HD Radio: 1,5 milioni di chip. Il successo che non basta

Sarebbero già un milione e mezzo i chipset consegnati per la produzione di ricevitori per il sistema di radio digitale iBiquity, HD Radio


Radio Passioni

Possiamo dire pertanto che la radio digitale HD Radio è un vero successo commerciale? No, quando si tratta di una tecnologia numerica come la radio digitale la ricetta del successo non è così semplice e non dipende neppure dalla discreta disponibilità di chip (a parte il fatto che un milione e mezzo di chip bastano per fare altrettanti ricevitori, ma non per inondare un mercato di 300 milioni di acquirenti).
I due principali fornitori dei processori dedicati a HD Radio citati nel comunicato stampa iBiquity che segue, sono Texas Instrument e NXP, l’azienda di semiconduttori fondata da Philips e abbastanza famosa anche in Italia per aver sottoscritto, nell’aprile di quest’anno, una joint venture con STMicroelectronics. Se cercate con pazienza nei siti di TI e NXP trovate parecchia letteratura sui processori dedicati di cui stiamo parlando. Per esempio qui c’è una brochure dell’NXP SAF3550, e qui quella riguardante il processore TI DRI350 il quale va utilizzato in combinazione con un altro componente AFEDRI8201(per il quale questa application note istruisce sulla parametrizzazione di filtri FIR).
Questo focus sulla componentistica per ricevitori HD Radio/IBOC è un buon punto di partenza per iniziare un discorso sulla radio digitale da un fondamentale punto di vista: quello dell’industria dei terminali utente. Una industria costituita da un lato da chi progetta e costruisce, “fonde” i chip (front end RF, convertitori, e processori banda base) e chi eventualmente costruisce i moduli che racchiudono i chip. E dall’altro chi prende chip e moduli e li trasforma, aggiungendoci per esempio il software dell’interfaccia utente, in ricevitori per il pubblico. Tipicamente un modulo contiene un chip che acquisisce la radiofrequenza, o magari la media frequenza del segnale analogico ricevuto (“analogico” si riferisce al segnale trasmesso, ma questo segnale può essere modulato numericamente), un secondo chip che demodula ed estrae le informazioni ed eventualmente un terzo pezzo che effettui la decodifica audio. Insomma, avrete capito che il discorso è molto complicato perché fatto di almeno due o tre categorie di player: il chip maker, l’assemblatore dei moduli con dentro i chip, e il costruttore della radio. Uno scenario che può infittirsi ulteriormente se consideriamo che un “chip-maker” potrebbe anche essere una combinazione tra una società che progetta il chip e un’altra che fonde il silicio.
Sui retroscena del silicio, dei componenti, degli algoritmi, di tutto quello che serve per far sì che un sistema di modulazione numerica possa trasformarsi in un mercato della radio digitale ci sarebbe da scrivere un libro. Tra l’altro, come si è visto proprio con HD Radio, non è neanche detto che disporre del necessario silicio e avere un congruo numero di ricevitori pronti da vendere basti per convincere la gente ad acquistare questi benedetti ricevitori e innescare la crescita del mercato (per quello ci vuole anche l’ingrediente di una valida offerta di contenuti). Il comunicato stampa Ibiquity parla di “strong adoption of technology”, per HD Radio, ma nessuno in realtà, negli Stati Uniti, sta facendo la fila o sta sgomitando in negozio per acquistare i pur rispettabilissimi e relativamente economici ricevitori, malgrado la discreta disponibilità di chip.
Personalmente non sarei in grado di scriverlo da solo, questo libro. In compenso sto ricevendo in questi giorni dall’amico Gianfranco I2VGO, una quantità di osservazioni che scaturiscono dalle discussioni che abbiamo intessuto durante il recente incontro di Renon. Sto cercando in questi giorni di elaborare gli interventi di Gianfranco sui diversi approcci che l’industria può adottare per soddisfare la richiesta di ricevitori compatibili con una o più tipologie di modulazione, analogiche o numeriche che siano. Quando si tratta di radiofrequenza modulata numericamente, ci sono limiti precisi, per esempio, nell’impiego di processori programmabili general purpose o dedicati al DSP (digital signal processing). In certi casi l’unica alternativa possibile è ricorrere a un tipo di logica codificata direttamente al livello delle porte logiche che permettono di implementare gli algoritmi di trattamento. E qui cominciano i guai perché per rendere possibile questo passaggio critico bisogna tener conto di una miriade di fattori: quanti calcoli bisogna effettuare in quanto tempo, quanto si possono ottimizzare gli algoritmi (e bisogna essere molto, molto bravi con la matematica sottostante), quanto consumerebbero i circuiti logici implementati in silicio, quanto spazio occuperebbero, quanto costerebbe passare da un progetto alla produzione in volume, quanto costerebbero i singoli chip, in che package bisogna metterli, che cosa ci si mette intorno e chi “paga” tutto questo. Tornate a leggermi, prima o poi troverò il tempo di ordinare il mare di informazioni che mi arrivano da Gianfranco. Si possono capire molte cose e si possono fare stime molto più attendibili sulle reali prospettive di mercato del DAB, del DMB, del DRM…

1.5 Million HD Radio(TM) Chips Shipped to Date

Major Milestone Reflects Strong Adoption of Technology

COLUMBIA, Md., Oct. 7 /PRNewswire/ — iBiquity Digital Corporation, the developer of digital HD Radio(TM) technology for AM and FM audio and data broadcasting, announced today that over 1.5 million HD Radio chipsets have been shipped. Many of the world’s top chip makers are building HD Radio chipsets. Leading the way are Texas Instruments (DRI200, DRI250, DRI302, DRI352 processors) and NXP (3550 and 3555). These chips have been sent to such module suppliers as ACE Dixxio, Kensen, Kiryung, Kwang Sung Electronics, LG Innotek, Powertech, Samsung EM, TOKO and Wistron NeWeb Corporation, whose products are on more than 12,000 retail shelves across the United States.
“We are very pleased with the success of TI’s HD Radio chipset in the market and proud to lead the rapid transition from analog to digital radio in the U.S. and around the world,” said Brian Fortman, Product Manager, TI Automotive Media Systems. “Over 235 million Americans listen to the radio every week and each day, more of them are listening to HD Radio products enabled by our chips.”
iBiquity Digital’s COO, Jeff Jury, commented, “We congratulate our partners on reaching this important milestone. It reflects the continual growth of the HD Radio market, and provides a solid base for the growing number of new HD Radio products available to consumers.” Texas Instruments (DRI4xx processor) and NXP (3560) continue innovating and designing next generation chips. And, as the adoption of HD Radio technology expands, new chip makers are developing HD Radio chips, including Samsung, SiPort and STMicroelectronics.

About the HD Radio System

Over 1,750 HD Radio AM and FM stations are on the air in the United States, plus over 900 new HD2/HD3 multicast channels. Developed by iBiquity Digital Corporation, this technology allows AM and FM stations to broadcast digital signals in tandem with their analog signals, providing broadcasters with a platform to offer crystal-clear, CD-quality sound and scrolling text and graphics; as well as multiple channels of programming on the same FM frequency (multicasting) and advanced services such as traffic updates; content … all subscription free.
There are more than 70 HD Radio products for sale at over 14,000 stores and online. HD Radio technology has also made great inroads in the automotive sector with factory-installed options from BMW, Ford, Hyundai, Jaguar, Lincoln, Mercedes, MINI, Mercury, Scion, and Volvo. Beyond the U.S., commercial implementation of HD Radio technology is gaining momentum
around the world. For more information, please visit http://www.hdradio.com and http://www.ibiquity.com.

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