La battaglia dei giganti: Disney con Mediaset, i conti della pay-per-view e Rai4

Mediaset ha fatto appena in tempo ad assorbire Endemol, Medusa e Tao, consolidandosi nella produzione di contenuti, che ora rilancia, rafforzando la sua offerta pay sul digitale terrestre con Disney Channel, a partire da luglio


di Marco Mele (Il Sole 24 ore) da Media 2.0

Non un canale qualsiasi, ma il leader dell’ascolto 4-14 anni su Sky, uno dei primi canali per ascolto in assoluto, privo di interruzioni pubblicitarie, quindi molto gradito anche dai genitori. Disney Channel resterà su Sky, ma forse solo sino alla scadenza del contratto. Il pacchetto dei canali premium di Mediaset passa a da 8 a 10 euro al mese e resta competitivo come prezzo rispetto ai 15 euro dell’abbonamento d’ingresso a Sky.

La forza di Mediaset è quella di poter sfruttare la diffusione dei decoder digitali terrestri, grazie al calendario sullo spegnimento dell’analogico, inserito nel decreto che sta per essere convertito in legge dalle Camere. Ogni decoder significa la possibilità di vendere una carte prepagata in più, che ora si può anche fare a meno di andare a ricaricare, con l’addebito automatico sul conto corrente o la carte di credito.

Mediaset è in perdita sulla pay tv e lo rimarrà almeno sino al 2010. I reporti delle società di analisi finanziaria, come la Deutsche Bank, rivelano che gli introiti da pay-per-view sono ben inferiori a quelli ricavati con la rivendita, il trading dei diritti, che sempre più si acquisiscono per tutte le piattaforme. La trattativa con Sky per vendere al satellite i canali Gallery è per adesso bloccata ma potrebbe aiutare il rientro degli investimenti per gli azionisti di Mediaset.

Gli introiti da pay sono aumentati del 140% nel primo trimestre 2008 sui primi tre mesi del 2007, passando da 45 a 110 milioni di euro. Però i dirigenti di Mediaset non hanno detto ai giornalisti che dei 110 milioni di introiti solo 45 (+32%) sono quelli per i prodotti premium, gli altri provengono dalla rivendita dei diritti, tra il Dvb-h e la stessa Sky, che per Deutsche Bank crescono del 475% in un anno.

Mediaset può sostenere tali perdite grazie alla rendita nella tv analogica. La 7 è alla corde, altri, come Rete A si stringono attorno alla loro nicchia. Qualcuno lo chiama pluralismo.

Questo dovrebbe attirare l’attenzione dell’Antitrust, perchè i prezzi per la rivendita dei diritti incidono e condizionano la competizione tra le piattaforme e all’interno delle piattaforme.

La Rai, intanto, annuncia per l’estare il lancio di Rai4, un canale per giovani adulti realizzato da RaiSat. Un canale free, a cui seguirà Rai5 nel 2009. Il servizio pubblico deve affidarsi, per far tornare i conti, alla crescita della pubblicità, dato che il Governo difficilmente concederà aumenti di canone significativi (o non li concederà affatto). Pubblicità che si trova di fronte alla frammentazione degli ascolti, alla difficoltà della transizione (quanto investire nell’analogico, quanto nel digitale prima degli switch off regionali?), alla sempre maggiore appetibilità di Internet.

Sky deve rispondere all’aggressività di Mediaset sul mercato: cambiare Studio Universal con Mgm Tv non sembra una risposta all’altezza, rischia solo di rafforzare il digitale terrestre se Studio vi sbarcherà. Il vero colpo di Sky saranno i mondiali di calcio in Sudafrica e quelli successivi se la trattativa aperta con la Rai andrà in porto. Le Olimpiadi sono state acquistate a questo scopo.

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