Governo Monti e professioni regolamentate: il premier ne annuncia il riordino. Si andrà al di là della riforma varata con la L. 183/2011

La laurea abilitante – che incorpora l’esame di Stato – è la via maestra per dare la possibilità ai giovani di  inserirsi subito nel mondo  del lavoro. Così il praticantato post-laurea è eliminato.

Per i  giornalisti ritorno a Perugia con la laurea magistrale in Scienze politiche a indirizzo giornalistico abilitante alla professione? Per gli aspiranti giornalisti la laurea abilitante oggi è quella magistrale in Giornalismo collegata alla laurea triennale in Scienze della comunicazione varata dal ministro Mussi (DM 16 marzo 2007- GU 09.07.07, n. 157).   
Cruciale importanza hanno nei piani del premier Mario Monti le liberalizzazioni, a partire da quella degli ordini professionali. A tal proposito ha detto nel discorso al Senato: “Occorre anche rimuovere gli ostacoli strutturali alla crescita, affrontando resistenze e chiusure corporative. In tal senso, è necessario un disegno organico, volto a ridurre gli oneri ed il rischio associato alle procedure amministrative, nonché a stimolare la concorrenza, con particolare riferimento al riordino della disciplina delle professioni regolamentate, anche dando attuazione a quanto previsto nella legge di stabilità in materia di tariffe minime”. Uno slogan di qualche anno fa (era il 2009) fatto proprio da tanti giovani diceva: “Voglio un’Italia dove per accedere a una professione non devo combattere con caste, corporazioni ed esami di Stato”. Forse il momento buono di svecchiare su questo fronte il nostro Paese è arrivato. Le idee di Mario Monti, per 10 anni commissario europeo anche all’Antitrust, sono note. E sono note anche quelle del suo braccio destro, Antonio Catricalà, presidente fino a pochi giorni fa dell’Agcm (Antitrust) e oggi sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio. Le riforme fatte con il dl 138/2011 e con la legge 183/2011 non bastano (in www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=7691).
Ho sotto gli occhi un titolo del Sole 24 Ore del 22 novembre 2009: “Catricalà: abilitati con la sola laurea”. Secondo il presidente dell’Antitrust si potrebbe pensare «di rendere la laurea immediatamente abilitante, sfruttando l’anno in più del corso universitario per fare la pratica e sostenere l’esame di Stato nella stessa seduta di laurea». L’articolo 33, V comma, della Costituzione vuole l’esame di Stato per l’accesso all’esercizio delle professioni intellettuali. L’esame di Stato può tranquillamente essere incorporato nell’esame di laurea. Questa svolta presuppone che le Università si attrezzino per far svolgere la pratica nel biennio della laurea magistrale. Gli aspiranti avvocati, gli aspiranti giornalisti o commercialisti o consulenti del lavoro non dovrebbero aspettare i 26-28 anni per accedere all’Albo. Sarebbe una rivoluzione, che ha i suoi nemici annidati nelle corporazioni attuali.
Per quanto riguarda i giornalisti, la riforma Mussi del 2007 consente di istituire il corso di laurea magistrale in giornalismo al quale possono accedere non solo i laureati triennali in Scienze della Comunicazione.
Fra il giugno e il luglio 2007 la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato due decreti fondamentali del Ministero dell’Università che ridisegnano, a partire dall’anno accademico 2008/2009, i corsi degli Atenei italiani (testi in www.mcreporter.info/normativa/dmuir070316.htm):
a) il primo decreto ministeriale (16 marzo 2007 – GU n. 155 del 07.06.2007) fissa la “determinazione delle classi delle lauree universitarie” (con un percorso triennale e con un massimo di 20 esami). Le classi sono 43 tra le quali figura al punto L-20 quella definita “SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE”. La laurea si consegue con 180 crediti;
b) il secondo decreto ministeriale (16 marzo 2007- GU 09.07.07, n. 157) fissa la “determinazione delle classi di laurea magistrale” (con un percorso biennale e con un massimo di 12 esami) tra le quali – le lauree magistrali sono 94 – spicca al punto LM-19 la “Classe delle lauree magistrali in INFORMAZIONE E SISTEMI EDITORIALI”. La laurea magistrale si consegue con 120 crediti.
La “Classe delle lauree magistrali in INFORMAZIONE E SISTEMI EDITORIALI” contiene una “NOTA PER L’ATTIVAZIONE DI CORSI PREORDINATI ALL’ACCESSO ALLA PROFESSIONE GIORNALISTICA”. Questa nota dice: “In riferimento a quanto stabilisce l’art. 10, comma 4 del DM 270/2004, i corsi della classe magistrale preordinati all’accesso alle professioni giornalistiche sono istituiti nel rispetto di quanto stabilito dalle disposizioni vigenti per l’accesso alle predette professioni, devono essere a numero programmato e devono prevedere una selezione iniziale per titoli ed esami”.
Potranno iscriversi al corso di laurea magistrale non solo i laureali triennali in “Scienze della Comunicazione”. L’articolo 6 del decreto sulle laurea magistrale sul punto specifica:
“1. I regolamenti didattici dei corsi di laurea magistrale determinano i requisiti curricolari che devono essere posseduti per l’ammissione a ciascun corso di laurea magistrale, ai sensi dell’art. 6, comma 2 del decreto ministeriale 22 ottobre 2004, n. 270. Eventuali integrazioni curricolari in termini di crediti formativi universitari devono essere acquisite prima della verifica della preparazione individuale di cui al comma 2.
“2. Il regolamento didattico di ateneo fissa le modalità di verifica della adeguatezza della personale preparazione ai fini dell’ammissione al corso di laurea magistrale, ai sensi dell’art. 6, comma 2 e dell’art. 11, comma 7, lettera f), del predetto decreto ministeriale.
“3. L’ordinamento didattico di ciascun corso di laurea magistrale può prevedere una pluralità di curricula al fine di favorire l’iscrizione di studenti in possesso di lauree differenti, anche appartenenti a classi diverse, garantendo comunque il raggiungimento degli obiettivi formativi del corso di laurea magistrale”.
Esiste una seconda via, la laurea magistrale in Scienze politiche a indirizzo giornalistico abilitante alla professione di giornalista. E’ esistita alla Università di Perugia tra il 1930 e il 1934. Potrebbe essere recuperata.
 

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